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Abilità motorie: reazione e Karate (20 esercizi per migliorarla)

La capacità motoria di reazione è fondamentale nello sport e nel Karate in particolare! Scopri 20 esercizi per migliorarla.

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La reazione è una delle abilità motorie più utili nello sport e di sicuro nel Karate. Lo sviluppo di una buona capacità di reazione permette di analizzare e reagire ad uno stimolo.

Trattandosi di sviluppare un metodo efficace di combattimento (sportivo, difesa, o quello che volete) la capacità di reazione è palesemente fondamentale.

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Cosa sono le abilità motorie

Mechling definisce l’abilità come un elemento dell’attività umana cosciente, eseguito in gran parte in modo automatico, che si sviluppa ampiamente attraverso l’esercizio.

Meinel sostiene che le abilità sono azioni che vengono consolidate prevalentemente con l’esercizio ripetuto, che si svolgono, almeno in parte, automaticamente, cioè senza che l’attenzione venga intenzionalmente concentrata su di essa.

Blume precisa che in una abilità la coordinazione è talmente perfezionata e consolidata che il compito di movimento viene svolto con molta scioltezza.

In tutte e tre le definizioni si sottolinea come il gesto avvenga automaticamente e la reazione sia consolidata. Quindi l’aspetto di elaborazione della risposta avviene a livello corticale senza un vero e proprio processo di elaborazione cognitiva.

La reattività si può definire come la risposta ai diversi segnali sensoriali come, ad esempio, quelli visivi, acustici e tattili.

La prestazione reattiva viene influenzata da una serie di fattori quali l’attenzione e la pre-tensione muscolare.

Con l’allenamento si possono migliorare i tempi di reazione semplice del 10-15% e quelli di reazione scelta fino al 30%

E’ molto probabile che ripetute attivazioni neurali aumentino progressivamente il livello di eccitazione di alcuni neuroni chiave, la scarica prodotta da questi neuroni speciali andrebbe a attivare consapevolezza.

Creare quindi consapevolezza alzando la velocità di reazione è utile a sviluppare delle soluzioni strategiche nuove con maggiore rapidità e di conseguenza rispondere alle diverse situazioni con soluzioni più rapide.

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Allora è sufficiente l’attività neurale?

I pensieri sono di tipologie diverse: idee, soluzioni, atteggiamenti, immagini etc. Tutti risiedono nell’inconscio e da lì vengono trasportati alla coscienza. Per far sì che raggiungono lo stato cosciente le attività devono essere durature e devono attivare a lungo la corteccia.

Non dobbiamo confondere il meccanismo di accensione delle aree della corteccia celebrale con le attività che avvengono con processi di elaborazione frutto di ragionamento, esperienze e genetica.

La mente risulta sempre più fondamentale per l’attività motoria e lo sport, quindi le capacità mentali insieme a quelle coordinative mettono in risalto il talento e la capacità di far fronte a situazioni diverse e ritmi imposti.

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Un calcio (im)possibile da parare!

Con test scientifici è stato misurata la velocità di esecuzione di un calcio circolare mawashi geri con l’arto arretrato di un grande campione come Stefano Maniscalco.

Il tempo dall’inizio del movimento al punto di bersaglio è stato di 300 ms.

Il tempo di reazione (dal momento della percezione di uno stimolo visivo al momento dell’analisi cognitiva) è di 200 ms quindi in solo 100 ms devo decidere quale tecnica di parata è appropriata ed eseguirla.

Quindi ogni tecnica di Stefano (o di un atleta anche un po’ meno veloce) dovrebbe andare a segno senza nessuna possibilità di parata. Perchè non è proprio così?

Perchè il sistema di riconoscimento della tecnica e l’esecuzione del gesto di parata non passano dal sistema cognitivo ma sono una risposta corticale acquisita con l’allenamento.

La velocità di reazione è maggiore quando si tratta di un solo stimolo e una sola risposta. Quando il numero dei movimenti possibili aumenta, anche il tempo necessario per rispondere a tali movimenti aumenterà (aumento della velocità della scelta di reazione). Queste situazioni ci forniscono le informazioni circa i processi decisionali che si verificano nel sistema nervoso del cervello.

Quindi diviene fondamentale l’apprendimento di pochi gesti di difesa anziché molteplici soluzioni per lo stesso tipo di stimolo. Nel Karate questo non avviene esattamente
Spesso si apprendono decine di UKE a fronte di un numero di traiettorie di attacco inferiori.

Quindi uno dei requisiti primari dell’apprendimento è la semplicità e l’economia dei gesti.

Leggi anche: Come ci si muove nel Karate

Per ridurre il tempo di reazione è fondamentale la comprensione del gesto per far sì che nel momento del bisogno non si debba “pensare” al gesto ma solo alla reazione.

La velocità di reazione aumenta se il karateka riesce a contrarre i muscoli interessati prima dello stimolo.

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Esercizi per la reazione nel Karate

Gli esercizi per la velocità di reazione e di movimento possono essere eseguiti all’inizio di una seduta, quando i karateka sono ancora freschi. Tuttavia, è opportuno affrontare questo tipo di lavoro anche in condizioni di affaticamento, per preparare gli atleti alle reali situazioni che si verificano durante la pratica.

Ci sono una vasta possibilità di esercitazioni per l’allenamento della reazione. Esercizi specifici ma anche a carattere generale.

Se parliamo di esercitazioni generali si andrà a incrementare la capacità di reazione semplice o complesse con lo scopo di incrementare l’attività neuronale; con le esercitazioni specifiche si creeranno quegli schemi automatici di risposta al gesto tecnico stimolo.

10 esercitazioni generali per la capacità di reazione:

  1. Afferrare il guantino: mani poste con il dorso verso l’alto all’altezza dei gomiti, posizione delle gambe flesse in posizione naturale; il compagno tiene due guantini sotto le mani del compagno e senza preavviso li lascia cadere. Obiettivo afferlargli prima che tocchino il suolo. [Biamonti]
  2. Prendere la pallina: posto in posizione di guardia rivolto verso un muro (distanza 2-3 mt) in posizione di attesa; Compagno lancia pallina (tennis, gomma, spugna) al muro; Afferrare la pallina al volo prima che cada al suolo.
  3. Pallina destra o sinistra: sempre in posizione di attesa (carico sulle gambe e braccia in posizione di guardia); compagno lascia cadere pallina da una delle due mani (quindi una pallina per mano); afferrare la pallina prima del secondo rimbalzo (o al volo).
  4. Passaggio alternato: di fronte al compagno a distanza di 5-6 mt. correre a tutta velocità come per investire il compagno; il compagno allarga una delle due braccia esternamente a dx o sx; passare sotto il braccio sollevato scansando all’ultimo il compagno. (più tardi possibile il segnale); ridurre il segnale come ampiezza o con gesti diversi: testa che si gira, piede che si muove, sguardo…)
  5. Specchio: a coppie ad una distanza di un paio di mt. Eseguire dei movimenti preordinati (o casuali) da parte di chi comanda; il compagno dovrà copiare a specchio il movimento. Possibile inserire anche due coni o cinesini per ciascuno così da delimitare lo spazio di azione e introdurre esercizi con gli stessi delimitatori. (tocco di lato, mi abbasso, salto, muovo un arto, eseguo una tecnica…etc)
  6. Gioco sole luna: seduti schiena/schiena a distanza di 1-2 mt; Se il sensei chiama sole si corre in una direzione (prestabilita) quindi chi è fronte al sole scappa e chi è di spalle insegue; se chiama luna si corre dal lato opposto. Ovviamente si delimiterà uno spazio entro il quale si deve prendere chi scappa oppure è salvo.
  7. Tocca e scappa: Sulla linea di metà palestra di fronte l’uno all’altro in posizione di guardia. Uno dei due tocca il compagno e poi scappa. Il compagno insegue e deve prendere prima della linea di salvezza. Si possono introdurre con questo gioco anche l’uso delle finte.
  8. Cambi direzione: 4 cinesini disposti a croce. Chi esegue l’esercizio sta al centro della croce. Con comandi visuali o verbali spostamento e tocco del delimitatore nella direzione indicata (avanti, dietro, destra, sinistra).
  9. Palla avvelenata (variante): tutti sono all’interno del quadrato (o spazio delimitato) chi lancia la palla sta all’esterno. Chi viene catturato (colpito, toccato dalla palla) esce e va a lanciare. Vince chi rimane per ultimo. Si può eseguire anche a coppie dove ogni volta che lancio la palla e tocco il compagno totalizzo un punto.
  10. Luci intermittenti: adesso molto in voga sono le esercitazioni di reazione con le luci intermittenti: sono dispositivi elettronici che si possono collocare al suolo o alla parete e che devono essere toccati o sfiorati per disattivarne l’accensione. L’accensione è programmabile e prevede diverse difficolta.
    Posso crearne un’alternativa posizionando dei cinesini o dei fogli con colori diversi e chiamando il colore. In questo caso oltre alla reazione c’è la capacità cognitiva di percezione del colore e riconoscimento.
Leggi anche: Allenamento Capacità Condizionali per il Karate

10 Esercitazioni specifiche per la capacità di reazione nel Karate

  1. Bersagli mobili. Creare degli stimoli preordinati con la posizione delle mani del compagno. Ad esempio: guantini sull’addome = Gyaku zuki, guantino al mento= kizami zuki, guantino alla guancia=mawashi geri, doppio guantino al mento= combinazione di pugno Kizami zuki, gyaku zuki.
    Chi esegue dovrà reagire il prima possibile.
  2. Difesa da occhi chiusi. A occhi chiusi in posizione di guardia con il compagno davanti in distanza. Al comando del Sensei si aprono gli occhi e si effettua la parata sull’attacco del compagno (che partirà anch’esso al comando) [Vasquez]
  3. Difesa dopo mawatte. entrambi in guardi con chi difende girato di spalle al compagno. Al comando del maestro chi difende esegue una rotazione 180° e l’altro effettua un’azione di attacco. Chi si gira dovrà parare. [Vasquez]
  4. Reazione acustica. Esecuzione di tecniche preordinate corrispondenti al numero (es: mawashi geri n° 1, gyaku zuk n° 2….); possibilità di esecuzione come kihon al vuoto o al sacco o a coppie dove il numero aiuta anche chi deve difendere. [Benetello]
  5. Tiro al volo. A coppie uno dei due esegue alcuni spostamenti specifici: destra, sinistra, indietro, avanti ai quali corrisponderanno azioni del compagno specifiche (es: mawashi geri, uramashi geri, oikomi zuki, gyaku zuki chudan)
  6. Bastone che cade. Il compagno tiene il bastone di legno in verticale tenuto per l’estremità appoggiato al suolo di punta; lo lascia cadere nelle diverse direzioni. Il compagno deve prendere il bastone prima che tocchi il suolo. In funzione del lato di caduta dovrà eseguire delle tecniche specifiche. Oppure eseguire a bersaglio delle tecniche preordinate come es.1.
  7. Marionetta. Girato di spalle al compagno in posizione di guardia. Il compagno tocca 1 o più arti in successione. L’esecutore dovrà eseguire tecniche specifiche con l’arto toccato o con la successione corretta (mano dx, piede dx, mano dx, mano sx = gyaku zuki, mawashi geri, kizami zuki, gyaku zuki)
  8. Para e attacca. Con i colpitori (tipo kick target del taekwondo) o con bastoni in gommapiuma (quelli da nuoto a €). Uno esegue tecniche di attacco simulato alternate da posizioni di bersaglio. Il compagno esegue la tecnica di difesa specifica o la tecnica di attacco preordinata.
  9. Rubare il guantino. A coppie con guantino appoggiato sulla spalla (o tenuto con la mano all’altezza addome); il compagno simulando una tecnica di braccia “ruba” il guantino cercando di evitare lo schiaffo del compagno. [Biamonti]
  10. Allenamento visivo. Allenamento visuo-motorio eseguito con tecnici specializzati su S.V.T.A…. a breve articolo dedicato.

Quindi sotto con la rapidità e per finire ti ricordo il mio mantra che ripeto ai ragazzi ogni allenamento:

Nel karate lento non esiste!

leonardo

E’ un combattimento che tu stia facendo Kata o Kumite o difesa personale eseguire una tecnica di difesa lentamente non ha molto senso… oppure contrattaccare lentamente. Che ne dici?

 

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