Gestire un Allenamento Karate bambini è la cosa più difficile che tu possa fare nel Karate. Pensa solo a quanto influisci nelle loro vite, nel loro sviluppo e nel loro futuro.
Sei l’artefice dell’evoluzione delle abilità propriocettive e delle abilità motorie dei bambini. Se ci penso mi vengono sempre i brividi!
Per questo ho deciso di condividere 5 consigli per l’allenamento Karate bambini, che mi avrebbero cambiato la vita di allenatore a saperli sin da subito.
Sono un concentrato di 10 anni di insegnamento e 24 anni di confronti con maestri, allievi e compagni di squadra. Spero proprio ti saranno utili.
Menu articolo
#1 Allenati come un bambino
In un tipico allenamento di Karate per bambini, devi sapere che il mio primo approccio da Sensei è stato quello dell’amicone.
“Cavoli, sono bambini” mi dicevo… “non posso mica trattarli come gli adulti!”
Peccato che essere scambiato per un compagno di gioco ha il contro di non aver alcun controllo sul gruppo. Con relativi mal di gola a fine lezione dalle urla anche solo per dare il comando.
Ero disperato. Poi mi sono chiesto cosa mi spinge a seguire quello che mi dice qualcuno.
E la prima risposta in mente è stata che fa tutto un altro effetto quando invece di importi le cose, ti viene mostrato che chi dice le cose le fa poi per primo.
Ho quindi iniziato ad allenarmi insieme ai bambini. Dal saluto in poi, mettendosi in fila con loro nei Kihon, o per terra quando si gioca.
Tutta un’altra storia.
Forse meno zenkutsu-dachi dritti, ma molto più rispetto e lezioni proficue. È facile obiettare verso chi dice e basta. Hai meno scuse quando chi propone è il primo a mettersi in gioco.

#2 Usa la fantasia per scacciare la paura
Erano 3 lezioni che non riuscivo a far fare ad Amanda la capovolta. Tutti i singoli fondamentali le riuscivano, ma quando si doveva buttare in capovolta sul tappetone, non c’era modo. La paura era più forte di lei.
Sai, anche in un allenamento di Karate i bambini hanno la fortuna di trasformare le storie in realtà fino a che gli adulti non gliela tolgono. E se sfruttata per il bene, questa è un’arma potentissima.
Amanda si fidava moltissimo di me (eravamo compagni di allenamento in fondo, no ?! 😉 ). Tanto che quando le ho proposto di fare uno scambio, lei ha accattato subito.
Le ho detto che avrei preso in prestito la sua paura e messa momentaneamente nella mia borsa. E che se anche senza di quella non fosse riuscita a fare la capriola, non le avrei mai più chiesto di farla.
Accettato l’accordo, non solo due minuti dopo era una trottola da quante capovolte faceva, ma, a fine lezione, quando mi sono proposto di renderle la paura, mi ha detto che non le serviva più e che potevo tenerla.
#3 Non minacciare se non sei disposto a farlo
“Alla prossima ti butto fuori” “Se non la smetti ti metto a sedere per tutta la lezione”, devo continuare o ci siamo intesi?
È legittimo insegnare che ad azioni corrispondono reazioni, specialmente per le situazioni che nessuno ti obbliga a vivere. Nel dojo si entra per scelta, non per forza.
Dall’altra parte, è fondamentale che le minacce siano credibili. Detta così sembra brutto, ma nessuno vuol far del male a un bambino. Diciamo piuttosto che, come impari a ripararti dalla pioggia se ogni giorno le previsioni del tempo dicono che piove ma non succede?
Finisce che non credi più alle previsioni, e bene che ti vada quando ti becchi la pioggia te la cavi con un raffreddore.
Non sono fiero di quello che sto per raccontare. Durante una lezione del mio periodo “Sensei amicone”, preso dalla disperazione, ho promesso di buttare fuori il prossimo che avrebbe detto una parola.
Il caso ha voluto che, poco dopo, a parlare per chiedermi di andare in bagno fosse una bambina zitta fino a quel momento. Non potendo rimangiare la parola data, ho dovuto mandarla a cambiare.
È stato da lì che ho rivisto tutto il mio modo di insegnare, ma soprattutto è stata la prima e l’ultima volta che ho dovuto fare una cosa del genere.
Nessuno ha più messo in dubbio la mia parola, sebbene vi auguro di non arrivare mai a questo.
#4 Insegna tutto il Karate
I Dojo Kun, sapersi vestire da soli, il significato delle parole giapponesi e i nomi delle mosse, i colori delle cinture e cosa vuol dire essere cintura nera.
Anche questo è Karate, e non meno importante. L’idea comune di arte marziale va oltre il gesto fisico. E per un bambino è quasi mistico parlare in giapponese. E tu gli vuoi togliere il sorriso nello sfoggiare a casa un “Ichi, Ni, San, Shi…” piuttosto che “Ma lo sai che Karate-do vuol dire via della mano vuota?”.
Quanto è bello essere consapevoli di quello che si fa?! Ecco, per i bambini non certo meno che per gli adulti!
#5 Allena per crescere
Gare, medaglie, risultati, ci sarà tempo per questo.
E la società non tarderà a ricordargli come si misura il successo. Beh, magari noi possiamo evitare di dare una spinta alle cose.
Magari possiamo spostare l’obiettivo dal tempo sul circuito al sentirsi bene nel fare ogni stazione.
Con i bambini non alleni il loro presente, ma soprattutto il loro futuro.
A me da piccolo non è mai stata insegnata la ruota. Quando a 18 anni sono arrivato in AKS, Leonardo ci ha provato a insegnarmi, ma niente, viene sempre un po’ una schifezza.
La libertà motoria e mentale di un bambino non la pareggerai mai. Pensa che costruire basi oggi, li rende domani liberi di fare qualsiasi attività sportiva vorranno.
Ho visto tanti bambini che, sviluppate le abilità propriocettive con il Karate, hanno poi avuto successo sin da subito andando a praticare altri sport. Raramente mi è successo l’inverso, visto che l’iper-specializzazione ormai arriva sempre prima, sviluppando erroneamente il piccolo corpo di un giovanissimo futuro adulto.
Lasciami nei commenti il tuo consiglio per allenare meglio, o dimmi se anche tu metti in pratica quelli che ti ho detto. E mi raccomando, rendi il Karate divertente!