Come allenatori mettiamo tantissima passione per creare il miglior programma di allenamento per i nostri atleti.
Come atleti mettiamo tantissimo impegno per migliorare le nostre capacità atletiche.
Ma possiamo dire lo stesso per le capacità mentali?
Esse sono altrettanto fondamentali per migliorare come karateka, sportivo e in generale come uomo/donna di successo nella società.
Ecco quindi le principali capacità mentali che un karateka deve possedere e allenare:
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#1 Gestione dell’Ansia
Cioè la capacità di fronteggiare e controllare l’ansia.
Nello sport, come nella vita, non si raggiunge il successo senza ostacoli. Superare tali difficoltà porta un alto livello di stress e ansia.
Per l’atleta è quindi fondamentale riuscire a sostenere tali circostanze avverse.
#2 Fiducia
Fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità.

Attributo posseduto dai soggetti che credono nelle proprie abilità psico-fisiche e che affrontano le gare senza timore o rimpianti.
Poca fiducia porta dubbi, ansie e timori nell’atleta, tuttavia un eccesso può “accecarlo” e renderlo sborone, facendogli sovrastimare le proprie capacità o sottostimare quelle altrui.
#3 Tenacia Mentale/Resilienza
Tenacia, ostinazione, capacità di opporsi e recuperare in seguito a eventi avversi.
Un bravo karateka deve mantenere un ottimo livello di attenzione, dedizione, impegno ecc. anche nei momenti più difficili.
Es. Riprendersi da un infortunio

Come spesso accade, di più non è per forza meglio: un eccesso di tenacia mentale può portare l’atleta a non riconoscere i propri limiti e talvolta a scontrarsi in situazioni al di fuori della sua portata.
Resilienza e Resistenza sono due termini spesso confusi.
Si parla di resilienza, e non resistenza, in quanto in meccanica:
- Resistenza = resistere a delle forze senza deformarsi
- Resilienza = resistere a degli urti senza deformarsi
In psicologia:
- Resilienza = capacità di affrontare e superare un evento traumatico o periodo di difficoltà
#4 Intelligenza Sportiva
Avere una buona intelligenza sportiva vuol dire capire come integrarsi, cosa è meglio fare in allenamento e in gara, saper trovare il significato e cosa è importante nei contesti in cui ci troviamo.
Questa è una caratteristica molto rara che si acquisisce con il tempo e l’esperienza.
#5 Focus
Abilità di concentrarsi e bloccare le distrazioni.
Saper indirizzare la propria attenzione selettivamente dove c’è bisogno, senza farsi distrarre dall’ambiente esterno (avversari, rumori, cellulare, la folla nel palazzetto, pensieri negativi) o da elementi trascurabili.

Troviamo la massima dimostrazione di Focus negli atleti che si concentrano e si isolano dal mondo esterno prima di salire sul tatami durante una gara.
#6 Competitività
Sana spinta motivazionale, di impegno e confronto.
Essere competitivo vuol dire impegnarsi per raggiungere il successo. Canalizzare la voglia di vincere in un evento determinato.

Spesso si nota un eccesso di competitività e aggressività.
È importante capire infatti che la sconfitta non è sinonimo di fallimento, bensì un evento possibile che deve servire per prendere atto dei propri punti di forza, debolezza e limiti.
Credo fermamente che il vero obiettivo delle gare non sia battere tutti gli avversari, piuttosto vincere contro sé stessi, saper di aver dato il massimo, affrontare la gara senza rimorsi cercando di superarsi ogni volta.
#7 Etica del Duro Lavoro
Abbiamo già visto che per ottenere dei risultati e continuare a migliorarsi, nello sport e nella vita, bisogna fronteggiare delle avversità.
È quindi necessario adottare un’etica del lavorare duramente, anche con sacrifici personali, per la piena realizzazione di sé.
#8 Stabilire e Raggiungere gli Obiettivi
Detto così può sembrare facile, in realtà per riuscire a ottenere i propri obiettivi bisogna essere in grado riconoscere i propri limiti e stabilire degli obiettivi precisi, concreti e realizzabili.
Serve quindi molta umiltà, autovalutazione e senso di analisi.

In assenza di queste capacità è fondamentale il ruolo del maestro, che deve prepararci e portarci alle gare adatte al nostro livello.
Resta comunque una qualità incredibilmente importante da avere, sia per poter scegliere in autonomia, ma anche per stabilire e raggiungere obiettivi intermedi, anche extra-sportivi, come universitari e lavorativi.
#9 Allenabilità
L’allenabilità è avere l’umiltà e la disponibilità a farsi allenare, in parole povere: la capacità di fidarsi e di “mettersi nelle mani dell’allenatore” accettando e condividendo:
- Obiettivi (intermedi e finali)
- Strategia individuata per raggiungerli
- Metodi di allenamento (tipo, quantità ecc)
#10 Perfezionismo Adattivo
Perfezionismo adattativo vuol dire focalizzarsi su obiettivi specifici, sacrificando e escludendo altri interessi distrattori.
Per il perfezionista non esiste la sufficienza, tende sempre a raggiungere il 100% delle sue capacità.

C’è quindi un totale impegno e coinvolgimento, tale da restringe la libertà d’azione in altri campi.
Basta pensare alla cura della dieta, al tempo dedicato agli allenamenti e al riposo sottratto dallo svago con gli amici.
Talvolta questa capacità può eccedere e portare all’ossessione. L’allenamento infatti diventa uno stile di vita che gratifica l’atleta e lo completa, fino a diventare tutta la sua vita.
Serve quindi un buon senso critico e intelligenza sportiva per capire quante risorse, tempo e impegno dedicare allo sport. Il rischio è quello di dedicarcisi completamente e incondizionatamente, trascurando le altre aree della vita.
#11 Alto Livello di Disposizione alla Speranza
Per alto livello di disposizione alla speranza si intende una sensazione individuale di essere in grado di eseguire prestazioni di successo seguendo un percorso già individualizzato come capace di condurre alla meta.
In breve, avere fede in ciò che si sta facendo:
Avere fede nel proprio maestro, negli insegnamenti ricevuti, nelle proprie capacità, essere quindi convinti che tutti gli sforzi fatti porteranno al risultato desiderato.
Da non confondere con la fiducia (vista precedentemente) che riguarda principalmente le proprie capacità psicofisiche, la disposizione alla speranza è invece un atteggiamento mentale simile all’ottimismo e di fiducia in fattori esterni.
#12 Ottimismo
Un’altra caratteristica comune a tutti i campioni è l’ottimismo e la positività che trasmettono.
Attenzione, essere ottimisti non vuol dire essere illusi e vedere sempre, a prescindere, in modo positivo anche eventi negativi.
Una persona ottimista cerca invece di sfruttare qualsiasi situazione a suo vantaggio, trovando in una difficoltà una nuova opportunità.
Un esempio:
Un infortunio è sicuramente uno degli eventi più disastrosi nella carriera di un atleta. Essere positivi non vuol dire ringraziare di essersi fatti male, ma piuttosto prenderne atto e non arrendersi/colpevolizzarsi. La riabilitazione offre infatti all’atleta nuove opportunità di crescita personale: più tempo da dedicare alla famiglia, ad altri hobby e anche all’allenamento di capacità precedentemente sottovalutate o carenti, come la tattica, la mobilità e il mental training delle capacità psicologiche.
Inoltre, a parità di bravura e competenze, una persona ottimista ha sempre più possibilità di successo rispetto ad una pessimista.
Questo perché un’altra differenza che c’è tra un pessimista e un ottimista sta nella spiegazione delle cause degli eventi esterni. Al modo in cui si pensano successo e fallimento:
- Il pessimista attribuisce a sé stesso tutta la colpa quando le cose vanno male (sono una schiappa, sbaglio sempre) e alla fortuna o agli altri tutto il merito quando le cose vanno bene (ho vinto perché ha sbagliato il mio avversario, non perché ho fatto bene io).
- L’ottimista invece attribuisce la colpa alla sfortuna o a propri errori temporanei e marginali in caso di sconfitta (ho perso l’equilibrio perché era bagnato il tatami; può capitare che gli ufficiali di gara sbaglino ad arbitrare, questa volta il verdetto è stato ingiusto nei miei confronti) e in caso di successo a propri meriti e qualità permanenti (in gara do sempre il massimo, non sbaglio mai nel momento decisivo).
In tal senso essere ottimisti vuol dire prevedere e giudicare favorevolmente il corso degli eventi.
Es. accettazione e superamento dell’errore.
Capacità Mentali del Karateka
Abbiamo appena visto le principali capacità mentali che un atleta deve possedere secondo lo studio “Psychological characteristic and their development in Olympic champions”, Gould e Dieffenbach – International Journal of sport Psychology, 2002.
Attenzione però!
Nessuna persona potrà eccellere in tutte le capacità sopra elencate. Anche i più grandi campioni di karate possiedono solo una parte di queste abilità.
Facciamo qualche esempio inventato per capire meglio questa mia ultima affermazione:
- Un atleta può avere una grandissima etica del lavoro e motivazione ma non riuscire a fronteggiare l’ansia pre-gara o superare momenti difficili (resilienza), quindi abbandonare alla prima sconfitta o infortunio
- Un altro potrebbe essere estremamente ottimista e fiducioso delle proprie capacità ma non essere in grado di selezionare i giusti obiettivi e quindi scontrarsi contro avversari al di fuori della sua portata
- Capita spesso di vedere atleti estremamente promettenti, con scarsa intelligenza sportiva e di goal setting. Non riescono quindi a capire dove concentrare le proprie energie e si esauriscono facendo ogni gara possibile immaginabile
Come puoi immaginare, ogni persona è unica e complessa.
Non ha quindi senso cercare di imitare il grande campione o cercare di rendere uguali tutti i tuoi atleti.
Se vuoi diventare un bravo atleta di karate o vuoi allenare al meglio i tuoi ragazzi dovrai quindi considerare e allenare tutte queste capacità mentali, identificando i tuoi punti di forza e lavorando sui tuoi punti deboli.