So che pronunciare i nomi dei kata giapponesi può essere molto difficile per chi non parla giapponese, ma non preoccupatevi, ci sono io ad aiutarvi.
C’è solo una semplice strada che dovete seguire per ottenere la corretta pronuncia.
In questo video vi spiegherò come padroneggiare le pronunce di tutti e 26 i kata dello Shotokan.
Arrivo dritto al punto: l’unica regola che dovete seguire è quella del ritmo. Alcune persone si confondono, ma ci sono tre tipi di ritmo:
Jion, Gan-kaku, Kanku—Dai,
Jiin, Wan-kan, Gojushiho-sho,
Visto? Ci sono solo questi tre tipi di ritmo. Il tipo a una sillaba, il tipo a due sillabe veloci, e il tipo a due sillabe lente.

Ho organizzato tutti e 26 i kata in questi tre tipi di ritmo, quindi iniziamo con il primo:
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Ritmo ad 1 sillaba:
Jion
Jion è il nome di un tempio risalente all’antica Cina ed entrambi i kanji significano “misericordia, felicità e bontà”.
Ritmo a due sillabe corte:
Wan-kan
Wan significa “re” e kan significa “corona” quindi Wankan significa sostanzialmente “una corona per il re” simile al movimento all’interno del kata dove le braccia si posizionano in alto a “formare” la corona del re.
Gan-kaku
Gan significa “roccia” e kaku significa “gru”, quindi significa “gru sulla roccia”, come nel tipico movimento contenuto nel kata su una sola gamba.
Jitte
Ji significa “dieci” e te significa “mano”, dunque, poiché ci sono molti movimenti delle mani in Jitte, il significato è “dieci mani”.
En-pi
En significa “rondine” e pi significa “volare”, dunque i movimenti di Enpi somigliano a un uccello che vola.
Chin-te
Chin significa “unico” e te significa “mano”, quindi ci sono molti movimenti unici in Chinte, come saltare indietro con le mani unite, dunque il significato è “mani uniche”.
Mei-kyo
Mei significa “luminoso” e kyo significa “specchio” e molti dei movimenti in Mei-kyo fanno la stessa identica cosa a destra e a sinistra.
So-chin
So indica qualcosa che è “vasto” ed “enorme” e chin significa “pace” o “stare tranquillo” quindi il significato principale di Sochin sarebbe “mantenere qualcosa di grande” o “rimanere davvero concentrati sul terreno”. Le posizioni di Sochin sono molto rigide e basse.
Un-su
Un significa “nuvole” e su significa “mano” quindi sono presenti movimenti come quelle iniziale dove le mani si muovono per rimuovere la nuvola di mezzo. Unsu significa quindi “mani di nuvola”.
Han-Getsu
Han significa “mezzo” e getsu significa “luna” e i movimenti delle gambe di Hangetsu sono come una mezza luna.
Ritmo a due sillabe lunghe:
Heian – shodan, Heian – nidan, Heian – sandan, Heian – yodan, Heian – Godan, Tekki – shodan, Tekki – nidan, Tekki – sandan,
Kanku – dai
Kan significa “guardare” e ku significa “cielo”, nel primo movimento di Kanku dai state guardando il cielo, quindi rappresenta un Kata dove si guarda al cielo e si fa un grande movimento.
Kanku – sho
Kanku sho. Come spiegato in Kanku dai, Kanku significa guardare in alto nel cielo e Sho significa “piccolo”, quindi Kanku Sho significa “guardare a un piccolo cielo”.
Bassai – dai
Ba significa “rompere” sai significa “fortezza” o “castello” e dai significa “grande”, quindi Bassai Dai sostanzialmente significa “irrompere in un grande castello o fortezza”.
Bassai – sho
Bassai sho, come già spiegato per Bassai dai, bassai significa “irrompere in un castello o fortezza” e sho significa “piccolo”, quindi è “irrompere in un piccolo castello”
Gojushiho – dai
Gojushi significa “54”, ho significa “passi” e dai significa “grande”, quindi ci sono 54 passi in questo kata.
Gojushiho-sho
Gojushiho sho significa 54 passi in una versione ridotta. Ha movimenti più piccoli paragonato a Gojushiho dai.
Niju –shiho
Niju shi significa 24, ho significa passi e il kata Niju shiho ha 24 passi.
Spero che questo possa servirvi come dizionario per pronunciare in giapponese i nomi dei kata dello Shotokan. Fatemi sapere nella sezione commenti qui sotto quale kata che secondo voi è il più difficile da pronunciare.
Articolo tradotto con l’autorizzazione dell’autore Yusuke Nagano, a cura di Valentina Zucchetto.
Ci vediamo al prossimo video.
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Articolo tradotto con l’autorizzazione dell’autore Yusuke Nagano, a cura di Valentina Zucchetto.