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Karate: la storia, le regole e la filosofia

Ecco  cos'è il Karate, cosa significa, come si pronuncia, la storia, le tipologie, le regole, gli stili, e come cominciare!

Guida al Karate

Il Karate è un’arte marziale nata come metodo di difesa a mani nude. Non è quindi un semplice sport, e non è solo una filosofia di vita.

Io ho dedicato la mia vita al Karate. È una scelta di cui non mi pento nemmeno un giorno. Adesso ti spiego il perché.

Cos’è Il Karate

Il Karate come ti ho accennato è un’arte marziale nata come metodo di difesa personale.

Negli anni si è evoluto in uno sport da combattimento a contatto controllato, dove si utilizzano tecniche di percussione con gli arti superiori, inferiori e tecniche di proiezione e chiusura al suolo.

Nello studio delle tecniche di difesa personale si aggiungono tecniche di leve articolari, strangolamenti e percussioni con tutte le parti del corpo.

Non è stato facile definire il Karate in una sola affermazione, soprattutto per chi, come me, ne pratica diverse “forme”.

Infatti, sono tante le definizioni ben più povere di Karate, che si ritrovano nell’uso comune: 

  • Il Karate un’arte marziale.
  • Il Karate è uno sport da combattimento.
  • Il Karate è una filosofia di vita.
  • Il Karate è un’attività motoria.
  • Il Karate è una disciplina.
  • Il Karate è un metodo di difesa personale.

Le 3 Aree del Karate moderno

Passiamo adesso al Karate moderno.

Il karate praticato oggi lo puoi dividere in tre grandi macro aree:

  1. Il Karate Sportivo
  2. Il Karate Benessere
  3. Il Karate Difesa Personale
Karate Sport, benessere, difesa personale

Vedrai nel dettaglio le diverse caratteristiche nei prossimi paragrafi.

Karate Cosa Significa

Karate significa Mani vuote.

Iniziaemo dal principio: 

Originariamente il metodo di combattimento che è alla base delle pratiche di oggi si chiamava To-de (mano cinese), nel prosieguo dello sviluppo di questa arte diventa Kara-Te (mano vuota)

Tode vs karate

Ti spiego perchè è avvenuto il cambiamento.

La Storia del Karate

Per scoprire la storia del Karate, dobbiamo partire dal To-de.

Innanzitutto il To-de nasce come sistema di difesa a mani nude nell’isola di Okinawa, dove una commistione di stili di combattimento arcaici presenti sull’isola si fondono con le esperienze derivanti dai rapporti con la Cina.

Okinawa e la Cina sono infatti molto vicine: la Cina dista esattamente 390 miglia da Okinawa.

La Cina nel periodo di fine ‘800 era fonte di scambio per Okinawa e le merci venivano importate ed esportate abitudinariamente.

In questi interscambi non vi furono solo passaggi di merci ma anche di abitudini, conoscenze e approfondimenti culturali. Il To-de non fu da meno! 

La Cina era notoriamente permeata di arti marziali, il Quanfa o Kung Fu era già presente, studiato e applicato in tutto il paese.

Molti praticanti di To-de Okinawense furono influenzati da questi interscambi, e così nasce un’arte di combattimento a mani nude di matrice cinese, giustappunto “Mano cinese”.

Diventa poi un’arte dell’isola di Okinawa e si utilizza la definizione di Mano di Okinawa 沖 縄 手, Uchinaa-dii.

All’interno dell’isola si sviluppa, nonostante la vicinanza tra loro, in 3 distinte città, e in ognuna di queste con metodi e stili differenti:

  • Shuri-te
  • Naha-Te
  • Tomari-Te

Dal nome delle tre città di Okinawa.

Okinawa: Shuri, Tomari, Naha

In questa isola, ancora al tempo non annessa al Giappone – Okinawa era un Regno con una propria indipendenza – si ha la nascita del progenitore del Karate, il To-de, la mano cinese che diviene mano di Okinawa.

Nonostante l’annessione di Okinawa al Giappone, già dal 1879, ancora l’isoletta vive una sua indipendenza: ha un suo dialetto, sue usanze e ancora non è Giapponesizzata.  

Nel 1921 durante uno dei suoi viaggi di istruzione in Europa (venne anche in Italia e a Città del Vaticano) il principe ereditario Hirohito visita le isole di Okinawa. 

In questa occasione tra le varie cerimonie di accoglienza c’è quella della presentazione delle arti dell’isola e tra queste viene esibito il To-de.

In questa occasione Funakoshi venne incaricato di dirigere una dimostrazione di karate fatta dagli studenti. 

Il gruppo della prima esibizione di Tode a Okinawa il 06-03-1921

Nel 1922, un anno dopo questo avvenimento, a Kyoto venne organizzata una dimostrazione nazionale di educazione fisica, e – ancora una volta – Gichin Funakoshi ebbe il compito di presentare il karate di Okinawa.

Ancora si chiamava To-de come riportato nel primo libro del M° Funakoshi “Tō-te Ryūkyū Kenpō”. In questo libro compare la foto quì riportata, e Funakoshi si riferisce all’evento come a una dimostrazione di Karate [scritto come 唐手 / mano Cinese].

Dobbiamo aspettare il 1935, in un’epoca di crescente militarismo giapponese, quando il maestro scrive il suo terzo libro per avere il nome moderno: “Karate-Dō Kyōhan” [空手道教範]. 

Nel capitolo n.1, all’interno del paragrafo intitolato “Il significato di Kara” [空の意義 dove 空 ha il significato di “vuoto”], Funakoshi ci dice che:

Se si inizia a scrutare il colore del cosmo, tutto equivale al vuoto. Il vuoto cioè non è l’assenza di colore, bensì la presenza di tutti i colori. Le arti marziali sono molteplici, jū, la sciabola, la lancia, il bastone. Tuttavia, se si inizia a riflettere su di esse, si noterà che sono completamente nel solco del Karate [空手]. In altre parole, il Karate è la radice di tutte le arti marziali. Che ciò che è visibile è vuoto e vuoto è identico a visibile. Il carattere 空 presente in Karate [空手] si riferisce anche a questo.

I kanji che compongono la parola To-de 唐手 diventano 空手 Karate

Cosa Significa Do nel Karate

Do in Karate-do vuol dire: la via.

Il Karate non è il Karate-do!

Mi raccomando però, Do non è la via con il civico di residenza!

La via intesa come percorso, come strada da seguire, come cammino che conduce. 

Tutte le discipline giapponesi considerate un’arte sono legate al suffisso DO.
Alcuni esempi: Sho-do, Cha-do, Ju-do, Ken-do, Aiki-do, Kyu-do, KARATE-DO.

Se conosci le arti marziali sopra citate ma non le prime due, devi sapere che sono l’arte della scrittura e l’arte della cerimonia del tè. Come vedi non solo arti marziali (Bu-do) ma anche arti “artistiche”.

Il Karate passa da mero sistema di difesa e diventa DO.

Si deve al DNBK (Dai Nippon Butoku Kai) l’introduzione del suffisso 道 “dō” (via) al posto di 術 “jutsu” (tecnica) a rafforzare il significato di arte per “coltivare lo spirito”.

DNBK

Come per la storia del Karategi e le cinture molto lo dobbiamo al nostro cugino Ju-Do. 

Visto che prima del Karate il ju-jitsu era passato dalla revisione dell’immagine e dei contenuti per poter essere accreditato dal DNBK come Ju-do, ci siamo ispirati alla via della cedevolezza per entrare a far parte di una cerchia ristretta di arti riconosciute. 

Le richieste del DNBK che si incentravano sulla necessità che il Karate sviluppasse un curriculum di insegnamento uniforme differenziandosi dalle proprie origini cinesi, che adottasse un uniforme standard di allenamento, che assegnasse un sistema di graduazione, che sviluppasse un sistema di competizioni e che riducesse ulteriormente gli aspetti più violenti ancora presenti nella pratica. 

Erano state quasi completamente esaudite (mancava ancora un sistema di competizioni cui però Funakoshi si oppose fermamente e che avrebbe tardato ancora un paio di decenni prima di affermarsi).

Nel dicembre del 1933 il Dai Nippon Butoku Kai ratificò il riconoscimento del Karate-do (la Via della Mano Vuota) come Arte del Budo Giapponese.

Il nuovo termine “karate-do” – formalmente riconosciuto in Giappone dal DNBK – non venne subito accettato ufficialmente ad Okinawa fino a quando, nel 1936 e dopo forti resistenze, una riunione dei più importanti maestri dell’arte, ne sancì l’accettazione.

I più illustri maestri dell’epoca, Chojun Miyagi, Chotoku Kyan, Chomo Hanashiro, Kentsu Yabu, Shimpan Shiroma, Choki Motobu, Chosin Chibana, concordarono sulla necessità del cambiamento.

Per raggiungere la popolarità e allargare la conoscenza del karate il cambiamento era necessario, i tempi lo imponevano.

Karate come si pronuncia

Se hai dei dubbi su come si pronuncia Karate ti capisco!

Tutte le volte che me lo hanno chiesto non credo di essere riuscito a spiegarne la risposta.

Il Giapponese non ha accenti e tutte le sillabe hanno lo stesso peso. 

E quindi? quindi non sarà Karatè, Kàrate e nemmeno karàte quindi la pronuncia è neutra. 

Di fatto la parola è composta da due separate:Kara e te.
Prova a dire le due parole separatamente, senza accenti, ecco, quella è la pronuncia

Se volete sentirlo da un Giapponese provate con questo video.

Karate come si scrive

Karate si scrive senza accenti di tipo o sorta. Semplicemente Karate.

Se poi vuoi sapere come si scrive Karate in giapponese, ecco qua:

空手

semplice no?

Kara 空 è composto da 8 segni

Te 手 è composto da 4 segni

Kara lo puoi trovare in molte parole giapponesi e alcune sono di tua conoscenza, come Karaoke 空オケ: senza orchestra e ovviamente Karateka 空手家: praticante di Karate 😉

Chi ha inventato il Karate

Il Karate non lo ha inventato nessuno! O meglio, non conosciamo il primo cha ha deciso di creare il  metodo di combattimento di Okinawa.

È come chiedere: chi ha inventato lo Sci? boh! le necessità metereologiche e del territorio hanno fatto sì che si sviluppasse un sistema di locomozione su neve su due pezzi di legno.

Ecco, anche nel Karate, inteso come To-de, la risposta è pressoché simile: le necessità di difendersi da attacchi alla persona da parte di persone malintenzionate ha fatto sì che venissero a crearsi metodi di difesa/offesa efficaci. 

Se invece vuoi sapere chi ha categorizzato e organizzato dei sistemi di combattimento a mani vuote allora la lista è lunga. 

In molti hanno abbracciato delle tipologie specifiche di tattica e/o tecnica e hanno creato il loro stile.

Karate Stili

Gli stili del Karate: Elenco completo

Gli stili di Karate sono oltre quaranta. Per darti un primo assaggio, ecco l’elenco di tutti gli stili del karate in ordine alfabetico:

  1. Ashihara
  2. Budokan
  3. Chidokwon Karate
  4. Chito-Ryu
  5. Daido Juku
  6. Enshin
  7. Fudokan
  8. Gensei-Ryu
  9. Go Kan-Ryu
  10. Goju-Ryu
  11. Gosoku-Ryu
  12. Isshin-Ryu
  13. KishimotoDi
  14. Koryu Uchinadi
  15. Kuma-Ryu
  16. Kyokushinkai
  17. Matsubayashi-Ryu
  18. Motobu-Ryu
  19. Ryuei-Ryu
  20. Ryukyukan Karate
  21. Sankukai
  22. Sanshinkai
  23. Seido juku
  24. Seidokaikan
  25. Shidokan
  26. Shindo Jinen-Ryu
  27. Shinseikai
  28. Shito-Ryu
  29. Shorei-Ryu
  30. Shorin-Ryu
  31. Shorinji-Ryu Kenkokan
  32. Shotokan
  33. Shudokan
  34. Ten-Ryu Kai
  35. Tenchinkan
  36. Tokitsu-Ryu – Jiseido
  37. Toon-Ryu
  38. Uechi-Ryu
  39. Wado-Ryu
  40. Washin-Ryu
  41. Yoshukai

Gli stili più diffusi sono: Shotokan, Shito-Ryu, Goju-Ryu, Wado-Ryu, Kyokushinkai, Uechi-Ryu.

Ma cosa vuol dire stile nel Karate?

In giapponese si parla di Ryu o ryuu 流 che letteralmente si traduce come metodo, stile, forma d’arte ma anche flusso di acqua.

Come un flusso di acqua che scorre, così la conoscenza di uno stile fluisce tramandandosi di generazioni in generazioni.

Differenze negli stili di Karate

Ogni stile di Karate ha le sue peculiarità, ed è impossibile riunirle in un semplice paragrafo. Ho deciso però di darti un primo colpo d’occhio elencandone alcune evidenti.

Ecco quindi alcune delle differenze che caratterizzano i diversi stili:

Stile/RyuOrigineDerivato da:CaratteristicheN° KataFondatore
Shotokan
Shotokanryu_logo
GiapponeShorin-Ryu/Shorei-RyuPosizioni profonde, tecniche lineari26 KataFunakoshi Gichin
Shito-Ryu
Shitoryu_logo
Giappone e OkinawaShuri-te/Naha-tecircolarità movimenti, posizioni naturali94 KataKenwa Mabuni
Goju-Ryu
gojuryu_logo
OkinawaNaha-te, Fujian stile Gru biancaPotenza, uso respirazione, 12 KataChojun Miyagi
Wado-Ryu
Giappone e OkinawaShindo Yoshin Ryu , Tomari te, ShotokanSpostamenti evasivi, Tai sabaki15 KataHironori Otsuka
Kyokushinkai
GiapponeShotokan, Goju RyuEstremamente duro23 KataŌyama Masutatsu
Uechi-Ryu
OkinawaPangai-noon Kung Fu, Naha-teMovimenti circolari, tecniche Tigre, Drago, Gru8 KataKanbun Uechi

Il Karate Moderno

Il Karate Moderno lo possiamo dividere in due distinti periodi: post Funakoshi Gichin e post diffusione di massa.

Funakoshi Gichin lascia un Karate Shotokan molto lontano dalle origini, un Karate “rivisto” dove poco è rimasto del To-de appreso ad Okinawa ma è molto lontano anche dal Karate che pratichiamo oggi. 

Su richiesta della DNBK (Dai Nippon Butoku Kai) il Karate per poter rientrare nell’olimpo delle discipline del Budo doveva avere caratteristiche precise:

  1. Un’uniforme standard di allenamento; 
  2. un sistema di graduazione; 
  3. un sistema di competizioni; 
  4. che riducesse ulteriormente gli aspetti più violenti ancora presenti nella pratica.

Puoi concordare con me che per ottenere gli ultimi due punti c’era bisogno di una notevole rivoluzione. 

Per portare il Karate alle competizioni c’era bisogno delle regole, quindi di restrizioni, contenimenti e limitazioni.

Per ridurre gli aspetti violenti di un’arte creata per essere efficace (per uccidere) come sistema di difesa, c’era da ridurre molto del Karate presente.

L’apertura dell’insegnamento nelle scuole, elementari per giunta, finisce per limare molto del Karate efficace che oggi ricerchiamo. 

Nascondere la violenza dietro gestualità ginniche e atte al benessere: questo lo scopo di Funakoshi e il volere del Giappone. 

Il colpo che uccide diventa Heian (Pace e tranquillità).

Tecnicamente il Karate di Gichin Funakoshi si sposta verso posizioni più lunghe, introduzione di tecniche di calcio al viso, movimenti più ampi, contrazioni muscolari, combattimento libero, Kihon, Kata eseguiti per competere, dove la forma è più importante della sostanza.

Tutto questo avviene grazie/a causa del figlio terzogenito Funakoshi Yoshitaka (Gigo) e dei collaboratori che insegnano nel dojo Shotokan di Tokyo: Egami e Hironishi più di altri.

Karate_Gigo_Funakoshi
Yoshitaka (Gigo) Funakoshi

Nascono i combattimenti prestabiliti, presi da Yoshitaka in prestito dalla pratica del Kendo e nuovi Kata a coppie simili al Jujitsu giapponese.

Il M° Yoshitaka modificò anche i kata appresi dal padre abbassando le posizioni e rendendoli più veloci e dinamici, di fatto però stravolgendone i sottili significati che ne avevano accompagnato la creazione (egli era interessato solo all’aspetto combattivo del karate, in totale disaccordo con il padre che invece metteva l’accento sui principi etici e salutistici dell’arte).

Yoshitaka ed i collaboratori con l’introduzione di nuove tecniche di calcio finora non contemplate nel Karate di Okinawa (dove esistono solo Mae geri e Yoko geri gedan) si rendono conto dell’inefficacia delle tecniche di parata contenute nei kata contro quest’ultime.

Le tecniche profonde non si confanno alle parate ideate nel combattimento a corta distanza per il quale nasce il To-de/difesa personale. 

Funakoshi figlio, Egami e Hironishi, cambiano il Karate e fanno dello Shotokan quello che oggi conosciamo.

E gli altri stili?

Molti stili subiscono sorti comuni a quelle dello Shotokan, la morte del fondatore sfocia spesso in una disputa su chi succederà come caposcuola.

Molti dei non scelti fondano una loro linea di stile.

Lo Shitoryu si scinde in scuola Shitokai dove Iwata reclama la discendenza diretta dello Shito-ryu; Mabuni Kenzo, figlio del fondatore fonda la Seito Shito Ryu. Altre correnti fondano scuole diverse.

Stessa sorte per il Goju Ryu che con la morte di Miyagi si trova senza nomina diretta del successore e conseguente autoproclamazione da parte di molti. Viene eletto Miyazato e sotto la sua supervisione si allenano nel dojo Jundokan molti dei maestri conosciuti al mondo per questo stile.

Anche nel Goju si contrappongono scuole diverse e in particolare il Goju di Okinawa e quello Giapponese del M° Yamaguchi.

Esportazione del Karate

Dopo la seconda guerra mondiale lo sviluppo delle diverse scuole passa attraverso l’esportazione a occidente dell’arte Karate. 

Diversi Maestri vengono incaricati dalle scuole nipponiche di diffondere l’arte in Europa e nelle americhe. 

Siamo a metà del 900 ed il Karate si affaccia in Europa e in Italia. Principalmente viene diffuso lo Shotokan della JKA che sistematicamente invia docenti nei paesi per la diffusione dell’arte.

Anche negli USA si ha una grande diffusione del Karate. Sono due le motivazioni della diffusione:

  • I marines americani che hanno appreso il karate a Okinawa.
  • I maestri giapponesi emigrati nel dopoguerra.

Tra questi molti Shotokan: Nishiyama, Okazaki, Mikami e altr. Alcuni coreani introducono anche il Karate coreano (ancora non chiamato Taekwondo).

karate_japanese_italy

Tra i primi Giapponesi ad insegnare in Italia abbiamo: Hiroshi Shirai e Tetsuji Murakami.

Tra i primi a praticare Karate in Italia al “Judo Kodokan” di Firenze, diretti dal Maestro Vladimiro Malatesti, gli allievi Piccini Dino (il mio 1° maestro di Karate), Bettoni, Brogi Emilio, Pier Luigi Campolmi, Romani, Piazzesi, Picchi e Notari.

Da questo gruppo nacque la prima federazione FIK con presidente e direttore tecnico Malatesti. 

Le mosse del Karate

Chiunque abbia praticato il Karate si è sentito rivolgere questa domanda:

“Fammi vedere una mossa”

Tra l’imbarazzo e l’indecisione hai sicuramente glissato l’argomento e con un sorriso hai salutato l’amico.

Le soluzioni potevano essere di due tipi: o la precedente, molto elegante, o un kizami zuki ben assestato per zittire tutti (ma ogni Karateka ripudia la violenza, specialmente se solo per mettersi in mostra!).

Scherzi a parte, le mosse del Karate o meglio le tecniche del Karate sono davvero tante, si dividono sostanzialmente in tre: 

  1. Tecniche con gli arti superiori
  2. Tecniche con gli arti inferiori 
  3. Tecniche di proiezione

Una ulteriore divisione potrebbe essere per tipologia:

  1. Tecniche di parata (uke waza)
  2. Tecniche di attacco
    1. pugno (Tsuki waza)
    2. percosse (uchi waza)
    3. calcio (geri waza)
    4. gomito (Hiji waza)
    5. ginocchio (Hiza waza)
    6. testate (atama waza)
  3. Tecniche di leva (Kansetsu waza)
  4. Tecniche di immobilizzamento (Osae Komi waza)
  5. Tecniche di proiezione (Nage waza)
  6. Tecniche di spazzata (Harai Waza)
  7. Tecniche di strangolamento/soffocamento  (Shime waza)
  8. Tecniche a terra (Ne waza)
  9. Tecniche di presa (Tori waza)

Il tutto coadiuvato da:

  1. Posizioni (Tachi Kata)
  2. Cadute (Ukemi waza)
  3. Guardia (Kamae waza)
  4. Spostamenti (Ashi sabaki waza)
karate_tecniche

Scarica il tabellone con tutte le mosse di Karate in alta definizione

Karate come difesa personale

Prima di affrontare l’argomento del Karate come difesa personale, voglio premettere un importante assunto di base: per poter essere efficace un sistema di difesa personale deve essere padroneggiato. 

Karate Difesa Personale

Non esistono tecniche e principi segreti che provati una sera per mezz’ora, con un compagno accondiscendente, risultino poi applicabili nella realtà!

Detto questo, molti dei contenuti del Karate sono davvero efficaci.

Spesso si sente parlare di sistemi di difesa come Krav Maga o Systema o altri. Molti dei contenuti di questi sistemi di difesa sono presenti anche nel Karate (e nel Ju jitsu), e da lì provengono.

Perchè allora sono così popolari e spesso preferiti per la difesa personale? Perchè hanno creato un sistema di allenamento semplificato, dove non ci sono regole sportive che limitano i colpi e dove vengono escluse le tecniche “difficili” per concentrarsi su soluzioni immediate e di facile apprendimento. Inoltre, vengono studiate le situazioni tattiche di aggressione sotto stress.

Ma torniamo al Karate. 

Perchè sia efficace come difesa personale dobbiamo fare un distinguo su quale karate:

Tipo KaratePro alla difesa personaleContro alla difesa personale
Karate Sportivo Kumitesenso distanza, capacità reazione, rapidità, tatticaDisabitudine al contatto (ricevuto e offerto), utilizzo di tecniche limitato, assenza tecniche al suolo
Karate Sportivo Katastudio di tecniche ampiopotenza e focusDisabitudine al contatto e alla tattica, scarso uso della distanza, assenza tecniche al suolo
Karate a contatto pieno (Kyokushinkai e derivati)Abitudine al colpo, al contatto, potenzaTattica compromessa dalla mancanza di pugni al volto e proiezioni, assenza tecniche al suolo
Karate matrice Okinawense
Uechi Ryu, Goju Ryu
Tecniche corta distanza efficaci, abitudine al focus, abitudine al contatto, tatticaAssenza di tecniche al suolo

Karate Come Sport

Il Karate diviene sport, come abbiamo già visto, anni dopo la richiesta del DNBK (Dai Nippon Butoku Kai), che prevede che il Karate per essere tra le discipline del Budo deve avere un regolamento di gara. 

Funakoshi Gichin si oppone fermamente a questo punto ed il primo campionato Giapponese di Karate si tiene solo dopo la sua morte nel 1957 (vinto nel Kumite dal M° Kanazawa).

Karate Sport

Da quel momento una forte spaccatura ha diviso e continua ad essere motivo di divisione:

  • Gara di Karate
  • Karate senza gare

Purtroppo non è l’unica spaccatura nel Karate. All’interno del Karate con gare (o Karate sportivo o Sport-Karate) ci sono differenti federazioni che praticano le competizioni con regolamenti diversi tra loro, e quindi metodi di allenamento diversi.

La World Krate Federation – federazione mondiale del Karate – (WKF) è l’unica riconosciuta dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO) come responsabile per la competizione di Karate nei giochi olimpici. La WKF ha sviluppato regole comuni che governano tutti gli stili. In Italia la WKF è rappresentata esclusivamente dalla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo, Lotta, Karate e Arti Marziale).

Sul fronte Karate Sportivo va precisato che, oltre alla WKF, ci sono realtà diverse che enfatizzano il combattimento, nelle cui competizioni si può vincere anche per KO.

Gare di Karate: Regolamento di gara WKF

Le gare di Karate si suddividono in 2 specialità (4 se consideriamo le prove a squadre) e ciascuna in categorie:

Kumite (combattimento) individuale: due avversari si affrontano sulla durata di 3’ effettivi con l’obiettivo di vincere per differenza punti; i punti vengono attribuiti con l’effettuazione di tecniche valide nei bersagli con valore:

  • 1 punto per le tecniche di pugno
  • 2 punti per le tecniche di gamba al tronco
  • 3 punti per le tecniche di gamba al volto e proiezioni chiuse con un colpo valido

Ci sono poi le ammonizioni che regolano l’incontro con due differenti tipologie che sono solo avvertimenti fino alla somma di 4 (dello stesso tipo) dove avviene la squalifica e l’assegnazione della vittoria all’avversario.

Nel Kumite individuale le categorie sono suddivise in pesi circa di 5 kg ciascuno.

Kumite a squadre: 3 donne oppure 5 uomini si affrontano a squadre. Il combattimento avviene sempre individualmente ma la vittoria avviene per maggior numero di vittorie individuali. 

Se vuoi vedere un incontro di Kumite inizia da questo:

Aghayev e Busà sono due campionissimi da cui c’è tanto da imparare. Se ti chiedi come si allenano possiamo risponderti anche a questo! Abbiamo infatti ripreso in esclusiva un loro allenamento insieme, che trovi proprio qui:

Le competizioni di combattimento vengono effettuate con tabellone a eliminazione diretta con ripescaggi.

La specialità Kata (forme) può essere individuale o a squadre. 

La prova viene scelta dal candidato che effettua il Kata che preferisce (Tokui Kata). Il giudizio avviene attraverso un punteggio espresso da 7 o 5 arbitri. I contendenti vengono raggruppati a seconda del numero di partecipanti in sottogruppi da 6 a 12. I migliori 4 accedono al turno successivo e vanno a riformare ulteriori gruppetti da 8 atleti. 

Si procede fino alla determinazione dei migliori 3 per gruppo dove ci sarà uno scontro diretto per determinare il primo, il secondo ed i tuoi terzi.

Anche qui ti portiamo un esempio di gara con Mattia Busato, il più forte italiano nel Kata maschile di adesso che andrà anche alle Olimpiadi:

Lo abbiamo anche intervistato in esclusiva e siamo suoi media partner per le Olimpiadi. Seguici su Instagram per scoprire tutti i suoi segreti. Intanto, ecco la sua intervista!

Unica aggiunta nella prova a squadra dove ogni team è composto da 3 atleti dello stesso sesso è la difficoltà della sincronia e l’applicazione del kata (Bunkai) dove 1 dei tre componenti dimostra, difendendosi dai due compagni, il significato contenuto nel kata eseguito precedentemente. 

Karate: Come Iniziare

Semplice: compra un Karategi, levati le scarpe e fai un bell’urlo!

Iniziato!

A parte gli scherzi come iniziare è semplice, trova un bravo Maestro e una buona scuola! Ce ne sono tante. Se sei di Firenze o dintorni puoi venire a trovarmi all’AKS di Sesto Fiorentino ad esempio!

Innanzitutto ti consiglio di leggere la nostra guida su come scegliere un arte marziale, soprattutto gli ultimi due paragrafi: 

Poi scelto il corso che fa per te, buttati e prova, non c’è scelta migliore che tu potessi fare! Rotto l’indugio ti troverai immerso nel fantastico mondo di questa Arte.

Cosa Allena Il Karate

Il Karate è una disciplina sportiva che sviluppa la coordinazione degli arti superiori e inferiori, la lateralità, la coordinazione oculo-manuale e oculo-podalica, la mobilità articolare, la forza esplosiva e la rapidità, lo sviluppo dell’equilibrio statico, dinamico ed in volo

Generalizzando è un’attività aerobica con fasi anaerobico-alattacide.

Ma come per altri parametri già analizzati in precedenti paragrafi dipende dal tipo di Karate.

Non sarà uguale la resistenza di un Karateka che lavora prevalentemente sul kata piuttosto che un kumiteka, non uguale la forza utilizzata da chi lavora al sacco rispetto a chi lavora sempre al vuoto etc.

Quindi diverso karate diversa componente fisica allenata.

Quello che è positivo, soprattutto nel giovane (ma anche nell’adulto) è il lavoro di coordinazione e equilibrio, lo sviluppo di entrambi gli arti: superiori e inferiori e destro e sinistro.

Con il lavoro di kata in squadra si sviluppa in particolare la capacità di ritmizzazione.

Altri aspetti talora sottovalutati sono quelli psico-motori: lo sviluppo del SE e il confronto con l’ALTRO.

La concentrazione determinante nella pratica del Kata permette di sviluppare attenzione, controllo, confronto con se stessi. 

Il confronto con l’altro nel Kumite permette di vincere le paure o prendere coscienza di queste ultime, il rispetto delle regole e l’autocontrollo.

Uno degli aspetti più interessanti del Karate è proprio legato al Controllo: inteso come la capacità di controllare se stessi, sia dal punto di vista cinestetico, sia dal punto di vista mentale. 

Il controllo degli istinti e dell’aggressività permette lo sviluppo equilibrato di mente e corpo.

Perchè a piedi nudi

Oltre al Karategi e alle cinture, oltre alle “mosse del karate” e la famosa cintura nera, ulteriore caratteristica che tutti conoscono del Karate: si pratica a piedi nudi.

Questa abitudine nasce probabilmente dallo studio del karate ad Okinawa effettuato nelle stanze della casa del maestro e non nelle palestre (o dojo), talvolta all’aperto nei giardini; Come noto nelle case giapponesi si accede scalzi.

Ulteriori motivazioni sono di tipo biomeccanico in quanto il piede è ricco di recettori tattili (baroplantari) che permettono di gestire l’equilibrio, la posizione e il controllo del corpo.

Oggi combattendo con protezioni che avvolgono il piede è quindi impossibili da utilizzare con le scarpe, l’allenamento del karate si deve svolgere obbligatoriamente a piedi nudi.

Molti hanno reticenza nel piede scalzo, ma oggi la scienza dimostra come sia importante camminare a piedi nudi e come le scarpe modifichino la pressione sui meccanorecettori del piede, le informazioni da questi trasmesse al sistema nervoso centrale vengono falsificate e, pertanto, le catene muscolari vengono regolate in maniera errata, con conseguenza negative sulla salute.

Quindi conosciamo i nostri piedi e iniziamo ad usarli.

Perchè Scegliere il Karate

Perchè è uno stile di vita!

Praticare Karate non è soltanto mettere insieme dei movimenti, costruire delle sequenze tecniche, fare Karate è abbracciare uno stile di vita che comprende aspetti salutistici e tecnici, il fisico, aspetti culturali, la mente e aspetti di benessere olistico, il cuore. (Shingitai)

Perchè scegliere il Karate da piccoli?

Il Karate per Bambini è una disciplina completa (se sei interessato leggi l’articolo sul come scegliere un’arte marziale, per i più piccoli) perché si impara a canalizzare l’energia e a controllarsi, rispettare delle regole, confrontarsi con l’altro e con se stessi.

Per i più grandi oltre a quanto sopra si aggiungono irrobustimento fisico, la difesa personale, gli aspetti culturali e filosofici e tanto divertimento.

Karate: Quando Iniziare

Il Karate si può praticare dai 4 ai 104 anni, come citava uno slogan. 

Karate baby

Quindi si può iniziare sempre, ovviamente come chiarito in altri articoli, dipende dal tipo di Karate, non tutto il karate è adatto a tutte le età.

L’allenamento del kumite agonistico ad esempio non è adatto ai bambini di 6 anni ne tantomeno agli adulti di 50.

Il Karate a contatto pieno lo escluderei prima dei 16 anni.

È pur vero che i tecnici che insegnano karate con competenza e con cognizione scientifica modulano i corsi, dello stesso karate, con contenuti differenti a seconda del gruppo al quale lo propongono. 

Insegneresti mai la matematica delle superiori alle elementari?

Questa trasversalità del Karate permette anche un’evoluzione personale. 

Personalmente ho iniziato a 8 anni e sto proseguendo nella via da ormai 38; ovviamente il karate che ho praticato agli inizi, quello agonistico, quello dell’insegnante, quello del ricercatore, quello del blogger non è lo stesso ma una sua evoluzione.

Quindi iniziate il karate in qualsiasi momento e sicuramente vi darà motivo di appassionarvi e chissà se non diventi anche per voi uno “Stile di Vita”.

E ricorda prima di ogni lezione di fare il tradizionale Saluto del Karate!

 

6 commenti su “Karate: la storia, le regole e la filosofia”

    • Ciao Carlo, assolutamente sì. Il Karate è un percorso con se stessi di cui solo l’inizio è il punto certo 🙂

       
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  1. tutto vero,spiegato molto bene! questa e’ cultura che dovrebbero conoscere tutti i praticanti di karate! io pratico da 45 anni e sono un insegnante tecnico fijlkam 5° dan. Ho sempre fornito fotocopie di libri sul karate agli allievi per completezza, pratica e teoria devono andare insieme per una buona formazione del praticante! Complimenti, avete arricchito anche me di alcune parti di storia che non conoscevo! vi seguiro’ sempre! Osu……..

     
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    • Buongiorno Alessandro, le tue parole ci fanno estremamente piacere e onore. Siamo contenti di poterti fornire anche del materiale che puoi passare con un link e che ritieni di valore. È poprio il nostro obiettivo! Grzie 🙂

       
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    • Ciao Alena. Assolutamente NO! Sei giovanissima, ma soprattutto non esiste l’età giusta per iniziare, l’importante è farlo 😉

       
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