Il Saluto nel Karate è sicuramente tra i rituali maggiormente conosciuti nella disciplina. Il saluto alla maniera giapponese, dopo le cinture e il karategi, è sicuramente un simbolo di questa Arte Marziale.
Gli stessi maestri fondatori del Karate ed i successori hanno spesso posto l’attenzione sul Saluto Karate e sull’importanza dello stesso nella pratica. Basta pensare al Dojo kun o ai 20 precetti (Niju Kun) del precetti del M° Funakoshi.
Non dimenticare che il karate-dō comincia e finisce con il saluto (rei)
Niju Kun (Funakoshi)
Il Saluto Karate è ampiamente diffuso con metodiche e procedure diverse tra le varie organizzazioni, stili e scuole.
Te lo dico subito molto chiaramente: ognuno ha sue regole e quanto sto per scrivere non è istituzionalizzato e codificato.
Però almeno alcune regoli trasversali ci sono! Se preferisci ascoltarlo, ho realizzato anche un video dove ho spiegato a voce l’articolo, aggiungendo qualcosa sulla cultura giapponese. Più avanti trovi anche il video del Saluto vero e proprio!
Il rituale del Saluto nel Karate non deve essere una imposizione, un obbligo, ma la manifestazione di rispetto, presa di coscienza di se stessi, degli altri e del Karate stesso.
Con il Saluto ci si predispone alla pratica, con umiltà, controllo, diligenza e disciplina. Con il Saluto nel Karate si assume un atteggiamento umile cercando di vincere la presunzione e controllando l’ego.

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Ordinamento in riga per il Saluto Karate
Come detto, il Saluto nel Karate di pratica oltre che all’inizio, anche alla fine della lezione.
Quando si inizia e si finisce la pratica ci si sistema in riga sull’apposito lato del dojo detto shimoza e si effettua il saluto, in piedi o in ginocchio.
Ma come è organizzata la riga?
Solitamente in ordine crescente di grado dalla bianca alla nera.
Si Leonardo, ma ordinati da destra a sinistra o viceversa?
Nel mio dojo AKS, e nella maggior parte di quelli che ho frequentato, le bianche stanno a destra del maestro e sulla sinistra le nere, i sempai, allenatori, istruttori.
Ma in alcuni dojo l’ordine è proprio il contrario.
Solitamente l’allievo di grado più alto comanda il saluto.
La Formula del Saluto Karate
Le Formule del Saluto Karate sono sostanzialmente due: in piedi o in ginocchio.
La formula del Saluto Karate in piedi è quella maggiormente usata, meno formale e più semplice nella sua esecuzione.
Il saluto in ginocchio è generalmente utilizzato nei cerimoniali, negli stage, e nelle situazioni di allenamento più formali.
Il numero dei saluti da effettuarsi all’inizio o alla fine dell’allenamento varia in funzione delle scuole: dal singolo saluto a tre ma talvolta anche a cinque saluti.
Durante l’allenamento o la gara ci sono poi altre diverse situazioni in cui è bene scambiarsi un piccolo saluto, proprio come gesto di rispetto e ringraziamento.
Ci si saluta all’inizio e alla fine degli esercizi a coppie, all’inizio e alla fine del kata, quando si entra e si esce dal tatami, quando si fanno delle domande al sensei, quando il sensei ti chiama, si salutano gli arbitri, si salutano le autorità.
Praticamente si saluta più nel Karate che in caserma 😉

Come si effettua il Saluto Karate in piedi
Il Saluto del Karate in piedi si chiama ritsu rei 立礼 e si effettua portando i talloni uniti con le punte dei piedi leggermente divaricati (circa 45°) le mani aperte lungo le cosce con le braccia tese, si piega in avanti il busto senza eccedere con la flessione.
Durante la flessione le mani si portano poco sopra le rotule.
Più la persona che si saluta riveste un ruolo importante più l’inchino sarà profondo.
Senza eccedere con la flessione del busto e senza mostrare la nuca a chi si saluta. Altrimenti più che un saluto diventano delle scuse.
Un inchino più informale consiste nel piegarsi di circa 15 gradi.
Un inchino agli estranei o per ringraziare qualcuno è di circa 30 gradi.
L’inchino più formale per mostrare scuse o estremo rispetto richiede una flessione di circa 45 gradi, dove ti stai guardando le tue scarpe.
Il saluto giapponese: una pratica consueta
Il Saluto in piedi deriva da una pratica consueta in Giappone. Il saluto giapponese in piedi è all’ordine del giorno ed è presente nei gesti quotidiani della cultura nipponica.
Per l’occidentale il saluto è principalmente quello effettuato con frasi (buongiorno, buonasera, arrivederci… etc) mentre il saluto giapponese contiene nel movimento una rappresentazione simbolica del rispetto.
Trattandosi di un saluto nel contesto marziale l’aspetto funzionale è spesso un elemento presente nel gesto: durante il saluto viene spesso insegnato che lo sguardo rimane sull’avversario per controllare eventuali attacchi.
Nell’etichetta del saluto giapponese lo sguardo segue l’inclinazione del busto guardando verso terra.
Nel saluto in piedi del Karate solitamente si parte da una posizione di Yoi 用意 (pronti) e si termina nella stessa posizione.

Come si effettua il Saluto Karate in ginocchio
Il Saluto Karate in ginocchio si chiama zarei, deriva dalle posture tipiche delle abitazioni giapponesi.
Nelle abitazioni con pavimento con tatami di paglia molte delle pratiche quotidiane si svolgono in posizione seduta o in ginocchio conseguentemente il saluto viene effettuato in queste posizioni.
Questo saluto giapponese più formale è tramandato in molte delle pratiche giapponesi come Ikebana, Chado (cerimonia del te) oppure nel Kendo.
Per mettersi correttamente in ginocchio per effettuare il saluto gli uomini dovrebbero inginocchiarsi una gamba alla volta, mentre le donne dovrebbero mettere entrambe le ginocchia a terra contemporaneamente, se possibile.
Con l’avanpiede appoggiata sul pavimento e le dita dei piedi puntate all’indietro dietro di te, appoggiati sui polpacci o sui talloni.
Gli alluci si sfiorano.
Tieni le braccia lungo i fianchi e metti le mani con il palmo rivolto verso il basso sopra le cosce. Cerca di stare seduto il più dritto possibile.
Se non ti sei mai seduto in questo modo per un periodo di tempo significativo, ti consiglio vivamente di esercitarti a casa, poiché ci vuole un po’ per abituarsi.
Tre livelli di Saluto nel Karate
Una volta raggiunta la posizione in ginocchio esistono tre livelli di saluto: Saikeirei, Futsūrei e Senrei.
Saikerei è il saluto più formale, dove la fronte arriva a 5 cm dal pavimento e la posizione delle mani è sotto il viso.
Futsurei è il livello più usato, con il viso che nella posizione finale si trova a circa 30 cm da terra. Le mani, formano un triangolo con gli indici che si sfiorano, posizionate sotto il viso.
Senrei è la posizione più informale con inclinazione del tronco di circa 30°, le mani scorrono sulle cosce fino a toccare il pavimento con le punte. Gli uomini portano le mani davanti le ginocchia, le donne le uniscono al centro.
Nel saluto in ginocchio eseguito nel Karate si tende ad utilizzare la modalità Futsurei.
Generalmente si scende in ginocchio poggiando per prima il ginocchio sinistro e poi il destro così per le mani che scendono alternate sinistra, destra e risalgono destra, sinistra.
Per rialzarsi dalla posizione in ginocchio solitamente si esegue il movimento inverso con prima l’appoggio del piede destro e poi il sinistro.
Perché si esegue il movimento con questo ordine?
Il saluto del Karate deriva come abbiamo ampiamente letto dalle arti marziali quali il kendo e precedentemente dall’etichetta dei Samurai.
Nel kendo e nel kenjitsu la spada viene tenuta a sinistra ed estratta con la destra.
Per questo motivo si scende prima con il ginocchio sinistro per poter essere pronti a estrarre fino all’ultimo secondo e per lo stesso motivo la mano destra toccherà il suolo per ultima e risalirà per prima.
Rialzandosi la gamba destra poggiata per prima permetterà immediatamente l’eventuale estrazione.
Anche se nel Karate non si indossa una spada è comunque bello avere una spada virtuale e mantenere il pensiero del combattente che anche nel momento del saluto è pronto alla battaglia.
Hakama, kimono e armature in Zarei
Molte delle procedure osservate durante ogni saluto giapponese sono frutto di esigenze pratiche: le donne che indossano il kimono oppure gli uomini con l’hakama dovranno prestare attenzione a come si inginocchiano proprio per non ostacolare l’operazione con i vestiti.
È importante che il vestito indossato non si impigli e che non impedisca i movimenti del saluto.
Per questo motivo le donne durante il saluto devono avere le ginocchia unite, con il kimono non è possibile fare altrimenti. Mentre gli uomini distanziano le ginocchia di due pugni circa.
Nel Kendo la vestizione dell’armatura avviene proprio dopo il saluto rimanendo in posizione in ginocchio.

Tutti i passaggi del Saluto Karate (e cosa dire)
Quello che ti elencherò sui passaggi del Saluto Karate è frutto della mia esperienza.
Gli allievi si dispongono in riga in ordine crescente di livello. Gli allievi anziani e gli assistenti all’insegnamento si dispongono sul lato sinistro. Il Maestro è in piedi davanti agli allievi con le spalle al Kamiza/Shomen.
L’allievo di grado più alto comanda i saluti.
- Il maestro si dispone in posizione in ginocchio.
- Il capofila comanda SEIZA (o Seiritsu) .
- Gli allievi si inginocchiano.
- Il capofila comanda il MOKUSO (momento di introspezione).
- Gli allievi chiudono gli occhi per un momento di introspezione.
- Il capofila comanda MOKUSO YAME.
- Gli allievi aprono gli occhi ed il SENSEI si girerà verso il lato principale (Shomen).
- Il capofila comanda SHOMEN NI REI.
- Tutti, maestro e allievi si inchinano salutando senza nessun saluto verbale.
- Il SENSEI si ri-gira verso gli allievi.
- Il capofila annuncia il saluto al maestro: SENSEI NI REI.
- Si saluta inchinandosi e si pronunciano le parole “Onegai Shimasu” all’inizio della lezione o “Arigatoo gozaimashita” alla fine.
- Il capofila annuncia il saluto tra gli allievi: OTAGAI NI REI.
- Gli allievi si inchinano e pronunciano di nuovo le parole di prima.
- Il SENSEI si rialza.
- Il capofila comanda il KIRITSU.
- Gli allievi si rialzano.
Spesso dopo essersi rialzati si risaluta in Ritsu-rei.
Talvolta i comandi SHOMEN NI e SENSEI NI sono pronunciati prima della rotazione del SENSEI ed il successivo REI è annunciato nel momento in cui il maestro è posizionato.
In alcuni dojo si aggiungono i saluti:
Shidōin ni rei = saluto all’istruttore.
Senpai ni rei = saluto all’allievo più anziano.
Nel saluto informale in piedi i comandi sono semplificati mancando le fasi: in ginocchio e rialzarsi; anche il mokuso è spesso evitato in piedi.
Quindi si inizierà dal comando 7 e terminerà al comando numero 14.
In moltissimi dojo le parole pronunciate durante il saluto sono sempre e solo OSS (OSU). Ebbene, sappi che spesso il suo utilizzo è sbagliato! Scopri OSS cosa vuol dire e quando si utilizza 😉
Cosa dire durante il Saluto Karate
Onegai shimasu
Onegai shimasu È una delle frasi tipiche pronunciate in Giappone alle quali è difficile attribuire un significato letterale.
Spesso viene usata con il significato di augurio richiesta per il futuro. Nel dojo potrebbe assumere il significato di: “sono onorato di allenarmi con te” o “permettimi di allenarmi con te”.
Solitamente insieme a “Onegai Shimasu” nel quotidiano giapponese si sente spesso “Yoroshiku Onegai Shimasu” che viene utilizzato: nelle presentazioni, quando si affida qualcosa e nelle collaborazioni.
Una sorta di: piacere, ora che ci siamo conosciuti trattami bene.
Se affido un compito a qualcuno: tratta bene il compito che ti ho affidato, grazie in anticipo. Ed è proprio questo ed il prossimo il senso della frase.
Nelle collaborazioni: IO mi affido a te e TE ti affidi a me e quindi trattiamoci reciprocamente bene.
Arigatoo Gozaimashita
Grazie mille! grazie per quello che hai fatto per me.
Il ringraziamento avviene sia da parte degli allievi nei confronti del Sensei, per averli seguiti, avergli insegnato… sia da parte del Sensei che ringrazia gli allievi per aver seguito il lavoro.
Dojo kun durante il saluto
In alcune palestre di Karate dopo il saluto vengono enunciate le regole del dōjō.
Solitamente il sensei pronuncia in giapponese la regola e i discenti la ripetono in coro.

Il Saluto Karate a coppie
Quando si eseguono esercitazioni a coppie si dovrebbe eseguire il saluto prima e dopo l’esercitazione riproponendo le stesse frasi del saluto: si accoglie la reciproca collaborazione con l’Onegai Shimasu e ci si ringrazia a vicenda alla fine della stessa con l’Arigatoo gozaimashita.
Anche in questa pratica molti utilizzano la terminologia OSU.
Il Saluto Karate in gara
Nelle competizioni la componente del saluto è spesso sottovalutata ma l’etichetta marziale prevede procedure simili all’allenamento.
Di solito disposti in riga si esegue il saluto allo Shomen (lato d’onore), il saluto agli Ufficiali di gara ed il saluto tra i concorrenti.
Durante le competizioni di kumite si saluta l’arbitro e poi si effettua il saluto tra i concorrenti. Al termine del combattimento si procede con i medesimi saluti.
Alcune abitudini prevedono un saluto all’arbitro anche ogni qualvolta lui si rivolge a voi per commissionarvi una ammonizione o un punto. Una sorta di: “grazie o ho capito”.
Nelle competizioni di Kata dopo il saluto di gruppo in fila al momento dell’inizio della gara si effettuerà il saluto al momento dell’inizio e alla fine della forma effettuata.
Saluto Karate in entrata e uscita dal tatami
Ogniqualvolta si deve entrare o uscire dal tatami si deve effettuare il saluto al Sensei, ai compagni e al dojo stesso. Questa pratica spesso dimenticata ha un grande valore educativo ed equivale al saluto da effettuarsi quando si entra in un aula di scuola oppure in casa di qualcuno.
Sul bordo del tatami ci si rivolge verso il Sensei e si esegue un breve inchino in piedi (Ritsu rei).
Se si arriva in ritardo alla lezione ci si mette sul bordo del tatami in posizione di saluto (in seiza o in musubi dachi) e si aspetta il cenno del maestro, si effettua il saluto e poi si entra occupando velocemente lo spazio indicatoci.
Il saluto nel Kata
Prima dell’esecuzione del Kata e alla fine dello stesso si effettua il saluto.
Perché?
Il Kata è una rappresentazione di combattimento e quindi prima del suo inizio si salutano gli avversari, oppure se lo vediamo come un gesto tecnico eseguito davanti ad un maestro si esegue il saluto nei confronti di chi ci osserva.
Ma non solo. Si saluta per entrare nel giusto atteggiamento mentale, con il saluto si entra nel ruolo che si sta per interpretare, si proietta se stessi nelle necessarie modalità che il kata richiede: concentrazione, stato mentale, significato, respirazione, unione mente-corpo, zanshin.
Il valore del Saluto nel Karate
Queste forme cerimoniali tradizionali di saluto giapponese possono risultare poco familiari e talvolta eccessive in occidente.
Oltre che per il valore storico e culturale del Karate-do dove le forme cerimoniali rivestono particolare importanza, credo fermamente nel valore educativo che il Karate può trasmettere ripristinando quelle forme di rispetto che oggi sono scomparse.
Alzarsi quando entra una persona in classe; salutare quando esco; bussare e chiedere permesso quando entro; salutare gli altri prima di qualsiasi altra forma di colloquio; alzare la mano per parlare; stare composti; dare la mano con vigore; guardarsi negli occhi quando si parla; stare seduti composti; dare il buon appetito; aspettare a mangiare che tutti siano a tavola.
Non credo che siano pratiche di poco conto.
Perchè allora non usare l’etichetta del Karate per infondere principi di rispetto trasversali da applicare alla nostra vita occidentale? Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti, OSS!
Ho letto l’articolo. Nel mio piccolo, penso che contenga alcune imprecisioni e altri punti potrebbero essere approfonditi per esser meglio compresi. La mio opinione è che, essendo un arogmento molto importante nelle arti marziali, meriterebbe ulteriori approfondimenti. Buona giornata
Buongiorno Francesco, grazie per aver letto il nostro articolo. Siamo molto contenti di ascoltare tutti i suggerimenti per i nostri articoli. Puoi scriverci tutto a infokarateka.it@gmail.com.
Grazie!