L’arte marziale del Karate vanta una storia profonda e ricca di tradizioni. Le sue origini risalgono a secoli fa, quando era praticata come disciplina di autodifesa e sviluppo spirituale. Tuttavia, come ogni arte in continua evoluzione, il Karate ha subìto nel tempo numerose trasformazioni, dando vita a diverse forme e interpretazioni. Una di queste è il Karate Sportivo, una modalità di pratica che, pur mantenendo le radici nella disciplina originale, ha assunto caratteristiche distintive e peculiari.
È importante fare questa distinzione, poiché il Karate Sportivo non deve essere confuso con il Karate Tradizionale. Queste due forme di Karate, pur condividendo lo stesso nome, differiscono significativamente in termini di approccio, finalità e regolamenti. La visione tradizionale vede il Karate come un percorso di crescita personale e spirituale, mentre il Karate Sportivo si concentra anche sull’aspetto competitivo e atletico.
Il Kata nel Karate Sportivo si è sviluppato in maniera simile ad altri sport tecnico-compositivi come la ginnastica artistica, dove vengono apprezzati gesti tecnici di atleti che sottostanno a discipline specifiche codificate in ambito sportivo.
Nel Kata ci sono alcuni aspetti delle gare di Kata che, secondo molti, necessitano di una rivisitazione per migliorare l’esperienza sia per gli atleti che per gli spettatori.
Con questo articolo voglio esplorare e proporre alcune di queste potenziali modifiche almeno per quanto riguarda le competizioni fino al livello nazionale italiano.
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Considerazioni Attuali sul Kata nelle Gare: Limiti e Sfide
Nelle gare di Karate Sportivo di Kata, alcuni aspetti della sua implementazione attuale nelle competizioni hanno generato dibattito tra gli addetti ai lavori, rivelando diverse aree di potenziale miglioramento.
Uno dei problemi più evidenti è la disposizione dei giudici durante le esibizioni di Kata. Allo stato attuale, i giudici si posizionano frontalmente rispetto all’atleta. Questa disposizione, sebbene favorisca la visione dello spettacolo per il pubblico, ha l’effetto di limitare la visibilità dei giudici. Essi possono osservare solo un lato dell’atleta, e ciò può influenzare negativamente il giudizio, poiché diverse tecniche e movimenti potrebbero non essere visibili o essere visti solo parzialmente.
A questo si aggiunge spesso l’utilizzo di un range di punteggi troppo limitato, che non permette una reale classifica e troppi pari-punti se preso il singolo arbitro. Il punteggio infatti deve rispecchiare sì la bravura dell’atleta, ma è prima di tutto mezzo per stilare classifica e confronto tra i Karateka in gara. È quindi un numero relativo e funzionale alla competizione.
Un’altra questione è rappresentata dal cerimoniale che precede e segue ogni esibizione di Kata. Questi rituali, sebbene rivestano un importante valore simbolico e rispettoso, aggiungono una quantità significativa di tempo all’intera competizione. Ogni atleta può impiegare fino a 5 minuti in saluti, controlli e preparazione, tempo che potrebbe essere utilizzato in modo più efficiente.

Infine, c’è la questione della mancanza di una codificazione chiara e precisa su come eseguire i vari Kata. Al momento, non esiste un riferimento ufficiale che definisca esattamente come ogni tecnica dovrebbe essere eseguita. Questo può rendere il giudizio più soggettivo e meno coerente, poiché ogni giudice potrebbe avere una propria interpretazione di come un dato Kata dovrebbe essere eseguito.
Questi sono solo alcuni dei limiti e delle sfide attualmente presenti nelle gare di Kata. Le sezioni seguenti di questo articolo esploreranno proposte concrete per affrontare questi problemi e migliorare l’esperienza delle competizioni di Karate Sportivo.
La Disposizione dei Giudici e l’Impatto sulla Visibilità dei Kata
Uno degli aspetti più dibattuti nelle gare di Kata attuali è la disposizione dei giudici. In una competizione di Kata, i giudici sono posizionati frontalmente rispetto all’atleta. Questa configurazione, sebbene abbia l’indubbio vantaggio di offrire al pubblico una visuale ottimale delle esibizioni, può comportare alcuni svantaggi dal punto di vista della valutazione.
Essendo posti frontalmente, i giudici hanno la possibilità di osservare soltanto un lato dell’atleta. Questo significa che alcune tecniche o movimenti potrebbero non essere visibili o essere visti solo parzialmente. Di conseguenza, la valutazione dell’intera esecuzione del Kata può risultare limitata e non pienamente accurata.
Questa disposizione frontale ha anche un altro effetto collaterale: alcuni Kata sono praticamente scomparsi dalle competizioni a causa della presenza di molte tecniche che, se eseguite correttamente, non sarebbero visibili ai giudici. In questo modo, non solo si perde la ricchezza e la varietà dei Kata, ma si limita anche la possibilità per gli atleti di mostrare la loro competenza e abilità in un range più ampio di tecniche.
È quindi necessario valutare se la disposizione attuale dei giudici sia la più idonea a garantire una valutazione equa e completa delle esibizioni di Kata. Come vedremo nelle sezioni successive, una delle proposte per migliorare la situazione riguarda proprio una revisione della disposizione dei giudici durante le competizioni.
Il Cerimoniale nelle Gare: Un Rito Necessario o Un Intralcio?
Nelle competizioni di Kata, il cerimoniale che precede e segue ogni esibizione rappresenta un elemento fondamentale. Questi rituali, che comprendono i saluti, i controlli e la preparazione all’esibizione, sono un segno di rispetto per la disciplina e per i partecipanti alla competizione. Tuttavia, è anche vero che questi rituali possono aggiungere un tempo considerevole all’intera durata della competizione.
In media, ogni atleta impiega fino a un minuto per completare il cerimoniale del saluto prima di iniziare il Kata. Moltiplicato per il numero di partecipanti, si può facilmente comprendere come questo possa tradursi in ore di tempo aggiuntivo nel corso di una competizione.
La questione quindi diventa: è questo tempo ben speso? Oppure ci sono modi per rendere il cerimoniale più efficiente senza perdere il suo significato e il suo valore?
È importante ricordare che il Karate Sportivo è uno sport. E come tale, dovrebbe cercare di bilanciare la necessità di mantenere i suoi valori e le sue tradizioni con l’esigenza di garantire un’esperienza fluida e coinvolgente per gli atleti e gli spettatori.
Nelle sezioni successive, esploreremo una proposta per ridurre il tempo dedicato al cerimoniale, mantenendo al contempo il rispetto per i rituali e i valori del Karate. Questa proposta intende garantire che il tempo delle competizioni sia utilizzato nel modo più efficiente possibile, mettendo maggiormente in risalto le abilità e le prestazioni degli atleti.
Proposte Rivoluzionarie per Rinnovare le Gare di Kata
Dato il contesto e le sfide attualmente presenti nelle competizioni di Kata, è giunto il momento di proporre alcune modifiche rivoluzionarie per migliorare l’efficienza, l’equità e lo spettacolo delle competizioni. Queste proposte, sebbene richiedano un cambiamento rispetto alle attuali pratiche, si basano sulla necessità di evolvere la disciplina per adattarsi ai tempi moderni, senza perdere di vista i valori fondamentali del Karate.
Una delle prime proposte riguarda il cerimoniale che precede e segue ogni esibizione di Kata. Pur rispettando la sua importanza simbolica, potrebbe essere necessario limitare il tempo dedicato a questa parte della competizione. Un limite di 10 secondi per il saluto dall’inizio della prova potrebbe rappresentare un compromesso equilibrato tra il mantenimento del rispetto per la tradizione e l’aumento dell’efficienza della competizione. Questa proposta sarà approfondita nei paragrafi successivi.
Un altro punto cruciale è la codificazione dell’esecuzione dei vari Kata. Al momento, l’assenza di una codificazione chiara e precisa può rendere il giudizio più soggettivo e meno coerente. La soluzione potrebbe essere la diffusione di video ufficiali da parte di una commissione nazionale, in cui vengono illustrate le corrette esecuzioni di ogni Kata, compresi i movimenti, le posizioni e le tempistiche. Questo garantirebbe un riferimento uniforme per tutti gli atleti e i giudici.
Introdurre un modello matematico per l’utilizzo dello spettro dei punteggi assegnabili in base ai partecipanti alla categoria di gara, farebbe migliorare la chiarezza tra i Karateka che competono, rispecchiando maggiormente i valori in campo.
Inoltre, si potrebbe considerare l’introduzione di un Kihon, ovvero una serie di tecniche di base, come prima prova nelle gare. Questo Kihon potrebbe essere diramato all’inizio dell’anno e rimanere valido per tutto l’anno, garantendo così un’ulteriore livello di uniformità e coerenza nelle competizioni.
Infine, la disposizione dei giudici potrebbe subire un cambiamento significativo. Al posto della posizione frontale, i giudici potrebbero essere disposti ai quattro angoli dell’area di competizione, nel numero di 4, con ognuno di essi responsabile di valutare un aspetto specifico del Kata (tecnica, forza, rapidità, espressività).
Queste proposte rappresentano soltanto l’inizio di un processo di evoluzione delle competizioni di Kata. Esse saranno analizzate più dettagliatamente nelle sezioni successive, insieme ad altre proposte innovative per migliorare l’esperienza delle competizioni di Karate Sportivo.
Ridurre il Tempo per il Saluto: Aumentare l’Efficienza senza Perdere il Rispetto
Il saluto, o “rei”, è un elemento fondamentale nelle competizioni di Kata. È un segno di rispetto per la disciplina, per i giudici e per l’avversario, e rappresenta un momento di preparazione mentale prima dell’esibizione. Tuttavia, il tempo dedicato a questo rituale può avere un impatto significativo sulla durata complessiva delle competizioni.
Nella sua forma attuale, il cerimoniale che include il saluto può aggiungere fino a un minuto per ciascun atleta, tempo che si somma rapidamente quando si considera il numero totale di partecipanti. Per affrontare questo problema, una delle proposte avanzate è di limitare il tempo dedicato al saluto a 10 secondi dall’inizio della prova.
Questo limite, sebbene possa sembrare severo, è stato pensato per trovare un equilibrio tra l’importanza simbolica del saluto e la necessità di aumentare l’efficienza delle competizioni. Un limite di 10 secondi sarebbe sufficiente per permettere agli atleti di mostrare il loro rispetto e prepararsi mentalmente per la prova, senza prolungare eccessivamente la durata della competizione.

Per garantire il rispetto di questo limite, si potrebbe prevedere l’annullamento della prova in caso di superamento del tempo massimo consentito. Questa misura potrebbe sembrare dura, ma avrebbe l’effetto di incentivare gli atleti a rispettare il tempo dedicato al saluto, contribuendo a rendere le competizioni più snelle e dinamiche.
Naturalmente, questa proposta dovrebbe essere attuata con cura, tenendo conto delle opinioni di atleti, allenatori e giudici, per garantire che il limite di tempo non comprometta l’importanza e il valore del saluto nel contesto delle competizioni di Kata.
Codificare i Kata: Un Passo Verso un Giudizio Più Obiettivo
Una delle questioni più spinose nelle competizioni di Kata riguarda la valutazione delle esecuzioni. Al momento, l’assenza di una codificazione chiara e definita dei Kata può rendere le decisioni dei giudici soggette a una certa dose di soggettività. Questo può portare a inconsistenze nei giudizi e a frustrazione da parte degli atleti.
Per superare questa sfida, una delle proposte avanzate riguarda la creazione e la diffusione di una codificazione ufficiale per l’esecuzione di ogni Kata. Questa codificazione potrebbe prendere la forma di video prodotti da una commissione nazionale, in cui vengono illustrati in dettaglio i movimenti, le posizioni e le tempistiche di ogni Kata.
Questi video potrebbero fungere da riferimento per gli atleti e i giudici, garantendo che tutti abbiano una comprensione chiara e uniforme di come dovrebbe essere eseguito ogni Kata. Ciò eliminerebbe molte delle ambiguità attualmente presenti nelle competizioni e permetterebbe un giudizio più obiettivo e coerente.
È importante sottolineare che la codificazione dei Kata non avrebbe l’obiettivo di limitare la creatività o l’espressione individuale degli atleti. Al contrario, fornirebbe un quadro entro il quale gli atleti potrebbero esprimere al meglio le loro abilità, sicuri di essere valutati in modo equo e coerente.
La codificazione dei Kata, combinata con le altre proposte presentate in questo articolo, rappresenta un passo importante verso l’evoluzione delle competizioni di Karate Sportivo di Kata, rendendole più equilibrate, efficienti e coinvolgenti per tutti i partecipanti.
Introduzione del Kihon come Prima Prova nelle Gare: Verso una Valutazione Più Equa
Nel percorso di evoluzione delle competizioni di Kata, un’altra proposta meritevole di considerazione è l’introduzione del Kihon come prima prova nelle gare. Questa modifica potrebbe aggiungere un ulteriore livello di coerenza e equità nelle competizioni, assicurando che tutti gli atleti vengano valutati sulla base delle stesse tecniche fondamentali, creando inoltre una vera e propria Scuola Italiana. Allenandosi tutti sulle stesse basi, anche il lavoro in Nazionale ne gioverebbe.
Il Kihon è l’essenza del Karate, comprende i movimenti base che formano la base per tutte le tecniche più avanzate. Valutare gli atleti sul Kihon permetterebbe ai giudici di concentrarsi sulle competenze tecniche fondamentali, come la precisione, la velocità, la forza e il controllo, prima di passare all’esecuzione dei Kata.
Per garantire l’uniformità, una commissiona nazionale potrebbe diramare un Kihon standard all’inizio dell’anno, valido per tutte le competizioni di quell’anno. Questo Kihon predefinito dovrebbe includere una serie di tecniche rappresentative che mettano alla prova le competenze fondamentali degli atleti.
L’introduzione del Kihon come prima prova nelle gare potrebbe anche rendere le competizioni più accessibili e comprensibili per gli spettatori. Infatti, osservare gli atleti eseguire le stesse tecniche di base può aiutare a creare un quadro di riferimento che permetta al pubblico di apprezzare meglio la difficoltà e la maestria richiesta nelle esibizioni dei Kata più complessi.
L’introduzione del Kihon come prima prova nelle gare è un ulteriore passo verso l’obiettivo di rendere le competizioni di Karate Sportivo più equilibrate, efficienti e coinvolgenti per atleti, giudici e spettatori.
Cambio nella Disposizione degli Arbitri: Migliorare la Valutazione attraverso la Specializzazione
Uno degli aspetti più importanti e al contempo più delicati delle competizioni di Kata è il processo di valutazione. Il modo in cui gli arbitri osservano e valutano le esibizioni può avere un impatto significativo sulla giustizia e sulla coerenza dei risultati. A questo proposito, una proposta avanzata per migliorare la valutazione riguarda la disposizione degli arbitri.
Nella configurazione attuale, gli arbitri si trovano frontalmente rispetto all’atleta, una posizione che può limitare la loro capacità di valutare accuratamente tutti gli aspetti dell’esecuzione del Kata. Per risolvere questo problema, si potrebbe considerare l’opzione di posizionare gli arbitri ai quattro angoli dell’area di competizione, con un numero totale di 4 arbitri.

Questa disposizione permetterebbe a ciascun arbitro di avere una vista diversa dell’atleta, aumentando la probabilità che tutte le parti dell’esecuzione del Kata vengano osservate attentamente. Inoltre, ciascun arbitro potrebbe essere responsabile di valutare un aspetto specifico del Kata, come la tecnica, la forza, la rapidità o l’espressività. Questa specializzazione potrebbe contribuire a una valutazione più dettagliata e precisa delle esibizioni.
Naturalmente, un cambiamento così significativo richiederebbe un’attenta pianificazione e formazione per gli arbitri, oltre a una revisione delle regole e delle procedure di gara. Tuttavia, la potenziale ricompensa in termini di maggiore equità e precisione nella valutazione rende questa proposta degna di considerazione.
Con una nuova disposizione e una maggiore specializzazione degli arbitri, le competizioni di Kata potrebbero diventare ancora più emozionanti e coinvolgenti, offrendo una piattaforma ancora più equa per gli atleti per dimostrare la loro abilità e la loro passione per il Karate Sportivo.
Applicazione di un modello matematico per l’assegnazione dei punteggi
Il punteggio di gara serve per stilare classifiche provvisorie e finali, non a valutare in assoluto il Karateka. Dovremmo infatti vedere tutte le esecuzioni, ricordarle perfettamente, e poi assegnare un voto a tutti, per poter stilare una classifica che rispecchia perfettamente i gradi di abilità al centesimo. E questo comunque dovrebbe tenere di conto dell’abilità media per poter stilare una classifica, risultando comunque relativo.
Ma non è questo l’obiettivo, che è inoltre impossibile da raggiungere in questo modo. Introdurre un modello matematico che guidi gli arbitri da assegnare punteggi in un range più ampio, permetterebbe di dargli quello spazio che spesso manca per inserire un nuovo competitor tra due Karateka che hanno già gareggiato, creando così sovrapposizioni o giudizi affrettati.
L’ausilio di tablet potrebbe pre-impostare il punteggio di quella categoria (da mantenere fino in fondo) in base agli iscritti, in modo da avere uno spettro sufficientemente ampio per creare distacchi e posizioni.
Introduzione di un Sistema di Punteggio Cumulativo e Scontri Diretti per le Fasi Avanzate
Un altro aspetto delle competizioni di Kata che potrebbe beneficiare di una riforma è il sistema di punteggio. Attualmente, il sistema di punteggio può essere soggetto a fluttuazioni e inconsistenze, a causa della mancanza di un criterio di valutazione definito e della natura soggettiva dell’interpretazione dei giudici.
Se applicate le modifiche elencate in precedenza, una possibile soluzione a questa sfida potrebbe essere l’introduzione di un sistema di punteggio cumulativo, che somma i punteggi ottenuti dai partecipanti nel primo e nel secondo turno. Questo metodo potrebbe contribuire a minimizzare l’effetto di una singola performance non ottimale e a riconoscere la coerenza delle prestazioni degli atleti nel corso dell’intera competizione, mantenendo gli scontri diretti dal terzo turno in poi.
Per garantire l’equità, i partecipanti agli scontri diretti potrebbero essere selezionati in base ai loro punteggi cumulativi nei turni precedenti, con le teste di serie basate sulle prestazioni iniziali. Questo formato avrebbe il vantaggio di premiare le prestazioni solide e coerenti nel corso dell’intera competizione, piuttosto che una singola esibizione eccezionale.
L’introduzione di un sistema di punteggio cumulativo e di scontri diretti per le fasi avanzate rappresenta un’innovazione potenzialmente entusiasmante per le competizioni di Kata, capace di rendere le gare più equilibrate, imprevedibili e coinvolgenti per atleti e spettatori.
Penalizzazioni Definite per gli Errori: Verso un Sistema di Valutazione più Giusto
L’ultima, ma non meno importante, proposta per migliorare le competizioni di Kata riguarda l’introduzione di penalizzazioni definite per gli errori. Ovviamente questo è legato all’applicazione delle modifiche proposte in precedenza. In questo momento, le penalizzazioni per gli errori durante l’esecuzione del Kata possono variare significativamente, a seconda della gravità dell’errore e dell’interpretazione del giudice.
Introdurre un sistema di penalizzazioni predefinito per gli errori potrebbe rendere la valutazione più giusta e coerente. Ad esempio, un errore di posizionamento o di tempistica potrebbe comportare una determinata penalità, mentre un errore più grave, come una mossa completamente sbagliata, potrebbe comportare una penalità maggiore, ma comunque quantificato in termini di punteggio da scalare.
Questo sistema di penalizzazioni definite avrebbe il vantaggio di rendere le regole e le conseguenze degli errori chiare sia per gli atleti che per i giudici. Inoltre, potrebbe ridurre la soggettività nella valutazione, contribuendo a una competizione più equa.
Le competizioni di Kata nel Karate Sportivo sono un palcoscenico per gli atleti in cui mostrare la loro maestria, la precisione e la passione nel fare Kata. Tuttavia, come qualsiasi altro sport, c’è sempre spazio per miglioramenti e innovazioni che possono rendere le competizioni ancora più equilibrate, efficienti e coinvolgenti.
Le proposte presentate in questo articolo rappresentano idee potenziali per portare le competizioni di Kata al prossimo livello. Da modifiche alla disposizione e alla specializzazione degli arbitri, alla standardizzazione dei Kata e all’introduzione del Kihon come prima prova, a un sistema di punteggio cumulativo e scontri diretti nelle fasi avanzate, queste idee potrebbero contribuire a rendere le gare di Kata un evento ancora più emozionante per atleti, giudici e spettatori.
In ultima analisi, l’obiettivo di queste proposte è quello di onorare lo spirito del Karate Sportivo, fornendo una piattaforma equa e giusta per gli atleti per dimostrare la loro abilità e il loro duro lavoro. Il futuro del Karate Sportivo è luminoso, e con questi cambiamenti, può brillare ancora di più.
Sono d’accordo sulla disposizione degli Uff. di Gara ai 4 angoli
Spostare i giudici ai 4 angoli è rigorosamente un anacronistico.. Si ritorna al passato. Piuttosto.. una lista di 100 Kata è davvero infinita e nessun giudice li conoscerà mai tutti quanti. Quindi è molto probabile che se un atleta salta un passaggio, quindi andando in squalifica, nessun giudice se accorgerà in quanto il kata sarà sconosciuto. Piuttosto ogni anno sorteggiare una lista di 20 kata, magari sorteggio fatto a giugno dell’anno prima, cosi da avere almeno sei mesi per prepararsi alle prime gare dell’anno seguente, da poter eseguire nelle competizioni del nuovo anno. Così facendo anche i giudici avranno la possibilità di allenarsi solo su quei 20 kata, riuscendo a giudicare in maniera più oggettiva la prova.
Ciao, innanzi tutto gran bell’articolo. Tuttavia mi viene qualche dubbio riguardo a quello che scrivi, anche perché non trovo grandi informazioni online.
Riguardo ai punti che citi:
1) Sono assolutamente d’accordo che la tradizione sia importante, ma bisogna trovare il modo di aumentare la proporzione di tempo di garo rispetto al tempo preparatorio/rituale.
2) Codificare i kata, per stile e interstile, è sicuramente una cosa che, se lascia comunque spazio all’interpretazione (e.g. dal bunkai al timing, alla possibilità di alterare le tecniche mantenendo il significato) è una cosa che immagino anche io e che mi sono sempre chiesto perché non fosse stata fatta. Per esempio, come mai non è stato inserito anche un modificatore di difficoltà come nei tuffi? Soprattutto nelle categorie più giovani, fa la differenza se un atleta porta un pinan o se porta un bassai (fermo restando che gli atleti dovrebbero avere limiti anche su quali kata fare). Ma banalmente, il numero di passi e tecniche, i salti, le rotazione etc potrebbero essere codificate anche in termini di coefficiente di difficoltà.
Tra le altre cose, correggimi se sbaglio, ma in WKF e di conseguenza in FIJLKAM, quando si fanno gare che valgono per i ranking WKF, non importa che stile fai, giusto? Cioè un praticante persino di Shorin Ryu tradizionale potrebbe comunque portare Unsu dallo shotokan, corretto? In tal caso, trovo che sia ancora più importante la codifica con libertà interpretativa proprio perché i principi di base di ciascuno stile potrebbero differire (e anche molto), con quelli dello stile a del kata di partenza.
3) Sul Kihon come prova iniziale, ho il vago ricordo che esistesse già una cosa che è stata tolta, che erano i kata shitei, da fare per “entrare” nella competizione. Intendi qualcosa di diverso? Ricordo che li tolsero proprio nell’idea di dare maggiore spazio interpretativo.
4) Posizione degli arbitri: magari ho guardato le gare sbagliate, ma non sono 7 arbitri, di cui 4 agli angoli del tatami, uno centrale principale e due nella commissione? In tal caso penso abbiano tutti i lati coperti no? Valutare ognuno una caratteristica diversa potrebbe essere fattibile, ma secondo me sarebbe riduttivo e introdurrebbe anche pregiudizio, a meno di allungare notevolmente i tempi e richiedendo all’atleta di fare il kata più volte e ruotando il criterio per la stessa prestazione, ma secondo me così diventerebbe abbastanza macchinoso.
5) riguardo si sistemi di punteggio, ho studiato i regolamenti di diverse federazioni ma vedo che tutte più o meno si rifanno agli stessi cluster di attributi divisi per tipologie e che ogni arbitro deve imparare una serie di criteri per fare valutazioni relative alla media del tatami. Su questo onestamente, a parte i coefficienti di difficoltà e le penalità oggettivabili con una codifica dei kata, non trovo molte varianti.
Tuttavia, considerando che pare che una delle ragioni per non avere il Karate alle Olimpiadi sia proprio la difficoltà di giudizio, sono d’accordo che qualcosa debba cambiare. Immagino stiano parlando di problemi a valutare i kata, dato che il kumite non mi sembra diverso da altri sport olimpici come il taekwondo in termini di valutazione dei punti.
Grazie ancora per il bell’articolo.
OK, ho visto che in Karate1, a Rabat, in effetti gli arbitri sono tutti messi in linea davanti. Avevo visto finora solo altri video evidentemente. Strano però… non sono sempre stati agli angoli?