Un usignolo cinguetta sull’albero lontano da casa, poco più in basso una mucca assapora l’erba, entrambi osservano il mondo che li circonda: a qualcosa penseranno…
Entrambi vivono nello stesso spazio che forse hanno scelto, o forse no. Noi esseri umani che ci definiamo sapienti, colti e con molteplici caratteristiche evolute facciamo più fatica a usare tutte le facoltà a disposizione senza che le stesse ci portino a migliorarci nelle relazioni e a meglio comprenderci.
È infatti abbastanza dimostrabile che all’avanzamento tecnologico non stia corrispondendo un altrettanto miglioramento del comportamento tra esseri della stessa specie.
Un piccolo e significativo esempio lo hanno dato le reazioni che sono avvenute nel mondo del karate a seguito delle Olimpiadi: prese di posizioni che definisco “di parte”, come se non avessimo tra le nostre caratteristiche la possibilità di cambiare opinione, o comunque di accettare che le diversità e le divergenze non sempre inibiscono il pensiero ma, al contrario, lo possono aiutare a vedere oltre le nostre convinzioni (anche quelle più profonde).
Forse dico queste parole perché non rappresento nessuna parte e non ho un ruolo significativo da difendere per partito preso.
O forse a seguito delle troppe ingiustizie che ho visto nella mia vita mi rilasso osservando quattro ragazze che corrono sulla pista amaranto, o dei giovani che si litigano un pallone sul prato verde, come pure due contendenti con il vestito candido che cercano di toccarsi.
Ammiro le belle azioni che mi emozionano e mi danno anche la gioia nel vedere quanto possa essere brava una giovane donna e un giovane uomo nell’eseguire quello per il quale sono stati destinati. Poi finisce lì.La vita, la via del percorso, continua e riprende per ognuno in modo diverso, e per questo che mi lasciano un po’ amareggiato le polemiche strumentali, fatte di piccoli rancori tali da sembrarmi dialoghi con noi stessi non affrontati, e lontani dall’essere risolti.
Le divisioni tra i vari modi di fare karate mi appaiono come tante sfaccettature che dovrebbero essere veicoli di costruzione di cose belle e non di occasioni per contrastarci.Da una parte “NOI” e dall’altra “LORO”, la Verità contro la Falsità, e non nascondo che non ho capito cosa significhi la Via, questo termine cosi astratto che ognuno può interpretare a suo modo, e senza necessariamente ammassarci in un’unica Via.
Ho sempre pensato che i diversi modi di interpretare il Karate potessero essere dei valori aggiunti proprio per le diverse tipologie di persone che per caratteristiche fisiche, intellettuali, di età e di genere potessero praticare la stessa arte o sport – due termini che non si uccidono tra loro ma che anzi si sostengono e si aiutano a seconda dei momenti della vita.