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Il significato dei colori nella cultura giapponese

Il ruolo dei colori in una specifica cultura permette sempre di tracciare una linea che  percorre la sua storia e la sua evoluzione nel corso del tempo, ma nel caso dei colori nella cultura giapponese è molto di  più!  

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Il Giappone è un paese con tradizioni antichissime che hanno plasmato la cultura per millenni e  creato un universo di usi e costumi unici al mondo.  

Nonostante le influenze occidentali, la società nipponica è riuscita a mantenere quasi inalterate le  proprie radici nell’arte, nei rituali e anche nell’uso dei colori.  

Ancora oggi alcune tonalità sono considerate fortunate e di buon auspicio e quindi consigliate per  le celebrazioni sacre, mentre altre sono tenute ai margini in quanto simboli negativi e di cattivo  presagio.  

Vediamo insieme la storia, il significato dei colori nella cultura giapponese, e dove li ritroviamo nel Karate.

Il significato storico dei colori in Giappone

Fin dagli albori della sua storia, il Giappone ha sempre riservato un’importanza particolare ai colori.

Un  significato che va ben al di là della mera occupazione decorativa, legandoli a un concetto  etico e morale.

Come affermò il celebre designer Tanaka Ikkō:

In Giappone i colori, siano essi  intensi o delicati, sono identificati non sulla base della luce riflessa o dell’ombra, ma in termini di significato e sentimento associati a essi.  

Il ruolo del colore nella cultura nipponica è quindi sopratutto culturale e spirituale. Il suo uso  ancora oggi ordina e codifica internamente società, culti e discipline come le arti marziali (tra cui ovviamente anche il Karate).  

Per un appassionato karateka, quindi, scoprire ruoli e simboli dei colori nella cultura giapponese può rivelarsi particolarmente utile e interessante!  

Diamo uno sguardo ai significati dei colori principali della tradizione giapponese.

Rosso (Aka)

Il rosso in Giappone è un colore sacro e rituale, che protegge e purifica allontanando gli spiriti  maligni.

Lo troviamo ad adornare i templi shintoisti e i torii, le porte di accesso al sacro.  È un colore vivo, forte e passionale, rappresentazione del sole, della prosperità e delle forze vitali  incanalate nel sangue.  

Nel Karate è il colore della cintura dall’8° Dan in poi. Dopo il 7° infatti, i Dan sono parte del cosiddetto livello irokokoro, che esprime la definitiva maturità. L’8º Dan contraddistingue quindi un’elevata pace interiore e un’evidente prosperità dell’animo, proprio come il colore della sua cintura.

Inoltre, nella cultura giapponese il colore rosso è talmente amato che esiste il proverbio: 

となりのはなはあかい /tonari no hana wa akai/ = i fiori del vicino sono rossi 

È il nostro corrispettivo di ‘l’erba del vicino è sempre più verde!’ e che indica quindi il ruolo di primo  piano di questo colore rispetto a tutti gli altri.  

Ma nel paese del sol levante è sopratutto la coppia di bianco e rosso a rappresentare  l’abbinamento cromatico perfetto, simbolo di buon auspicio ed equilibrio.

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Per questo è usato spesso durante cerimonie e celebrazioni attraverso la presenza di drappi dei due colori. 

Durante occasioni importanti quali matrimoni e compleanni si indossano bianco e rosso come  simbolo di festa, gioia e felicità.  Nel Karate si ritrova come colore della cintura di 6° e 7° Dan.

Bianco (Shiro)  

Anche isolato, il bianco è un colore molto popolare in Giappone. Ha una simbologia complessa e  variegata, che lo porta ad assumere due significati apparentemente contrapposti: da una parte la  morte e la sepoltura e dall’altra la virtù, l’innocenza e la verità.

Il bianco è quindi il colore della  purificazione sia spirituale che fisica che corrisponde ad una nuova fase della vita dell’uomo.  Fin dai tempi antichi l’Imperatore del Giappone era solito indossare abiti tradizionali bianchi per la  maggior parte dei rituali shintoisti.  

Anche i Karategi hanno proprio questo colore, mentre nella cintura bianca il colore assume significato come anteposto del nero. Vediamo come.

Nero (Kuro)  

I significati del nero nella cultura tradizionale giapponese sono estremamente antichi e profondi. Nero è mistero, notte, ira.  

Contrapposto al bianco, assume spesso il significato di lutto e passaggio nell’aldilà. I funerali sono  solitamente celebrati con grandi drappi decorativi a strisce bianche e nere e lo stesso contrasto lo  troviamo nelle corde che legano i regali di cordoglio ai famigliari dei defunti.  

È anche un colore mascolino, che identificava la classe samurai e che oggi veste gli sposi nel  giorno del loro matrimonio e i bambini durante il Kodomo no hi (こどもの日) , giornata dedicata all’infanzia, per augurare, in particolare, buona salute ai figli maschi.  

Con il tempo il nero ha assunto anche il significato di eleganza, serietà ed esperienza

Non a caso, quando inizialmente furono introdotti i colori nelle cinture nel Karate, questi erano soltanto il bianco e il nero. La cintura nera dei maestri di Karate era il simbolo di maestria ed esperienza, in contrapposizione a quella bianca degli allievi. 

Leggi anche: Come si diventa cintura nera nel Karate?

Blu (Ao)  

Nell’accezione positiva della tradizione giapponese il blu rappresenta la freschezza, la giovinezza e  la fiducia, ma può anche essere simbolo di passività, incompletezza e immaturità. 

Nei tempi antichi era il colore delle persone comuni, che per legge non potevano ostentare colori vivaci prerogativa dell’Imperatore e degli strati più alti della società.  

Le persone erano quindi solite indossare kimono in grigio o blu, dal momento che l’indigo era il  colorante naturale più disponibile e a basso costo.

Le tecniche di tintura tramite la pianta  Indigofera tinctoria passarono, per generazioni, di madre in figlia.

Ancora oggi, in alcuni laboratori  artigianali giapponesi, è possibile assistere dal vivo ai processi di tintura tradizionale. 

Oggi il blu è considerato un colore adatto a tutti i giorni, discreto e neutro e per questo molto  diffuso nel guardaroba di studenti e professionisti di ogni genere.  

Verde (Midori)  

Il verde in Giappone è un colore dai molteplici riferimenti simbolici, che rimandano alla freschezza, alla pace e al riposo.

Il rimando al Tè verde e al Tè Matcha, così presenti e radicati nella cultura  tradizionale, non può che sottolineare il ruolo di primo piano di questo colore.  

Ma il verde è sopratutto il colore della vegetazione.  

Il 4 Maggio i Giapponesi celebrano la ‘Giornata verde’ Midori no hi (みどりの⽇), festa tradizionale  dedicata al rispetto per la natura e al suo rapporto benevolo con l’uomo.  

Dell’ambiente naturale e incontaminato il verde assume quindi tutti i significati simbolici: energia, vitalità ed eternità.  

Approfondire il ruolo dei colori in una specifica cultura permette sempre di tracciare una linea che  percorre la sua storia e la sua evoluzione nel corso del tempo, ma nel caso del Giappone è molto di  più.  

Il colore qui è contemporaneamente storia, simbolo ed emozione, e consente a chi lo desidera di svelare i significati nascosti ed inediti di una cultura millenaria e infinitamente affascinante.

Se ti ho appassionato alla semantica giapponese, puoi approfondire anche con l’articolo sulle 14+1 parole giapponesi da conoscere se fai Karate.

Eleonora è una CMF Designer: insegna e aiuta nella scelta di colori materiali e finiture per oggetti e interni. Se ami il mondo del colore o ne vuoi sapere di più, ti consigliamo il suo sito Chrometry.

 

7 commenti su “Il significato dei colori nella cultura giapponese”

    • Ciao Alberto, grazie per l’interesse nel mio articolo! Non esiste un colore in senso stretto che esprime gratitudine, ma ci corrono in soccorso i fiori: nella cultura giapponese la campanula e l’ortensia sono simboli di riconoscenza e comprensione. Il loro colore è violetto, che quindi possiamo ricondurre proprio a quelle due sensazioni. A presto!

       
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  1. Stanotte ho sognato che un uomo giapponese con aria seria mi dava una cartolina nera in mano con scritte in alfabeto giapponese in bianco interrogandomi sul significato sono finita a leggere su questo sito.🙏
    Spero che sia di buon auspicio

     
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  2. Grazie Alessio, sempre interessanti i tuoi articoli, e poi leggerli in italiano é sempre meglio.
    Un abbraccio da Panama.

     
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