Con la campionessa Italiana Veronica Brunori abbiamo parlato dei prossimi mondiali e di tecniche… d’ipnosi! Guarda, ascolta o leggi l’intervista:
Trascrizione a cura di Chiara Casotto
Alessio Sorrentino: Buonasera a tutti e benvenuti amici di karateka.it, stasera siamo con Veronica Brunori con la quale parleremo sicuramente dei campionati italiani assoluti appena passati, che ha vinto, e della sua convocazione per i prossimi mondiali. Iniziamo, come sempre, con la domanda di rito: rivelaci una cosa che il mondo non sa di Veronica Brunori.
Veronica Brunori: In realtà ho la passione per i cani in generale e per i loro addestramenti, passerei ore e ore a guardarli. Passo tutto il tempo che ho libero qui a Torino col mio cane e con il mio ragazzo.
A: Capitolo gare. Com’è stato il tuo avvicinamento agli italiani, che hai vinto anche quest’anno, e cosa ti ha portato l’anno di Covid, che immagino sia stato uno strascico importante sia a livello fisico sia a livello mentale.
V: Mentale soprattutto. L’anno lontano dalle gare è stato abbastanza duro ma non tanto per il ricominciare, quanto più per lo stare lontano dalle gare perché per noi atleti professionisti questo è a tutti gli effetti un lavoro.
Il ritorno non è stato complicato a livello fisico perché comunque i risultati sono arrivati sin dalla prima gara, la finale in premier, quindi fisicamente stavo bene ma livello mentale mi sto ancora riprendendo. Ho ripreso già in aprile però a livello mentale sto ancora riprendendo perché non è stato facile: tante cose che avevo sistemato prima del Covid son tornate perché non allenandole è così, i demoni tornano.
Gli italiani invece sono sempre una gara emozionante, hanno sempre il loro peso però mi sono sentita bene a livello anche mentale, stavo bene ed ero tranquilla.
A: Per noi che abbiamo seguito gli italiani da casa, ci daresti qualche highlight del tuo punto di vista? Quali sono stati gli incontri che hai vissuto con più con tensione, c’è stata qualche avversaria che ti ha messa in difficoltà e come hai gestito la gara?
V: Sicuramente le ultime due avversarie che conosco molto bene, Viola e Lorena, sono atlete fortissime e fanno parte anche loro della nazionale italiana quindi sono stati due incontri molto combattuti sia da una parte sia dall’altra. Questi sono i due incontri che ho sentito di più della gara e sono stati la semifinale e la finale.
A: Per quanto riguarda il mondiale, invece, cosa ti aspetti?
V: Una bella gara, una bella emozione per me: a ventun anni, il mio primo mondiale senior individuale quindi sono a mille.
A: Avversarie da tener d’occhio ce ne hai già qualcuna oppure saranno tutte agguerrite e determinate?
V: Ovviamente c’è chi ha i risultati, ma non è quello che spaventa. Ho imparato che in ogni gara anche l’ultima può essere la prima, quindi ogni avversaria ha il suo incontro.
Devi fare attenzione con tutte, poi ovviamente c’è quella verso cui hai un po’ più di ansia tu ma perché sai che è campionessa olimpica o perché sai che campionessa mondiale, però la mia intenzione è di andare lì e fare quello che so fare anche perché non ho niente da perdere quindi voglio andare lì e cercare di far bene.
A: Prima domanda da casa: quando hai iniziato a fare karate e cosa ti ha portato a praticarlo?
V: Ho iniziato a fare karate all’età di sette anni, però facevo karate tradizionale e non mi trovavo molto, non era il mio mondo: a me piaceva tanto il combattimento e non sapevo dell’esistenza del karate sportivo.
Ho smesso a undici anni perché volevo fare box e sono andata nella nuova palestra, dove tutt’ora mi alleno, ho visto anche questo karate in cui si combatteva, mi sono innamorata e non ho più smesso. All’età di 11 anni ho cominciato in FIJLKAM.
A: In preparazione ai mondiali hai accennato prima al fatto di trovarti davanti a un’avversaria che può avere un titolo e quindi sì, uno ovviamente è consapevole dei propri mezzi, però ha un po’ di timore reverenziale. Tu questo aspetto come lo alleni? Tante volte abbiamo parlato di quanto sia importante anche il lato psicologico, tu come ti comporti a riguardo? Ti fai seguire o fai da sola?
V: Mi faccio seguire. Adesso, prima dei mondiali anche due volte a settimana dal mio psicologo proprio, prima avevo un mental coach. Ho anche problemi con sonno prima delle gare quindi sto sperimentando l’ipnosi e devo dire che mi ha aiutato anche già gli italiani.
Ipnosi non quella col pendolo, è più un metodo di rilassamento grazie al quale tu entri in un “tuo mondo” e ti rilassi. Magari sono anche solo venti minuti ma percepisci tutto quello che ti succede intorno quindi, anche se dormo poco anche dieci minuti sono come 3-4 ore di sonno.
Devo dire che mi è servito tanto, anche agli italiani l’ho sperimentato e mi sono trovata molto bene; ho trovato un cambiamento anche a livello mentale nell’affrontare gli incontri con il focus giusto.
A: Immagino anche accompagnato a un regime alimentare. Questi aspetti come li curi? È qualcosa che hai preso in considerazione da poco o comunque anche il tuo essere atleta di alto livello è passato da queste da questo tipo di costruzione?
V: Da più piccolina soffrivo di problemi di peso perché facevo la 47 Kg, quindi perdevo tanti chili poi da un po’ di anni a questa parte non soffro di problemi di peso ma in ogni caso l’alimentazione è il carburante quindi bisogna fare attenzione a cosa si mangia.
La nutrizionista non la vedo sempre perché non ho un peso da mantenere, so quali sono le cose giuste da mangiare e riesco a gestirmi tranquillamente.
A: Dieta e ipnosi sono due argomenti molto interessanti. Da questo rilassamento riesci a portarti anche dei vantaggi in gara? Ti aiuta anche con i tempi di recupero o si limita soltanto al sonno?
V: Sono due aspetti che magari non sono considerati, spesso si vede solo il gesto atletico ma c’è un lavoro enorme dietro: per me personalmente la testa fa l’80%.
Ho cominciato il percorso del rilassamento da un mesetto e sui tempi di recupero ancora non l’ho testato, anche perché non ho ancora fatto gare che mi facciano fare sei o sette incontri di fila, ma da come mi hanno detto, questa possibilità c’è. Magari lo sperimentiamo al mondiale!
A: Te lo auguro! Alla fine avere poco tempo per potersi rilassare tra un incontro all’altro può diventare, specialmente se si hanno molti incontri, un handicap.
È la prima volta che sento parlare di questo metodo di rilassamento applicato al karate però magari in futuro poi tornare a parlarci dei progressi.
Chiedono che stile di karate pratichi, e come te la cavi con i kata?
V: Io faccio kumite, combatto. Con tutto il rispetto per il kata, ma non fa per me. L’ho fatto da piccolina ma sono veramente negata. Ci vogliono anche una certa testa e disciplina che probabilmente io non sono in grado di avere, preferisco il kumite.
A: Devi sapere che su Karateka il nostro motto è tanti stili in un unico sito proprio perché al di là dello stile al di là del kata e del kumite ci piace pensare che il karate sia tutto. All’interno del nostro mondo tendiamo a diversificare quello che è ad esempio il karate tradizionale da quello sportivo ecc., che sono evoluzioni con caratteristiche diverse e molto circostanziate e quindi è bene anche renderne merito.
Ci piace pensare che però nella vita di un karateka siano il kata, il kumite, i kihon, la parte mentale ecc., siano tutte cose che si andranno a esplorare più avanti nel percorso del karate. Stando tu a contatto con gli atleti di kata, che comunque si allenano con te, cos’è che ruberesti loro?
V: Sicuramente la precisione che loro hanno. A parte il fatto che, va beh io sono negata, però è un’arte il kata. Loro sono precisissimi, li invidio veramente. A livello personale quelli che conosco sono molto precisi ma anche a livello tecnico, quando li vedi allenarsi sono delle marionette sono bellissimi da vedere, quindi quello ruberei: la precisione.
A: Ci scrivono un commento e fanno i complimenti per questo bel lavoro di team mentale, fisico e tecnico che è ormai diventato essenziale non solo per i professionisti, ma anche per chi vuol trarre molti benefici dallo sport come esperienza di vita a prescindere.
Tu cosa ne pensi su chi magari vuole praticare il karate non per forza a livello agonistico, per te il karate può essere un valore aggiunto? Che cosa pensi che possa dare magari ai ragazzi della tua età che non per forza vogliono far gare?
V: Io penso che il karate in generale, quindi kata e kumite, sia uno sport completo sia dal punto di vista mentale sia dal punto di vista fisico. Anche a livello di disciplina, per fare un esempio io ero una scalmanata da bambina e il karate (e il mio maestro, che saluto, Gennaro Talarico) mi ha dato una disciplina allucinante.
A: Si può avere qualche spoiler sulla sua preparazione per il mondiale? Ci puoi dare qualche indicazione su quali sono gli elementi su cui stai lavorando un po’ di più?
V: Sto lavorando tanto col mio preparatore atletico, Riccardo Zacco, che mi segue da un annetto e abbiamo fatto un lavoro generale. Per le gare ci prepariamo man mano, però in generale mi ha migliorato tantissimo a livello fisico; per questo mondiale abbiamo fatto un lavoro più specifico sul fiato e sulla resistenza perché il numero di persone iscritte a questo mondiale è notevole (siamo già in 65-70) quindi se andrà bene, saranno tanti incontri e a livello fisico serve una buona preparazione.
A livello tecnico stiamo allenando più la tattica su come gestire l’incontro perché in realtà ho problemi, oltre a fare il primo punto come un po’ tutti gli atleti, anche sul tenere il vantaggio. Mi si è ripresentato dopo il Covid questo problema, quindi stiamo lavorando molto anche su quello, poi per il resto le solite cose da allenamento, ma principalmente tattica, preparazione fisica e mentale.
A: Situazione post-Covid. La ripresa è stata generale o c’è ancora da “scaldare i motori”, questo stop è passato o ci sono ancora degli strascichi?
V: Ormai è passato! Ho fatto già parecchie gare dopo il Covid, però ovviamente ci sono gli strascichi che mi lasciata dietro durante la pandemia, ne parlavamo prima del livello mentale ma sto già recuperando.
A: Poi insomma la notizia sicuramente avrà portato una grande adrenalina e ti aiuterà anche in questi allenamenti, che poi manca una decina di giorni, giusto?
V: Sì, noi domani cominceremo il raduno e poi partiamo per Dubai.
A: Perfetto! Anche noi saremo a Dubai, quindi vi seguiremo da vicino!