Il Bunkai nel Karate è per tutti “L’applicazione del Kata”. E se ti dicessi che non è proprio così, ma soprattutto che esistono 3 tipi di Bunkai?
Sussu non andare in confusione. Adesso mettiamo a posto le cose. Ti spiego tutto quello che so sul Bunkai, e come potrai iniziare a farlo al meglio.
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Cosa significa Bunkai
分解 si legge Bun Kai e significa letteralmente disassemblare, scomporre, rottura.
Sicuramente hai sempre tradotto questo termine come applicazione, inteso come la lettura del Kata applicato al combattimento. In realtà scomporre porta l’attenzione a piccoli parti del Kata, che appunto, scomposti, vengono analizzati.
Quindi quando vedi interi Kata o buona parte di questi interamente applicati a coppie o contro più avversari non stanno molto scomponendo ma piuttosto ricomponendo.
Spesso più idoneo di Bunkai, termine abusato in occidente più che in Giappone si utilizza la parola IMI, che si traduce significato del movimento.
Visto però che oramai con la parola Bunkai intendiamo il significato del Kata, continuiamo a pensare alla traduzione errata di applicazione e andiamo avanti.
Cos’è il Bunkai
Per meglio comprendere cos’è il bunkai bisogna assumere per vero che:
- i Kata contengono principi di difesa personale;
- le forme sono modelli da ripetere per poter apprendere e interiorizzare i movimenti utili all’autodifesa;
- molti dei principi si ripetono con variazioni di stili o scuole ma sono presenti in molti Kata e quindi trasmettono un principio comune;
- spesso non è la tecnica a voler essere trasmessa ma piuttosto il principio;
- alcuni kata nascono con intento diverso dalla difesa personale (tipo per l’educazione fisica scolastica), quindi andare a cercare applicazioni in quelle forme risulterà una forzatura.
Le tre tipologie di Bunkai: Omote, Ura e Honto

Omote Bunkai
Omote significa superficie.
Gli Omote bunkai sono molto semplici e diretti, rispecchiano direttamente quello che vedi nel kata. Quando osservi una “parata” (uke) ed un contrattacco, il significato Omote è quello: cioè una parata ed un contro-attacco.
Spesso utilizzato con i principianti che non sarebbero in grado di comprendere evoluzioni e variazioni prima di avere un bagaglio tecnico e tattico adeguato.
Spesso i bunkai modificati inducono il principiante a pensare il perché se quella applicazione prevede una proiezione (per esempio) non sia stata inglobata nel kata…

Ura Bunkai
Ura vuol dire dietro, quindi un bunkai nascosto, segreto o comunque di livello avanzato.
Quindi qualcosa di invisibile/nascosto è contenuto nel significato del blocco del Kata.
Magari nell’esempio della parata e contrattacco di prima, potrebbe esserci qualcosa di più: una leva, un soffocamento, un attacco e parata simultanea o una proiezione.
Chi propone il Bunkai Ura sostiene che nel Kata è stato celato molto di quello che di violento e efficace era contenuto. Quindi le applicazioni contenute sembrano evidentemente banali, in realtà nascondono di più.
Spesso chi mostra soluzioni articolate e fantasiose dell’applicazione di un blocco del Kata sostiene l’ Ura bunkai, magari mostra l’Omote come esempio evidente e la soluzione fantasiosa come contenuto reale.
Attenzione che la fantasia non allontani dalla realtà.

Honto Bunkai
Honto significa reale, vero.
Quindi il vero e originale significato della tecnica.
Solitamente spiegato come il bunkai della difesa personale dove ogni applicazione deve essere vicina alle situazioni di difesa “da strada” e non solo nel Dojo.
È il Bunkai che deve funzionare nella realtà!
Il reale significato nascosto nel Kata, quello che il maestro voleva trasmettere con quella forma. Purtroppo poco o niente di quello che i “creatori” dei kata avevano in mente è arrivato a noi (i motivi sono molti: II guerra mondiale, trasmissione orale…etc).
Nei Bunkai “Honto” la distanza è molto ravvicinata e quindi è all’opposto delle esigenze sceniche del bunkai delle competizioni, dove le distanze ampie permettono di essere visti e quindi rendere spettacolari i gesti.
In questa terza fase del Bunkai ci riferiamo alla difesa personale e quindi distanza di prese, strangolamenti, prese dell’orso e tutto quello che in una colluttazione reale può succedere.
Quindi i precedenti bunkai a cosa servono?
Il primo (omote) a capire in modo scolastico i contenuti e come far funzionare semplicemente quanto acquisito nelle forme;
Il secondo (ura) a far capire che non tutto è così come sembra e quindi magari quel gesto appreso come inutile nella prima fase è funzionale ad una applicazione.
Nel terzo step (Honto) gli attacchi sono reali e “più sporchi” e magari chi attacca (Uke) è anche poco accondiscendente. Ma l’applicazione deve funzionare!
“La forma segue la funzione”
Louis Sullivan
Consigli per il Bunkai
Alcuni di questi consigli provengono dalle regole Shuyo san gensoko e Hosoku joko del Gōjū-ryū, altri sono solo frutto della mia esperienza.
- Non lasciarti ingannare dallo schema (embusen) del kata.
- Generalmente le tecniche eseguite in avanzamento sono offensive. Quelle in arretramento sono difensive.
- Pensa ad un solo avversario ed è di fronte a te.
- Ogni movimento nel kata è significativo e deve essere usato nell’applicazione.
- Di solito una mano che torna indietro chiusa porta con se una parte dell’avversario.
- Se controlli la testa dell’avversario controlli l’avversario.
- Non esistono parate.
- Gli angoli e gli spostamenti dei kata sono molto importanti.
- Non ci sono pause nell’applicazione.
- Tutte le applicazioni dei kata sono progettate per terminare il confronto all’istante.
- Nessuna tecnica di kata si basa su azioni imprevedibili da parte dell’avversario; tuttavia, le risposte prevedibili dovrebbero essere riconosciute.
Quindi decidi te come fare il Bunkai e quale significato dargli, ma approfondisci questa componente del Karate perché dare un significato alle tecniche che esegui rende significativo quello che fai!
Ho trovato questo articolo molto interessante.
Mi piace il vostro modo di approfondire gli argomenti.
Grazie
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