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KARATE VS BOXE: come Motobu sconfisse il pugile

Un episodio raccontato in mille salse, spesso condito e infiorettato. Vuoi sapere come è andata la prima volta che un Karateka incontrò il Boxeur nel 1923?

Sull’episodio del karate contro la boxe si è scritto di tutto.

Famosi maestri hanno riportato questa storia numerose volte, talvolta sminuendola, talvolta infiorettandola; aggiungendo parti, o togliendo dettagli.

D’altronde le leggende necessitano di un pizzico di magia, ma hanno sempre (o quasi) un fondo di verità.

In realtà questa storia è vera e, nonostante le diverse versioni, finisce sempre nello stesso modo: Motobu sconfisse il ben più giovane e grosso pugile mettendolo KO.

Oggi però voglio raccontarvi l’unica vera versione. Vera non perché sia quella che io ho scelto di riportare, ma perché è l’unica narrata dal protagonista, Motobu sensei.

In un’intervista dell’ 11/11/1936, rilasciata per il quotidiano okinawense Ryukyu Shimpo, il nostro protagonista spiegò come andarono veramente i fatti. Motobu sensei è stato uno dei tre insegnanti del maestro del mio maestro, Maeshiro Morinobu sensei. Motivo per il quale sento il dovere di far luce su questa storia. 

L’articolo sulla rivista Kingu, settembre 1925

Questo famoso articolo portò non pochi problemi a chi volle raccontare successivamente la vicenda. Infastidì in parte anche Motobu stesso, come vedremmo a breve.

L’articolo infatti fu scritto due/tre anni dopo lo svolgersi dei fatti (avvenuti nel 1922 secondo loro, nel 1923 secondo Motobu), e fece una ricostruzione sommaria degli eventi. Una parte del testo recitava così:

Durante una serie di incontri tra esperti di pugilato occidentali e judoka al Butokuden di Kyoto [le MMA non sono poi una novità…], un uomo dalla folla si alzò per parlare con l’organizzatore chiedendo di poter combattere con qualcuno, pugile o judoka che fosse, e venne chiamato come suo avversario un pugile straniero, George; non appena si misero in guardia, l’anziano assunse una posizione di guardia molto strana che causò l’ilarità del pubblico, ilarità che cominciò a scemare quando si vide il vecchio evitare tutti gli attacchi del pugile che, spazientito, gli lanciò un  poderoso gancio al volto. Il vecchio lo colpì col palmo della mano tra naso e labbra mandandolo al tappeto, terminando così l’incontro tra lo stupore generale.” 

Errori ed equivoci

L’autore scrisse male il nome di Motobu, ma la cosa peggiore che potesse fare fu quella di inserire immagini di Funakoshi (ben più noto, ma che non c’entrava nulla con i fatti) all’interno dell’articolo.

Difatti, come potete notare dal disegno qui sotto, si vede Funakoshi mettersi in una posizione simile a quella di Pinan Yondan.

Probabilmente il disegnatore si ispirò alle foto dei libri di Funakoshi, anche perché la rivista Kingu aveva rapporti con la casa editrice Kodansha, con la quale Funakoshi collaborava.

Motobu si arrabbiò molto, e sospettò che ci fosse lo zampino di Funakoshi in tutto ciò (tra i due non correva buon sangue), proprio a causa dei suddetti rapporti.

Funakoshi infatti ottenne un’enorme pubblicità da questa vicenda. Ad avvalorare la tesi di Motobu c’é l’ultima immagine riportata nell’articolo, la quale vede le foto di entrambi i maestri affiancate. L’errore fu quindi voluto…

Come andarono veramente le cose

Tra il 9 e l’11 novembre del 1936 il quotidiano okinawense Ryukyu Shimpo riportò l’intervista fatta a Motobu, suddividendola in tre episodi.

La traduzione italiana integrale di questa intervista verrà pubblicata, assieme a numerosi articoli scritti dai maestri Yabu, Funakoshi, Chibana, Nagamine e Miyahira, nel mio prossimo libro della collana “Enciclopedia del Karate Shorin-ryu”, la cui uscita è prevista per l’inizio del 2021.

L’ultimo episodio riporta, tra le altre cose, l’incontro svoltosi a Kyoto alcuni anni prima. 

Penso che fosse intorno al Taisho 12 [1923]. Andai a vedere un incontro con il pugile straniero John “qualcosa” a Kyoto.

Il pugile combatté contro un judoka durante il primo match. […] Quando dissi [all’arbitro] che avrei combattuto senza guantoni, il pugile mi disprezzò, poiché era molto più alto di me, e mi trattò come un bambino, prendendomi il naso con le dita e pizzicandomi la guancia.

Non combattei seriamente durante il primo round e [al termine] facemmo una pausa. Quando mi alzai per combattere il secondo round pensai improvvisamente: “Se vengo sconfitto da un pugile come questo, straniero, sarà una vergogna sia per il Karate che per Okinawa. Voglio battere questo avversario“.

Decisi quindi di vincere l’incontro.

Non appena il pugile si fece avanti per attaccare con tutta la sua potenza, lo colpii molto forte alla tempia con un pugno [pieno] di rabbia.

Crollò proprio lì. Tutti gli spettatori si emozionarono e, con un fragoroso applauso, iniziarono a lanciare verso di me i cuscini del pavimento, i bocchini delle sigarette, i portamonete e altre cose. Fu un evento così eccitante perché il pugile era molto grosso (alto circa 6 piedi [183 cm circa]), e [anche perché] fu messo KO da una tecnica di Karate.

Motobu poi spiega, sempre nell’intervista, che a causa della velocità della sua tecnica, molti credettero di averlo visto colpire il pugile con il palmo della mano anziché con il pugno, e che questa notizia errata venne anche riportata da diversi giornali dell’epoca.

Il pugile fu poi identificato grazie a numerose ricerche, tra cui quelle condotte da Charles C. Goodin. Il suo nome era John Kentel. 

Conclusione

Mai prendere per il naso Motobu!

Scherzi a parte, come vedete non ho tolto magia alla leggenda, sebbene abbia riportato una testimonianza diretta.

Credo fermamente che sia necessario riportare sempre i fatti per come sono andati veramente, poiché questa è l’essenza della ricerca storica. D’altro canto, credo anche che la storia, inclusa quella del Karate, sia pure fatta di racconti, miti e leggende, da narrare ai bambini e non, poiché serve sempre un modello, un eroe, un buon esempio da seguire. Basta solo ricordarsi che sebbene storia e leggenda spesso si intreccino, l’una non vada mai spacciata per l’altra.

 

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