-

Karategi: come scegliere, lavare, stirare e riparare il kimono per karate

Informazioni utili per la scelta, la cura, la gestione e la riparazione del nostro amato Karategi, il cosiddetto Kimono da Karate.

Karategi e lavatrice

Come ex atleta rigorosamente agonista di kata e super appassionata di questo sport, sono molti gli accorgimenti che durante il mio percorso ho sperimentato e selezionato per il mio Karategi.

Trattandosi di un indumento rappresentante una disciplina ma anche di una propria espressione, come molti ho optato per un Gi da utilizzare nello specifico in allenamento e uno invece destinato alla competizione

Il Karategi deve essere parte integrante di ciò che si esprime durante un combattimento di Kumite o una gara di Kata, in quanto migliora sia l’estetica che la mente dell’atleta.

Leggi anche: La guida completa al Karategi

Per questo, l’ho sempre trattato come un vero e proprio compagno di squadra, cercando di ottimizzare al meglio le sue prestazioni. 

La taglia giusta del Karategi

Infatti, partendo dalle basi, come scegliere la taglia giusta del karategi? 
In base alla propria altezza!

Il sistema di guida alle taglie può variare in base alla marca, ma in ogni caso ci sono sempre istruzioni specifiche che aiutano a trovare una corrispondenza con la propria altezza.

Inoltre, consiglio di sceglierlo anche a seconda del suo utilizzo e vestibilità: in generale, il kimono per karate deve essere morbido sul corpo, non deve essere aderente, poiché deve permettere all’atleta di compiere i movimenti nella più totale libertà.

Dunque, scegliere in definitiva la taglia del karategi che più si avvicina alla propria altezza, preferendo in caso quella comprensiva di qualche centimetro in più, in quanto si restringerà un po’ durante il lavaggio.

Specialmente per il kimono da karate per bambini, è consigliabile acquistare un Gi di 5-10 cm in più rispetto all’altezza del bambino, così da poterlo utilizzare di più anche quando crescerà.

Il miglior lavaggio per il Karategi

Come effettuare al meglio il lavaggio del Karategi? 

Molte regole per un corretto lavaggio senza danni derivano dal tipo di tessuto di cui esso è fatto: essendo di puro o misto cotone, saranno utili degli accorgimenti per evitare di danneggiarlo al primo lavaggio.

Tenete però di conto un iniziale e minimo restringimento/accorciamento.  

È buon uso lavare il Gi separatamente dagli altri capi o dalle cinture, sia a mano che in lavatrice in acqua fredda: lavaggi a basse temperature come 30-40 gradi con l’utilizzo di detersivo liquido sono ideali, riducendo anche la velocità della centrifuga (per evitare che si formino troppe pieghe), e stando attenti a salvaguardare patch o stampe presenti rivoltando verso l’interno pantaloni e giacca.

No all’utilizzo di candeggina, danneggerebbe il tessuto: evita di lasciare il Gi nella borsa una volta terminato l’allenamento, per sfuggire a ingiallimenti dovuti alla sudorazione.

No all’utilizzo di ammorbidente, poiché non solo blocca i pori del tessuto, così da impedire la traspirazione, ma danneggia le stesse fibre.

Assolutamente No all’asciugatrice, se non lo vuoi trovare di almeno una taglia più piccolo appena asciutto.

Sì a lavare il Karategi dopo ogni allenamento o competizione! Eliminare il sudore utilizzando questi accorgimenti, permette di avere un Gi sempre in perfette condizioni.

Si lava anche la cintura?

Anche la cintura può essere pulita evitando danni, lavandola a mano in acqua fredda, in modo tale da non farle perdere colore o restringerla. Varie leggende metropolitane sostengono che lavandola si perda l’esperienza…

Ma noi preferiamo seguire la strada del rispetto per la disciplina che richiede di essere ordinati e puliti nella pratica, vero? 

Ferro da stiro e Karategi

Si può stirare il Karategi? 
Assolutamente sì!

In realtà, se stendi il Gi rispettandone le pieghe, non ci sarà bisogno di stirarlo: l’ideale sarebbe appenderlo una volta lavato ad una gruccia lasciandolo così asciugare, e piegarlo successivamente seguendo la sua costruzione, evitando la formazione di pieghe.

kimono karate

Non farlo però asciugare al sole, il tuo povero Karategi si ingiallirebbe!

Se desideri stirarlo, seleziona temperature basse e non passare il ferro sulla parte esterna: stiralo sulla parte interna con molta attenzione, quando però è super asciutto, poiché da umido subirebbe la stessa fine dell’asciugatura al sole.

Strappi o modifiche, consigli per cucire il Karategi

Come effettuare modifiche o riparazioni? 
Che si tratti di una modifica puramente estetica o funzionale, come la realizzazione di orli o riparazioni di patch, consiglio di utilizzare il tanto temuto ago e filo!

Le diverse grammature del Gi impongono l’utilizzo di un ago abbastanza spesso e resistente, e di un filo in cotone del colore e pesantezza giusti: effettuato a mano o con macchina da cucire, il guaio di un semplice orlo risiede della sua eccessiva robustezza.

Come evitarlo? Una volta lavato e calcolato il restringimento del capo, seguite questi passaggi:

  1. Taglia inizialmente i bordi spessi già cuciti, e piegate il tessuto del pantalone o manica della lunghezza finita desiderata.
  2. Una volta scelta la lunghezza, pressa le piegature effettuate sul fondo, imitando l’altezza degli orli originali tagliati via.
  3. A questo punto, puoi procedere in due modi: creando una fascia di rinforzo per l’interno, o semplicemente piegare verso l’interno il tessuto e cucirlo. 
  4. Nel primo caso, crea un’ulteriore fascia di un’altezza sufficiente, cucendola prima sull’estremità del fondo e poi ripiegandola all’interno, in modo tale da avere una resistenza e definizione maggiore. 
  5. Nel secondo caso, il più semplice, basterà ripiegare verso l’interno il fondo di circa due volte, stando attenti alle cuciture laterali: prima di piegare si dovrà infatti scucire o aprire le parti laterali così da non creare un pantalone ristretto sulla caviglia.

Se vuoi approfondire ancora e scoprire la storia del Karategi, te la racconto qui:

Detto questo, ogni Karategi ha la sua storia da raccontare, qual è quella del tuo?

 

Lascia un commento