Il Kata è un elemento iconico del Karate, sia per rappresentazione sia per storia.
La sua polivalenza nell’allenamento del Karate e la grandissima attenzione ai dettagli necessaria per la sua esecuzione, lo rendono marziale nell’accezione più metodica del termine.
Non esiste Karateka che non abbia praticato il Kata, vediamo quindi insieme cos’è il Kata e quanti sono i Kata nel Karate.
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Cosa vuol dire Kata nel Karate
Il termine Kata è composto dal kanji 型 o 形, e viene tradotto come forma, modello, tipo, motivo.

È proprio il significato di forma, modello, che rende l’idea del Kata. Dallo stesso modello o dalla stessa forma (pensiamo ad uno stampo) nascono copie identiche.
Quindi Kata è un modello di gesti che ripetuti come sono stati ideati permette la replica del gesto iniziale (originale). Di conseguenza la pratica permette la trasmissione di un gesto o di una tattica o strategia attraverso l’esecuzione ripetuta come nel modello originale (kata).
Cosa sono i Kata del Karate
Il Kata è un sistema di allenamento utilizzato nelle arti marziali orientali, dove una sequenza di tecniche codificate, sono concatenate con specifici spostamenti, posizioni, ritmo e significato.
È come recitare un componimento poetico con il corpo, dove al posto delle parole ci sono le mosse, da portare con una certa intonazione e scandite in un certo modo.
Troppo spesso ti sentirai dire che il Kata è un combattimento immaginario e di conseguenza verrai introdotto al suo significato, il bunkai.
Ripercorrendo però la sua storia, il sistema Kata nasce con uno scopo, varia evolvendosi in altro e si trasforma per molte delle scuole di Karate moderne.

Ma vediamo meglio cosa intendo.
Il Kata come trasmissione tecnica
Il Kata era utilizzato in origine per racchiudere in una forma pratica (non scritta) una serie di principi e tecniche utili al combattimento reale.
Le tecniche sono parte del bagaglio contenuto nel Karate, ma spesso è esatto anche l’opposto: alcune tecniche fanno parte del Karate perché sono contenute in un Kata.
MI spiego meglio.
Probabilmente alcuni Kata sono stati appresi da maestri che poi li hanno diffusi a prescindere dal proprio metodo, scuola o stile di Karate.

Questo ha comportato l’esistenza di alcune tecniche “uniche” in certi Kata, che poi non si ritrovano in nessun altro Kata dello stile o scuola. Ciò non tanto perché siano tecniche difficili o misteriose, quanto piuttosto perché introdotte probabilmente da un sistema stilistico diverso e quindi avulse dal contesto.
Sono sempre un po’ stupito quando penso a questa cosa! Vedere delle tecniche introdotte come uniche e solo all’interno di un singolo Kata, non lo trovo molto utile.
Ma torniamo a noi.
Alcuni Kata sono quindi davvero una raccolta di gesti tecnici, spostamenti e tattiche tipiche delle scuole ma altri sono decisamente dei contenuti extra e poco omogenei.
Molti dei Kata studiati e praticati oggi sono una rivisitazione degli originali. Alcuni aspetti tecnici sono stati modificati, e per questo non di rado i contenuti non trovano riscontro con le applicazioni o il significato originale.
Inoltre, l’introduzione dell’embusen aveva già portato ad alcune modifiche dei Kata, visto il suo scopo di permettere al Karateka di praticare in spazi stretti, facendo coincidere il punto d’inizio con il punto di fine.
Nel momento in cui i Kata sono stati utilizzati per trasmettere il Karate alle masse, nelle scuole, ai bambini, ragazzi, sono stati ripuliti con una sorta di censura del “crudele” e funzionale metodo di difesa presente nel To-de – nome primordiale di quello che sarà poi Karate. I Kata sono stati resti un esercizio fisico con contenuti tecnici di un’arte marziale.
Un’ulteriore trasformazione si ebbe quando il Kata è diventato un gesto sportivo da sottoporre a un regolamento e un giudizio. Alcuni aspetti hanno prevalso su altri, a volte in evoluzione altre in involuzione dell’originale.
Basti pensare alla funzionalità di un salto e al suo valore atletico ed estetico delle competizioni. Un esempio? Il salto di Damian Quintero durante questo Chatanyara Kushanku (lo trovi a 2:20):
Quando nasce il Kata?
Difficile da definire una data di nascita del metodo di allenamento chiamato Kata.
Ogni insieme di movimenti composti da più di un singolo gesto concatenato al fine di renderne uno schema ripetibile e trasmissibile, può definirsi un Kata. Sicuramente i samurai allenavano l’arte della spada attraverso dei Kata.
Anche in occidente, sotto altro nome, da tempo esistono i Kata. Pensiamo a un ballo: non è forse una forma che trasmessa viene replicata da anni? Oppure, rimanendo in ambito marziale, gli eserciti utilizzano sistemi codificati di movimento delle truppe così da trasmettere spostamenti funzionali al combattimento ed alla sua strategia militare.
I Kata del karate sono uno degli elementi fondamentali della pratica e da quando si parla di Karate (o prima di To-de) si parla di Kata.
Uno dei primi testi di arti marziali, il Bubishi, del quale non conosciamo né autore né data di pubblicazione, contiene 48 schemi di autodifesa che possiamo ritrovare all’interno di molti Kata. È possibile che molti Kata abbiano preso spunto da questi principi.

A cosa serve il Kata
Il Kata serve per trasmettere dei contenuti del Karate in modo pratico, senza tramando scritto (o foto o video).
Il sistema di trasmettere dei contenuti utili alla difesa da parte di un aggressore prende forma con dei gesti al vuoto che ne simulano la realtà.
Consideriamo anche che le lezioni di To-de e le prime di Karate non erano per le grandi masse ma uno-due allievi che praticavano come discepoli del Maestro.
Quale migliore esercizio se non quello di trasmettere le conoscenze del combattimento attraverso dei gesti a vuoto allenabili anche in solitudine?
Oggi l’esecuzione del Kata ha valore storico-culturale e, perché no, come allenamento alla forma intesa come contenuto tecnico dei gesti che ripetuti migliorano la qualità, la precisione e la componente atletica.
Sinceramente, se vuoi migliorare la componente applicativa (quindi la difesa personale) avrà poco senso dedicarsi eslusivamente all’esecuzione del Kata.
Ma il significato contenuto nel Kata può essere appreso dapprima individualmente, curandone alcuni aspetti più tecnici e qualitativi, e dopo nel lavoro a coppie, ai colpitori o con situazioni maggiormente reali per svilupparne l’efficacia.
Quanti sono i Kata del Karate?
I Kata sono davvero molti, sommando i diversi stili, le diverse scuole e le variazioni, si oltrepassano le 200 forme codificate.
Ma ogni stile ha i suoi Kata. Alcune scuole praticano soltanto otto Kata, altre arrivano vicino al centinaio. Vediamo nel dettaglio quanti sono i Kata delle le principali scuole:
I 26 Kata Shotokan
I Kata dello stile Shotokan sono 26. Cinque sono gli Heian e tre i Tekki i successivi 18 sono Kata cosiddetti superiori.
Inizialmente i Kata erano solo 15 ai quali sono stati aggiunti i successivi 11.

A questi si aggiungono i tre Taikyoku e il Ten no Kata che non vengono considerati tra i 26 kata ma spesso eseguiti come propedeutici.
Fanno parte dei primi quindici Kata elaborati dal maestro Itosu e poi codificati da Funakoshi i primi 5 Heian, i 3 Tekki e i Kata Sentei (principali): Bassai-dai, Kanku-dai, Jion, Jitte, Enpi, Hangetsu e Gankaku. Ai quali si aggiungono i più recenti Bassai-sho, Kanku-sho, Sochin, Unsu, Nijushiho, Gojushiho-sho, Gojushiho-dai, Jiin, Chinte, Meikyo e Wankan.
I Kata Shotokan contengono molto del bagaglio tecnico dello stile ma non la sua interezza.
Questo ci può indirizzare su alcuni dei colpi che sono stati aggiunti successivamente allo stile. Se io creassi una serie di Kata dal nulla, sceglierei probabilmente di contenere le tecniche della mia scuola.
Se invece, come è successo, alcuni dei Kata sono stati introdotti nello stile, ma non sono “nati dall’interno”, è probabile che contengano tecniche inusuali allo stile, e viceversa non contengano la totalità degli strumenti conosciuti dalla scuola.
Le posizioni di base e gli spostamenti sono contenuti in molti Kata e le tre posture fondamentali: Zenkutsu dachi, Kiba Dachi e Kokutsu dachi, sono presenti in tutti i Kata Sentei a eccezione dell’Hangestu.
Elenco dei 26 Kata Shotokan
- Taikyoku Shodan – grande fondamento 1 livello (Shorei)
- Taikyoku Nidan – grande fondamento 2 livello (Shorei)
- Taikyoku Sandan – grande fondamento 3 livello (Shorei)
- Heian Shodan – Mente pacifica 1 livello (Shorei)
- Heian Nidan – Mente pacifica 2 livello (Shorei)
- Heian Sandan – Mente pacifica 3 livello (Shorei)
- Heian Yondan – Mente pacifica 4 livello (Shorei)
- Heian Godan – Mente pacifica 5 livello (Shorei)
- Tekki Shodan – Cavaliere di ferro 1 livello (Shorei)
- Tekki Nidan – Cavaliere di ferro 2 livello (Shorei)
- Tekki Sandan – Cavaliere di ferro 3 livello (Shorei)
- Bassai-dai – Assalto alla fortezza (Shorin)
- Kanku-dai – Scrutare il cielo (Shorin)
- Jion – Amore di Budda e riconoscenza (Shorei)
- Empi – Volo di rondine (Shorin)
- Hangetsu – Mezza luna (Shorei)
- Gankaku – Gru sulla roccia (Shorin)
- Jitte – Dieci mani (Shorei)
- Bassai-sho – Penetrare la fortezza (Shorin)
- Kanku-sho – Scrutare il cielo (Shorin)
- Sochin – Forza e calma (Shorei)
- Unsu – Mani di nuvola (Shorin)
- Nijushiho – Ventiquattro passi (Shorei)
- Gojushiho-sho – Cinquantaquattro passi (Shorei)
- Gojushiho-dai – Cinquantaquattro passi (Shorei)
- Jiin – Tempio dell’amore di Budda (Shorei)
- Chinte – Mano straordinaria (Shorei)
- Meikyo – Specchio luminoso (Shorei)
- Wankan – Corona di Re (Shorei)
I 59 Kata Shito-ryu
La prima curiosità legata ai Kata dello Stile Shito-ryu del M° Mabuni è sul numero esorbitante di Kata contenuti.
Generalmente si racchiudono nello stile circa 60 forme, ma a seconda delle scuole possono diventare molti di più.

Il motivo principale di questo ampio numero di Kata studiati, rispetto agli altri stili, è da attribuire al suo fondatore: il M° Mabuni Kenwa.
Il Maestro Mabuni era un esperto conoscitore dei Kata tradizionali in Okinawa. Inoltre, ebbe molti contatti con diversi maestri dai quali imparò le forme.
Fu allievo del Maestro Anko Itosu e del M° Higaonna Kanryo dai quali apprese le rispettive forme. Inoltre, con il lavoro di poliziotto che svolgeva, ha fatto esperienze che hanno contribuito allo sviluppo dello stile.
Viaggiando molto ha appreso da diversi maestri come Aragki, Tawada, Sueshi, Gokenki. Ed è grazie a queste esperienze che lo stile Shito-ryu è così ricco di Kata.
All’interno dei Kata studiati nello stile troviamo quindi molteplici soluzioni tattiche spesso anche diverse tra loro: dalle soluzioni di forza a quelle più dinamiche, dall’uso di tecniche inusuali a Kata con poche soluzioni tecniche ripetute.
Elenco dei Kata ShitoRyu
- Pinan Shodan – Mente pacifica 1 livello
- Pinan Nidan – Mente pacifica 2 livello
- Pinan Sandan – Mente pacifica 3 livello
- Pinan Yondan – Mente pacifica 4 livello
- Pinan Godan – Mente pacifica 5 livello
- Annanko – Luce del sud
- Aoyagi – Salice piangente
- Bassai-dai – Sfondare o distruggere una fortezza del nemico
- Bassai-sho – Sfondare o distruggere una fortezza del nemico
- Chatanyara Kushanku
- Chinte – Tecniche non comuni
- Chintei
- Chintō – Gru sulla roccia
- Gekisai Nidan – conquistare fortezza 2° livello
- Gekisai Shodan – conquistare fortezza 1° livello
- Gojushiho – 54 passi
- Hannan (o Anan, o Annan) – Pace del sud
- Heiku – tigre nera
- Ishimine-bassai – Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma del Maestro Ishimine
- Jiin – Tempio dell’amore di Buddha o Amore per la verità
- Jion: Al tempio di budda.
- Jitte – Mano di Buddha
- Juroku – Sedici
- Kosokun-dai – Guardare il cielo
- Kosokun-sho – Guardare il cielo
- Kururunfa – diciassette posizioni
- Matsukase – Vento trai pini
- Matsumura-Bassai – Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma del Maestro Matsumura
- Matsumura-Rohai – Visione dell’airone bianco, forma del Maestro Matsumura
- Myojo – Pianeta Venere
- Naihanchi Nidan (o Naifanchi Nidan)
- Naihanchi Shodan (o Naifanchi Shodan)
- Naihanchi Sandan (o Naifanchi Sandan)
- Nipaipo – Ventotto passi
- Niseishi (o Niseshi) – Ventiquattro spostamenti
- Oyadomari bassai – Penetrare una fortezza del M° Oyadomari
- Pachu – Le spire del drago danzante
- Paiku – Tigre bianca
- Papuren – Otto passi allo stesso tempo
- Rohai Nidan – Visione della gru 2 livello
- Rohai Sandan – Visione della gru 3 livello
- Rohai Shodan – Visione della gru 1 livello
- Saifa – Annientamento totale
- Sanchin – Tre battaglie
- Sanseiru – Trentasei
- Seienchin – La quiete dentro la tempesta
- Seipai – Cinquantaquattro passi
- Sesan – 13 mani
- Shiho-kosokun
- Shinpa – invadere il nucleo
- Shisochin – Battaglia nelle 4 direzioni
- Sochin – La grande calma
- Suparinpei – Centootto passi
- Tensho – Mani fluttuanti
- Tomari-bassai – Sfondare o distruggere una fortezza del nemico, forma della città di Tomari
- Unshu – Mani nella nuvola o mani come nuvole
- Wankan – Pino nel vento
- Wanchu (o Wanshu) – Volo di rondine
- Tomari no Rohai – La visione della gru, versione di Tomari
I 18 Kata del Goju Ryu
Nel Goju Ryu incontriamo 18 Kata che solitamente compongono il bagaglio di studio, anche se, a seconda delle scuole il numero può variare.
Quello che rimane costante è l’enfasi data al Kata Sanchin che viene considerato la base della pratica.
Sanchin rappresenta la durezza e la forza (go) della scuola Goju-Ryu e le simboleggia. Insieme al Kata Tensho (che rappresenta il ju), rappresenta la vera arte del Go-Ju.
Sanchin significa “tre battaglie” intese come conflitti interiori tra corpo, mente e spirito. È un kata che utilizza una particolare respirazione detta Ibuki.

Elenco dei 18 Kata del Goju Ryu
Kata di base:
- Taikyoku Jodan – Primo corso alto
- Taikyoku Chudan – Primo corso medio
- Taikyoku Gedan (o Taikyoku Gedan Ichi) – Primo corso basso (uno)
- Taikyoku Gedan Ni – Primo corso basso due
- Taikyoku Kake uke – Primo corso parata a gancio
- Taikyoku Mawashi uke – Primo corso parata circolare
Kata Intermedi: - Gekisai Dai Ichi – Distruggere numero 1
- Gekisai Dai Ni – Distruggere numero 2
- Sanchin – 3 battaglie
- Tensho – Palmi rotanti
Kata Superiori: - Saifa – Annientamento totale
- Seienchin (o Seiyunchin) – La quiete dentro la tempesta
- Sanseru (o Sanseiru) – 36 mani
- Sepai (o Seipai) – 18 mani
- Shisochin – Quattro monaci tranquilli
- Sesan (o Seisan) – 13 mani
- Kururunfa – Opporsi alle onde
- Suparinpei (o Suparimpei) – 108 mani
I 15 Kata nel Wado Ryu
Nel suo libro del 1977 su Wadō-ryū (pubblicato in inglese nel 1997), Ōtsuka cita solo nove kata ufficiali dello stile: Pinan Nidan , Pinan Shodan , Pinan Sandan , Pinan Yodan , Pinan Godan , Kūshankū , Naihanchi, Seishan e Chintō .

All’interno del suo testo, Ōtsuka fornisce note dettagliate sull’esecuzione di questi kata definendone così un’unica versione, mentre altri Kata praticati da Ōtsuka ma non specificati nel testo hanno diverse interpretazioni di scuola.
Kata di base (Pinan):
- Pinan Shodan – Mente pacifica 1 livello
- Pinan Nidan – Mente pacifica 2 livello
- Pinan Sandan – Mente pacifica 3 livello
- Pinan Yondan – Mente pacifica 4 livello
- Pinan Godan – Mente pacifica 5 livello
Kata superiori: - Kushanku – guardare il cielo
- Naihanchi – conflitto interno diviso
- Seishan – 13 mani
- Chintō – Gru sulla roccia
- Jitte – 10 mani
- Jion – Amore di budda
- Niseishi – 24 passi
- Bassai – rimuovere un ostacolo
- Wanchu – polso eccellente
- Rohai – visione di una gru bianca
Gli 8 Kata dell’Uechi Ryu
L’Uechi Ryu è sicuramente lo stile con meno Kata nel curriculum.
Ha solo 3 forme studiate dal fondatore, successive 3 aggiunte dal figlio dopo la seconda guerra mondiale e ulteriori 2 degli allievi Saburo e Uehara, che portano 8 il numero dei Kata dello stile Uechi.

Kanbun Uechi sosteneva infatti di non avere avuto il tempo di imparare il quarto, Suparinpei, dal momento che in “soli” 15 anni di permanenza in Cina aveva avuto che il tempo appena sufficiente ad approfondire i primi tre!
Il Kata chiave dello stile è Sanchin, eseguito con contrazioni isotoniche e isometriche, si apprende la respirazione caratteristica dello stile e si tonificano i muscoli.
Spesso è allenato con l’esecuzione a coppie con il Sanchin-kitae, dove avviene un condizionamento con percosse del compagno che verifica lo stato di contrazione e stabilità dell’esecutore.
I tre Kata insegnati da Kanbun Uechi sono:
- Sanchin- tre battaglie
- Sanseryu – 36 posizioni di attacco e difesa
- Sesan – 13 posizioni di attacco e difesa
Il figlio Kanei Uechi inserì successivamente altri tre Kata:
- Kanchin – Combinazione dei nomi Kanbun e Sanchin
- Kanshiwa – Combinazione dei nomi Kanbun e Shushiwa
- Seryu – 16 posizioni di attacco e difesa
In seguito, Saburo e Deiki Uehara aggiunsero rispettivamente:
- Kanshu – Combinazione dei nomi Kanbun e Shushiwa
- Seichin – Combinazione dei nomi Sanchin e Seisan
I 10 elementi fondamentali del Kata
Il Maestro Hirokazu Kanazawa, allievo di Masatoshi Nakayama e di Gichin Funakoshi scrive 10 elementi che devono caratterizzare i Kata. Molti di questi elementi sono oggi utilizzati anche come metro di valutazione nelle prove agonistiche delle gare di Kata.

- YIO NO KISIN – lo stato mentale
Lo stato mentale in cui il Karateka deve calarsi nel momento che affronta il KATA, è il classico stato di concentrazione simile a quello di un cacciatore in una foresta di animali feroci, la concentrazione mentale che l’individuo assume quando si sente attaccato. - INYO – attivo e passivo
Ricordarsi sempre durante l’esecuzione del KATA l’attacco e la difesa. - CHIKARA NO KIOJAKU – la forza
Il modo di usare la forza e il grado di potenza da impiegare esattamente in ogni momento del KATA, in ogni posizione. - WAZA NO KANKYU – la velocità
Il grado di velocità da usarsi in ogni tecnica del KATA, in ogni posizione. - TAINO SHIN SHOKU – la contrazione
Il grado di contrazione ed espansione del corpo in ogni posizione e tecnica del KATA. - KOKYU – la respirazione
Si riferisce al controllo della respirazione sempre in perfetta sintonia con ogni movimento del KATA. La respirazione corretta è fondamentale nel Karate. - TYAKUGAN – il significato
Il significato delle varie tecniche. Il Karateka per rendere realistico il Kata deve eseguire ogni tecnica come se stesse effettivamente combattendo, ricordare il significato di ogni movimento e visualizzarlo mentalmente, questo è di grande beneficio all’economia del KATA. - KIAI – unione di mente e corpo
Attraverso il Kiai il Karateka esprime il suo spirito combattivo; il Kiai è parte del KATA e va eseguito nei punti prestabiliti. - KEITAI NO HOJI – la posizione
Si riferisce alla corretta posizione da tenersi in ogni azione del KATA. Eseguire delle posizioni sempre uguali e corrette ci permette di tornare esattamente alla linea di partenza (EN-BUSEN). - ZANSHIN – la guardia
Restare nella guardia è lo stato mentale di allerta che si deve tenere a KATA terminato, prima di tornare nello stato mentale dello IOI (IOI NO KISIN ). Dopo aver ottenuto un perfetto Zanshin ci si rilassa e poi si effettua il saluto REI
Le gare di Kata WKF
Se da una parte la pratica del Kata è il mezzo per preservare e salvaguardare le tecniche e gli stili tradizionali di Karate nella loro forma originale e per trasmetterli, dall’altra ha anche trovato la sua strada negli sport competitivi.
Analizziamo la formula di gara dei Kata praticata dalla World Karate Federation.

Il kata agonistico viene eseguito su un tatami di 8×8 metri e può essere nella forma individuale o a squadra (formata da 3 atleti). In funzione del numero di partecipanti verranno stabiliti il numero dei gruppi di eliminazione. I gruppi si esibiscono nella prova del Kata che è scelto dai contendenti sulla base di una lista di 102 Kata dei diversi stili.
I giudici sono 7, posti di fronte all’atleta, seduti dietro un tavolo e attraverso un dispositivo elettronico forniscono alla fine della prova due giudizi sintetici concernenti la componente atletica e la componente tecnica.
I 3 giudizi medi vengono sommati e moltiplicati per un coefficiente di 0,7 per la parte tecnica e 0,3 per la componente atletica; La sommatoria dei due valori determina un punteggio utile a formare una graduatoria.
I migliori 4 atleti avanzano nella competizione andandosi a confrontare con altri 4 provenienti da altre pool.
All’ultimo turno di eliminatoria i migliori di ogni pool vanno a scontrarsi per il primo e secondo posto, mentre i secondi ed i corrispondenti terzi dell’altra pool si confronteranno per aggiudicarsi il 3° posto.
Anche le finali e le finali per il bronzo sono disputate con il metodo a punteggio anche se i due contendenti si confronteranno a coppie come in una sfida diretta.
“Il kata non è una danza o uno spettacolo teatrale”, affermano le regole stabilite dalla World Karate Federation (WKF). “Deve aderire ai valori e ai principi tradizionali. Deve essere realistico in termini di combattimento e mostrare concentrazione, potenza e potenziale impatto nelle sue tecniche. Deve dimostrare forza, potenza e velocità, oltre a grazia, ritmo ed equilibrio “.
In altre federazioni o organizzazioni la gara di kata è eseguita con prove a eliminazione diretta con giudizio espresso con delle bandierine che determinano la scelta del giudice per uno dei due contendenti.
Le Squadre di kata
Nella versione Kata squadra i tre atleti della medesima squadra eseguono la prova simultaneamente inserendo l’ulteriore difficoltà della sincronia.
Inoltre al termine della prova la squadra dovrà eseguire il Bunkai, dimostrando il significato del Kata.
La prova del Bunkai è immediatamente successiva al Kata stesso e prevede che uno dei tre elementi della squadra si difenda dagli altri due.
Il ruolo di difensore può essere alternato durante la prova. Anche in questo caso la valutazione terrà conto degli stessi elementi della prova individuale, inserendo la sincronia tra gli elementi tecnici e la prova del Bunkai valutata sia per la componente tecnica sia per quella atletica.
Ecco un’ottima rappresentazione di performance di un Kata a squadra con Bunkai:
Se invece preferisci un maggiore contatto, potresti scoprire di più sul Kumite – il combattimento nel Karate!
Articolo molto ben fatto
Volevo chiedere se nello stile Shito-ryu vengono insegnati nell’ordine esposto o seguono un altro ordine? se fosse diverso è possibile conoscere l’ordine di insegnamento?
Grazie
Caio Graziano, solitamente nell’ordine esposto!