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Kizami Zuki – Karatepedia

Pugno improvviso ma anche spinta tagliente, jab in inglese, diretto in italiano, vediamo insieme questa tecnica di base utilizzata anche dai grandi campioni.

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Kizami Zuki cosa significa

Tsuki (突 き) deriva dal verbo tsuku (突 く) , che significa “spingere”. E molti dei pugni del Karate hanno questa desinenza.

Kizami (刻み) deriva dal verbo kizamu che significa tagliare, scolpire o intagliare.

Quindi, l’immagine che dovresti avere quando esegui una di queste tecniche è di colpire rapidamente e con decisione, come un coltello che affetta un oggetto, in questo caso il tuo avversario.

La definizione di “Spinta tagliente” mi suggerisce che il termine è preso in prestito dalle arti della spada, quindi forse ha delle similitudini con la stoccata del kendo/kenjutsu?

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Spesso nei dojo è tradotto come pugno improvviso. Il che rende maggiormente l’idea della tecnica a noi occidentali.

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Come si esegue un kizami Zuki efficace

Il Kizami zuki è un pugno effettuato con l’arto superiore avanzato coadiuvato dalla spinta delle gambe che eseguono uno spostamento di scivolamento (yori ashi).
Il braccio esegue una semplice distensione senza pre-caricamento, con la rotazione tipica della mano che si “avvita” durante la traiettoria per portare “l’arma” nella tipica posizione del pugno seiken (pugno corretto/adeguato: colpo con le prime due nocche del dito medio e indice).

Il pugno deve avvenire con la traiettoria lineare per effetto della distensione del braccio grazie all’uso del tricipite. Le anche si aprono in posizione hanmi (半身, metà corpo), la spalla si flette in avanti.

Solitamente è diretto al viso (jodan) ma non è da escludere la tecnica al busto (chudan) magari come apertura per altre tecniche in sequenza.

Questa tecnica molto specifica è analoga al jab di un pugile, ma il suo impatto è paragonabile a un
affondo da scherma, in cui tutto lo slancio del corpo viene utilizzato per trasferire la velocità al pugno.
Nel Kumite è sicuramente il colpo maggiormente effettuato e che determina molti dei punti agonistici nelle competizioni. La sua efficacia è determinata dalla velocità di esecuzione e dalla traiettoria penetrante di difficile lettura difensiva.

Leggi anche: Ripassiamo i fondamentali

Sequenza motoria del pugno Kizami Zuki:

  1. Spinta della gamba posteriore che con la distensione crea l’inizio del movimento
  2. Spostamento della gamba anteriore, in questa fase avviene la distensione coordinata dell’arto superiore avanzato.
  3. Richiamo dell’arto superiore che termina l’azione rientrando in guardia (zanshin) e della gamba posteriore che ripristina l’assetto in avanti o più elementare con il rientro della gamba anteriore indietro.
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Variante moderna:

  1. Anzichè spingere con la gamba posteriore avviene una pressione sull’arto avanzato causata dal trasferimento del peso dal centro verso il piede avanzato, con conseguente necessità di spostare l’appoggio per non perdere l’equilibrio, con una sorta di saltello del piede anteriore.
  2. La distensione del braccio avanzato avverrà nel momento dello spostamento del busto quando la distanza risulterà corretta
  3. Spesso anche il ripristino dello zanchin (posizione di controllo) è diversificata: anzichè rientrare sulla stessa guardia avverrà un cambio guardia ed una uscita sulla diagonale

Variante moderna 2:

La spinta della gamba è simile al primo caso spiegato, ma avviene dopo un doppio spostamento: il primo breve ed il secondo profondo. Una sorta di sasso che rimbalza nell’acqua. Sfruttando il rimbalzo pliometrico dopo la prima piccola spinta a due piedi (simile ad uno yori ashi ma più saltellato) avviene la seconda spinta Yori ashi dove avverrà la distensione del pugno. In molti casi la distensione del braccio inizia prima dell’inizio della seconda spinta, così da risultare più un affondo che un colpo, con il braccio steso che arriva a bersaglio.

Variante di rimessa (controattacco):

Sull’azione di attacco avversaria avverrà un’uscita dalla distanza con la parata dell’arto arretrato e conseguente contro-attacco di Kizami zuki con l’arto avanzato. In questo caso la spinta delle gambe sarà ridotta al minimo, visto lo spazio esiguo che si verrà a creare dopo l’avanzamento avversario.

Variante di anticipo

Ancora più evidente del precedente caso, la distanza sarà ridotta dall’attacco dell’avversario, quindi la necessaria spinta di gambe sarà ridotta e il timing diventerà indispensabile. Riuscire a distendere l’arto avanzato con la spinta dell’anca e un piccolo contributo dei piedi nel momento giusto sarà determinante.

4 Errori da evitare

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  1. Avvisare l’avversario: evitate tutti i movimenti parassiti che avvisano l’avversario della vostra intenzione di attacco: pre-caricare l’arto superiore, effettuare spostamenti “piede scaccia piede” (tsugi ashi), spostare preventivamente il baricentro in avanti.
  2. Percorso più lungo: si sa che la strada più breve che unisce il pugno al mento avversario è una linea (segmento) quindi è indispensabile evitare traiettorie che “sporcano” il gesto rendendolo più lento e meno efficace.
  3. Rimanere sul colpo: é vero che è importante arrivare (per primo) ma se rimani sul colpo senza rientrare in zanchin (assetto che permette il controllo) l’avversario potrà contrattaccare e l’efficacia del tuo colpo sarà vano.
  4. Irrigidirsi: rimanere rilassati è fondamentale! Se il tuo corpo partirà da uno stato di tensione, seppur minimo, difficilmente potrà esprimere la massima potenza.

5+1 segreti per un Kizami zuki (da gara) efficace

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  1. Sottolinea l’impatto (che non c’è): visto la necessità di applicare vigore al pugno senza poter sfigurare l’avversario in volto, prova ad accompagnare l’arrivo della tecnica di braccio con l’arrivo del piede anteriore al suolo che produrrà un suono simultaneo al pugno. Questo “trucchetto” è utilizzato da molti campioni e basta osservare gli incontri per riscontrare questo utilizzo del piede anteriore.
  2. Cambio guardia sullo zanshin: Per rientrare in “sicurezza” dopo il colpo prova a sfruttare l’effetto rimbalzo della gamba anteriore e scambiare i piedi con un piccolo saltello in diagonale.
  3. Sfrutta la distanza: Non esiste Kizami zuki in attacco senza l’uso della corretta distanza. Cerca di effettuare la tecnica quando avrà il suo massimo potenziale: quando l’avversario sta per avanzare.
  4. Hikite, la mano che cattura: E’ fondamentale per sottolineare la velocità di esecuzione dell’arto che effettua il Kizami zuki di richiamarlo indietro dopo la sua distensione. Molti portano addirittura la mano al fianco con uno scambio delle braccia.
  5. Convinzione, spirito combattivo: Non posso effettuare una tecnica con l’arto anteriore che compie si e no 50 cm di spazio, con una spinta delle gambe può arrivare a 1,5/2 mt senza convinzione e soprattutto senza la determinazione necessaria a convincere gli arbitri che il colpo è efficace (o lo sarebbe potuto essere 10 cm più dentro).
  6. +1nascondi il pugno: qualche campione esegue la tecnica abbassando la mano anteriore prima dell’esecuzione del pugno, portando fuori dalla traiettoria visiva la mano. Partendo con una traiettoria leggermente più lunga come distanza in cm, riuscirete però a limitare negli ultimi millisecondi la visualizzazione dell’arto e la percezione della direzione della tecnica, limitando le possibilità di difesa.

Quando è efficace il Kizami zuki

Il Kizami zuki è una tecnica molto versatile, posso eseguirla in molte condizioni tattiche: attacco, rimessa, controtempo, anticipo. Quindi come prima tecnica di apertura è spesso utilizzato in moltissime soluzioni strategiche.

Come in molte altre tecniche di karate ha nella sua perfetta riuscita la necessità della corretta scelta di tempo. Rapido, lineare, a bersaglio, con hikite, con zanshin, con kiai… ma senza il momento giusto non produrrà nessun effetto.

Quindi allenatelo soprattutto a coppie e cercate il momento giusto!

Come allenare il Kizami zuki

  1. la tecnica: allenate il kizami come una tecnica fondamentale con esercitazioni a vuoto per comprendere il movimento dei piedi e la coordinazione con la spinta delle gambe, scegliendo quale scuola di pensiero seguire (vedi sopra varianti), magari in atleti esperti utilizzare anche più di una di queste metodiche tecniche. Molti sottovalutano l’importanza del Kihon “a secco” come fondamentale del Kumite.
  2. Il bersaglio: allena a coppie la tecnica cercando il bersaglio dapprima statico e poi dinamico. Riuscendo a trovare la giusta distanza, il controllo e la corretta esecuzione tecnica appresa a vuoto.
    Il bersaglio può essere anche un colpitore, possibilmente un focus pad piccolo per simulare il bersaglio viso.
  3. La sequenza tattica: Inizia a introdurre la tecnica nel contesto tattico prescelto: anticipo? tipologia di differenziazione tecnica nel kizami di anticipo e messa in opera. ovviamente a coppie, a gruppi, a file, etc…
  4. Sfrutta le reazioni: testa quale sequenza tattica si addice di più alla situazione, quale risposte induce nell’avversario e come sfruttarle a tuo vantaggio
  5. Spara il tuo Kizami “a tutta” e scoprine il potenziale!

Chi è il Karateka che tira il miglior Kizami zuki?

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E’ talmente utilizzata che tutti i grandi campioni la effettuano con grande maestria… ma qualcuno punge come un’ape alla velocità della luce e soprattutto ne sa sfruttare al meglio le qualità di tecnica di finalizzazione nei contesti tattici…

Il nostro Luigi Busà! Kizami zuki folgorante il suo che gli porta grandi soddisfazioni e risulta vincente anche contro atleti del calibro di Aghayev, Nishimura, Scott, Asiabari, Eltemur, Horuna…

 

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