Per tutte le attività motorie, Karate incluso, ci sono delle fasi di apprendimento che caratterizzano periodi da dedicare in modo più approfondito ad alcune esperienze che poi permetteranno il raggiungimento dell’obiettivo finale: diventare un buon praticante.
Spesso tralasciamo l’importanza della costruzione seriale del percorso motorio saltando direttamente alle conclusioni. Nel caso del karate, tirare calci e pugni.
È come se, per insegnare la letteratura italiana, si facesse memorizzare a un bambino una poesia di Quasimodo saltando il saper leggere, la grammatica, l’analisi logica, quella grammaticale, la storia della letteratura etc.

Tornando a noi: oggi voglio definire con te le 4 fasi dell’apprendimento motorio.
Ma non quelle classiche citate dalla letteratura delle scienze motorie. Quelle riadattate per l’apprendimento di una disciplina sportiva o, in questo caso, della tua arte marziale: il Karate.
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1. la Fase Motoria
In questa fase è indispensabile costruire tutte le abilità motorie senza tralasciarne nessuna. È facile?
No, non lo è affatto! Le abilità motorie sono davvero tante e nessuna è trascurabile.
Se nelle fasi sensibili dello sviluppo motorio (3-12 anni) i bambini giocassero per il 50% delle loro giornate probabilmente avrebbero anche il tempo di svilupparle tutte. Ma ahimè non è così! E quindi ecco che siamo a rincorrere i deficit dello sviluppo motorio anche in età avanzata.
Ma quali sono le abilità motorie utili al Karateka? Tutte! Sì, ma se proprio dovessi sceglierne alcune?
Ok ti daro la mia risposta: Mobilità articolare, equilibrio, rapidità, coordinazione fine.
Pensa di dover effettuare un calcio girato al viso. La mobilità articolare indubbiamente necessaria, equilibrio non c’è dubbio, coordinazione obbligatoria e rapidità se non vuoi arrivare secondo nello scambio tecnico.
Ma uscendo dalle semplificazioni estreme, vediamo nel dettaglio le abilità essenziali al Karate:
Mobilità articolare
Oltre all’ovvia utilità della mobilità articolare degli arti inferiori per effettuare le tecniche di calcio, un’ottima mobilità articolare è indispensabile per poter effettuare le posizioni del Karate, mobilità della caviglia, dell’anca e del tronco.
Il motivo però più importante dello sviluppo della mobilità articolare è la prevenzione degli infortuni!
Se la mobilità articolare non è sufficiente si andrà sicuramente a compensare e il compenso porterà uno scompenso altrove, con sicuro infortunio a lungo andare.
Equilibrio
Anche in questo caso, oltre allo scontato equilibrio dinamico nel caso dell’esecuzione dei calci eseguiti in appoggio monopodalico, l’importanza dell’equilibrio nel Karate diventa addirittura un parametro di valutazione.
Se una tecnica di karate è eseguita in equilibrio precario non potrà essere efficace e non avrà il massimo potenziale e quindi ecco perché perdere l’equilibrio durante un Kata o un gesto fondamentale è un errore che penalizza il risultato.
Rapidità
Il mio mantra del Karate è: “nel Karate lento non esiste!”
Come si può pensare di combattere lentamente? Impossibile!
Parare lentamente un attacco veloce: impossibile!
Attaccare lentamente un avversario: impossibile!
E allora viva la rapidità! Quindi i gesti devono essere allenati a tutta velocità, una volta che hai appreso il gesto lo dovrai necessariamente allenare al massimo della rapidità.
Immagina se un pilota di MotoGP allenasse le curve nel motodromo a 40 km/h.
Quindi, esercitazioni di rapidità segmentaria, velocità negli spostamenti sono il fondamentale del Karate.
Inoltre, non ci dimentichiamo dell’importanza della capacità di reazione! Se mi voglio difendere con il Karate dovrò reagire prima dell’avversario.
Coordinazione
I gesti del Karate sono complessi, ritorniamo a pensare al calcio citato sopra: un calcio circolare girato da effettuare su un bersaglio. Tutti gli sport richiedono coordinazione motoria, ma volete mettere l’esecuzione di un diritto di tennis o un calcio ad un pallone con la coordinazione di gesti complessi presenti nel Karate.
Cercando di essere obiettivo, esistono sport con maggiore difficoltà tecnica, quali la ginnastica artistica o ritmica e molti altri… ma diciamo che nella “classifica degli sport con maggiore necessità di coordinazione” siamo sicuramente nella top ten!
Quindi dovremo compiere esercitazioni di coordinazione segmentaria, coordinazione generale, coordinazione oculo-manuale e oculo podalica. Sviluppare la Capacità di controllo motorio, di trasformazione etc.

Quando e come allenare le capacità motorie
Lo sappiamo che ci sono le fasi sensibili, ovvero i momenti migliori per sviluppare le abilità motorie quando sono maggiormente assimilabili.
Spesso si pensa e si spera, di poter recuperare eventuali deficit delle abilità motorie più tardi, e sinceramente non è impossibile. Ma è molto poco economico!
Se per esempio non abbiamo lavorato sull’equilibrio nel momento giusto e lo farò da adulto ci saranno sicuramente dei miglioramenti ma non raggiungerò mai lo stesso risultato che avrei raggiunto lavorandoci nel momento corretto.
Quindi il primo obiettivo sistemare le abilità motorie quando è possibile e poi passare alla prossima fase.

2. La Tecnica
Ora che tutti (o quasi) i parametri delle abilità motorie hanno raggiunto un livello ottimale possiamo passare a sviluppare le competenze tecniche.
Su questo ogni scuola ha il suo pensiero, ma una cosa accomuna tutte:
È il momento di lavorare con precisione per l’acquisizione del gesto corretto!
Spesso si rincorre la fase successiva (resisti, non andare a leggerla di già 😀 ) e si tralasciano alcuni aspetti tecnici che poi non torneranno facilmente indietro.
Immagina di imparare un gesto tecnico specifico superficialmente, tralasciando alcuni dettagli che sono troppo faticosi da correggere;
“Che “scatole” ho già fatto quella tecnica 200 volte e ancora mi chiedono di ripeterla eliminando quel difetto… Non ne ho voglia, io la faccio così!”
La farai così per il resto della tua vita!
La tecnica è una procedura che permette di risolvere un determinato problema di movimento nel modo più razionale ed economico possibile.
Non hai acquisito la tecnica perfetta? Non sarai economico e razionale (nel movimento)!
Poi farlo senza annoiarti è possibile!
Una volta che le azioni motorie utili a padroneggiare il tuo Karate saranno interiorizzate potrai passare alla prossima fase quella.
3. Tattica
Possiamo definire la tattica come l’insieme dei metodi applicati per arrivare al fine stabilito.
Ed è quì che si inizia ad applicare tutto il lavoro (a volte noioso) che hai appreso nelle fasi precedenti.
Le azioni tattiche dipendono dal livello della tua preparazione (fisica e tecnica, fase 1 e fase 2), e dal numero delle varianti tattiche note.
Quindi dando per scontato che ti sei applicato nelle due fasi precedenti adesso è il momento di fare esperienza!
Sì proprio esperienza!
E come la puoi fare? confrontandoti!
Che si tratti di Karate sportivo, di Karate difesa personale, Karate benessere o di Karate e basta, è il momento di provare se le tecniche acquisite funzionano attraverso delle azioni tattiche.
Se si tratta di Kumite viene immediato il pensiero dello “scambio di mani” con qualcuno che si confronta con noi nel contesto di regole che caratterizzano il mezzo di allenamento.
Ma il Kata? Non è forse la conseguenza dell’azione tecnica e della fase motoria che coordinate nel contesto dello stile e scuola, racchiudono, nell’esecuzione prestabilita, i principi della trasmissione tattica del/dei fondatore/i.
Sembra semplice ma è da ora in poi che si inizia a praticare il Karate. Quando il bagaglio tecnico acquisito mi permetterà di sperimentare e apprendere l’arte.
Sarà molto il tempo dedicato a questa fase che ti eleverà da praticante a esperto.
In questa fase potrà essere utile anche acquisire competenze trasversali con insegnanti diversi che magari creerà una iniziale confusione ma ti renderà più malleabile e allargherà i tuoi orizzonti futuri.
La maggior parte dei praticanti si ferma alla fase 1 – la tecnica, molti si fermano quì, alla fase tattica.
E tu? sei pronto per l’ultima fase?
4. Strategia
La strategia è il piano d’azione definito per raggiungere gli obiettivi desiderati.
Strategia e tattica sono classificati separatamente nella teoria della guerra, perché i due termini hanno dimensioni uniche. La strategia si applica a ampi spazi, lunghi periodi e grandi movimenti di truppe. La tattica si riferisce a più piccolo spazio, tempo e contingente. La strategia precede il piano di guerra, mentre le tattiche sono l’azione stessa sul campo di battaglia.
Bompa
Quindi la strategia applicata al karate è quando non solo sono in grado di padroneggiare la tecnica e applicare la tattica ma riesco ad applicare un piano più ampio per il raggiungimento dello scopo finale.
Facciamo un esempio pratico:
Voglio costringere il mio avversario ad arretrare fino al bordo (del tatami, della stanza) per poi farlo attaccare e mandando a vuoto la sua tecnica contrattaccare portando un colpo al bersaglio e conquistare un vantaggio.
Dovrò applicare diverse tattiche per poter mettere in atto la suddetta strategia: pressing, finte, controtempo. [non sto parlando di kumite agonistico – quanto espresso è valido anche nella difesa personale]
Raggiunto questo alto grado di controllo del confronto padroneggerò non solo quello che faccio io ma anche quello che fa il mio avversario. Non sarò bravo nell’applicare la tattica in funzione dell’avversario ma conoscendone le abitudini (tattiche) applicherò una strategia che lo porterà a compiere la mia tattica.
Insomma l’avversario penserà che sono stato bravo nell’azione risolutiva ma il tutto è nato molto prima…
È merito del giocatore di punta che segna il goal (sto parlando di calcio ora) o dei difensori e centrocampisti che hanno costruito l’azione e l’assist finale?
oppure più calzante non è la mossa finale dello scacco matto che fa vincere il campione scacchista. Ha già vinto quando alla terza mossa il suo avversario è caduto nel suo tranello. La risoluzione però avverrà solo dieci mosse dopo quando lo sprovveduto si domanderà come mai ha sbagliato… ma sarà troppo tardi!
Nel Kata possiamo trovare la strategia nel comportamento messo in atto attraverso delle sequenze che applicate nel bunkai diventano un sistema di allenamento della strategia stessa.

L’apprendimento seriale o parallelo?
Dovrebbe essere un apprendimento in serie!
Se non è completa (almeno al 80%) la prima fase è inutile passare alla 2°… etc
Quindi se non ho allenato fino al mio optimum la mobilità articolare non potrò mai arrivare alla fase 4?
No!, stai tranquillo ci potrai arrivare comunque, magari trovando delle tattiche e strategie per compensare il tuo deficit.
Ma non otterrai mai il tuo risultato massimo ottenibile (da te).
Quindi se puoi scegliere: massimizza il risultato di ciascuna fase e poi passa alla successiva.
Ci sono dei difetti in questo apprendimento seriale, ovvero avere la capacità di capire quando è il momento di passare oltre.
Moltissimi atleti (e tecnici) continuano a lavorare sul perfezionamento di qualcosa che non è più perfettibile o almeno lo è ma con un costo troppo elevato.
Quindi capire quando ho raggiunto il livello massimo raggiungibile rispetto al dispendio che questo costa rende difficile l’applicazione dell’allenamento seriale.
Forse è più corretto distribuire le fasi in parallelo mantenendo una prevalenza per la fase principale.
Quindi magari stai allenando per il 70% la fase motoria, il 20% quella tecnica e 10% quella tattica.
Ma questo è un’altro capitolo… o articolo!