I Niju Kun sono le 20 regole, precetti, scritte dal M° Funakoshi Gichin, pubblicate nel 1938 nel libro:
英文版 空手道二十訓 : I venti principi guida del Karate.
Già in precedenza Funakoshi aveva creato il Dojo Kun, probabilmente formato dai 5 precetti più importanti.
Successivamente ampliato a venti regole da rispettare per orientare la crescita spirituale dei suoi allievi, i Niju Kun.
Per il principiante i Niju Kun offrono le fondamenta con le quali avvicinarsi al Karate, per il karateka avanzato sono un ulteriore approfondimento dell’arte che la eleva a Do, spronando il praticante a migliorare se stessi prima della tecnica.
Se invece di leggere preferisci che te li racconti, ecco qua i video:
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Cosa significa Niju Kun
Niju 二十, significa venti
Kun 訓 si traduce come motto, lezione, istruzione, insegnamento.
Quindi i venti precetti, insegnamenti del Maestro.

Problemi di traduzione dei Niju Kun
I principi sono appunto venti e di presentano come delle brevi frasi molto coincise. Questa brevità e le diverse interpretazioni e significati che la lingua Giapponese offrono rendono difficile una traduzione certa.
Per fortuna il testo di Nagasone Genwa, contemporaneo di Funakoshi approfondisce i precetti con descrizione più accurata e con commenti.
Vediamo insieme quali sono i precetti contenuti nel Niju Kun

Niju Kun #1: Non dimenticare che il karate-dō comincia e finisce con il saluto (rei)
空手道は礼に始まり礼に終る事を忘るな
Karate-do wa rei ni hajimari rei ni owaru koto o wasuruna
Il saluto è il segno di rispetto verso colui/coloro che lo ricevono e verso se stessi.
Rei 礼 si traduce: saluto, inchino, cerimonia, gratitudine, etichetta, rituale, ricompensa.
In Giappone si usa dire che “senza Rei c’è disordine”, e che “la differenza tra gli animali e gli uomini è nel Rei”
Il vero Rei è l’espressione esterna di uno spirito rispettoso.
Per questo motivo nelle arti marziali si deve tenere l’atteggiamento di Rei dall’inizio alla fine.
Il saluto è la forma di rispetto che si esterna in molte delle situazioni della quotidianità, lavoro, scuola, amici, famiglia. Imparare quanto sia importante salutare è il primo principio da divulgare nel mondo!
Niju Kun #2: Nel karate non esiste primo attacco.
Nella vita dei Samurai si apprendeva la regola: “non si dovrebbe mai sguainare una spada inutilmente”.
Considerato che nel Karate le mani e i piedi devono essere considerati come delle lame (#15), la regola valida per i samurai viene estesa ai Karateka con il secondo KUN: non utilizzare l’attacco se non quando la situazione non può essere risolta in altro modo.
Pazienza e tolleranza.
In situazioni di difesa possiamo fare un parallelo con la pratica di colpire l’avversario col dorso della spada piuttosto che col filo della lama. È molto importante offrire all’avversario il tempo di cambiare idea o di pentirsi di aver intrapreso la sua azione. Quindi il colpo (attacco) non deve essere quello risolutivo per primo.
Niju Kun #3: Il karate è dalla parte della giustizia.
空手は義の補け
Karate wa gino tasuke
La giustizia è tutto ciò che è retto.
“Sapendo di essere nel giusto, sono pronto ad affrontare anche mille o diecimila avversari”.
Ma evitare l’azione quando è in gioco la giustizia dimostra soltanto mancanza di coraggio.
Chi pratica il Karate deve essere sempre dalla parte della giustizia.

Niju Kun #4: Conosci prima te stesso, poi gli altri.
先づ自己を知れ而して他を知れ
Mazu onoreo shire, shikashite tao shire
Conosci il nemico e conosci te stesso: in cento battaglie non sarai mai in pericolo. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vittoria o sconfitta sono pari. Se non conosci né il nemico, né te stesso, in ogni battaglia sarai in grave pericolo.
-Sun Tzu, l’Arte della Guerra
È fondamentale conoscere i propri punti di forza e sfruttarli al meglio e le proprie debolezze per difenderle. Ma è altrettanto importante conoscere forza e debolezza degli avversari.
Se conosci te stesso ma non il nemico è probabile che la vittoria dipenda dal caso.
Conoscere l’avversario ti permette di creare la strategia ideale.
Se però conosco solo l’avversario e non conosco i miei limiti sarò accecato dalla mia presunzione.
Nel precetto il maestro non cita il “nemico” ma gli “altri”, ponendo l’accento all’utilizzo di questo precetto nella vita di tutti i giorni.

Niju Kun #5: La Mente (il Cuore) viene prima della tecnica.
技術より心術
Gijitsu yori shinjitsu
Il concetto di mente, cuore e spirito sono diversi per noi occidentali e quindi questa frase può essere interpretata in modo errato.
Funakoshi esprime con questo quinto precetto il valore mentale/spirituale mettendolo prima della componente tecnica.
Niju Kun #6: Occorre liberare la mente.
心は放たん事を要す
Kokorowa hanatankoto o yosu
Anche in questo precetto è presente il kanji 心 che riporta alle problematiche di interpretazione del precedente precetto. La traduzione letterale è “Il cuore deve essere lasciato libero”.
Più che cuore si intende la mente (in psicologia) sostenendo che non si deve rimanere intrappolati in un unica soluzione, una sola via di uscita.
Questo precetto invita ad essere flessibili e non rigidi e a considerare diverse soluzioni e differenti metodi per migliorare il Karate.
Niju Kun #7: La disgrazia è causata dalla disattenzione.
禍は懈怠に生ず
Wazawaiwa ketaini seizu
La disattenzione è la fonte principale dei nostri mali, la negligenza porta soltanto all’insuccesso.
È quindi fondamentale programmare e analizzare le nostre azioni per far sì che siano efficaci.
Il Karate si pratica con il 100% di concentrazione e dedizione!
Niju Kun #8: Il karate non si vive solo nel dōjō.
道場のみの空手と思ふな
Dojo nomino karate to omouna
Nel Karate-do si devono migliorare la tecnica e la mente. La formazione mentale non deve terminare con la pratica nel Dojo.
Le esercitazioni termina nel dojo ma la ricerca del miglioramento del carattere, della mente, dello spirito si pratica per tutta la vita e nelle attività di tutti i giorni.

Niju Kun #9: Il karate si pratica tutta la vita.
空手の修業は一生である
Karate-do no shugyowa isssho de-aru
Non esiste un momento in cui la pratica del Karate ha fine. Il Karate si pratica crescendo e incrementando il proprio livello per tutta la vita.
Il samurai avanza giorno dopo giorno e diventa oggi più abile di ieri come domani lo sarà più di oggi. La pratica non finisce mai. Seguendo la Via giorno dopo giorno e per tutta la vita, il mondo non avrà confini.
Questo principio è presente anche nella filosofia Giapponese del Mugendo e dello Shu Ha Ri
Niju Kun #10: Applica il karate alle cose di tutti i giorni e scoprirai la sua bellezza.
凡ゆるものを空手化せよ其処に妙味あり
Ara-yuru mono o karatekaseyo sokoni myomi ari
Il concetto di un solo colpo che uccide, Ikken Hissatsu, può essere interpretato come il nostro Carpe Diem, dove l’attimo da cogliere è in tutte le cose e tutti i giorni.
Se tutti gli aspetti della vita fossero affrontati con lo spirito di un colpo che determina la vita e la morte tutto assumerebbe un valore più alto.
La bellezza del cammino del Karate-Do e della vita vengono manifestate quando le si affronta con la determinazione dell’Hikken Hissatsu.

Niju Kun #11: Il karate è come l’acqua calda, occorre scaldarla costantemente o si raffredda.
空手は湯の如し絶えず熱度を与えざれば元の水に還る
Karatewa yu no gotoku taezu netsu o ataezareba motono mizuni kaeru
Solo con la diligenza e la continua applicazione si ha garanzia di successo.
Solo con la pratica continua si riesce a mantenere viva la fiamma del Karate-do.
Quindi il Maestro sottolinea l’importanza di una pratica costante e continua e l’importanza di alimentare il fuoco della passione per l’arte del Karate.
Niju Kun #12: Non pensare a vincere, pensa piuttosto a non perdere.
勝つ考えは持つな負けぬ考えは必要
Katsu kangae wa motsuna; makenu kangae wa hitsuyo
Questo ed il prossimo principio si riferiscono all’atteggiamento da mantenere nel combattimento.
L’importanza della difesa piuttosto che dell’attacco.
È importante mantenersi umili nel combattimento e pensare a non sottovalutare gli altri, pensando a come non perdere (essere colpito); L’atteggiamento di chi pensa a vincere (attaccare) crea eccessivo ottimismo e causa insofferenza.
Anche ne L’arte della guerra di Sun Tsu si ritrova questo principio:
La strategia di comando non deve dipendere dall’attacco dei nemici ma piuttosto dalla
Sun Tsu – L’arte della guerra
capacità di saperlo attendere e fronteggiarlo quando si verificherà. Non deve dipendere quindi dal fatto che il nemico non attacchi ma dal non essere vulnerabili al suo eventuale attacco.
Niju Kun #13: Adeguati al tuo avversario.
敵に因って轉化せよ
Teki ni yotte tenka seyo
Funakoshi sottolinea come sia importante essere mutevoli nel combattimento. Non posso comportarmi indistintamente dall’avversario ma dovrò adeguarmi al suo combattimento sfruttandone i punti di forza e debolezza (#4).
Questo principio è valido in tutto il nostro percorso di confronto, tante che il kanji teki 敵 significa nemico, avversario ma anche sfida.
Quindi adeguati alle sfide che la vita ti propone.
Come l’acqua si adatta al cammino che trova, il praticante di Karate dovrà adattarsi alle sfide che incontra.

Niju Kun #14: Nel combattimento devi saper distinguere il vuoto dal pieno.
戦は虚実の操縦如何に在り
Tatakai wa kyo-jitsu no soju ikan ni ari
Spesso tradotto anche come: “L’essenziale nel combattimento è giocare sul falso e sul vero”.
L’importanza nel combattimento di capire quando l’avversario sta fintando, piuttosto che attaccando è determinante. I migliori combattenti sono in grado di far credere al nemico il falso per poter applicare il vero.
Sempre sul famoso testo di Sun Tsu possiamo trovare:
La condotta della guerra si fonda sempre sull’inganno
Arte della guerra – Sun Tsu
Niju Kun #15: Considera mani e piedi dell’avversario come spade.
人の手足を剣と思へ
hi to no te-ashi wa ken to omoe
Già in precedenti principi Funakoshi definisce le mani ed i piedi del karateka come spade e nel quindicesimo precetto sottolinea l’importanza di considerare anche gli arti dell’avversario come delle lame.
Il Maestro sottolinea di nuovo come sia importante non sottovalutare l’avversario ed i suoi attacchi, pensando a questi come a delle spade.
La determinazione e decisione devono essere sempre allertate.
Niju Kun #16: Oltre la porta di casa, puoi trovarti di fronte anche un milione di nemici.
男子門を出づれば百万の敵あり
Danshi mon o izureba hyakuman no teki ari
Ovviamente un milione lo possiamo intendere come molti.
Funakoshi sottolinea l’importanza di mantenere un atteggiamento vigile e di non sottovalutare nessuna situazione.
Quello che nella difesa personale viene definito come “colore rosso” o in guerra DEFCON 1.
Tutti sappiamo come sia importante nella difesa personale essere sempre presente e attento e non sottovalutare mai la situazione. Visto che l’aggressore gioca sull’effetto sorpresa, più si è pronti meglio è!

Niju Kun #17: La guardia è per i principianti, più avanti si torna alla posizione naturale.
構は初心者に後は自然体
kamae wa shoshinsha ni atowa shizentai
Nel Karate esistono diverse guardie (Kamae) ed è importante saperle padroneggiare tutte.
All’inizio della pratica è importante concentrarsi sulla tecnica e imparare le guardie codificate.
Nella progressione ci possiamo allontanare dalla guardia canonica e avvicinarsi il più possibile alle posizioni naturali.
Funakoshi si riferisce all’importanza di apprendere prima i contenuti tecnici come sono stati codificati, successivamente elaborare staccandosi dalla tradizione, ed infine trascendere. Questo è il principio dello Shuhari.
Molti studiosi collegano a questo principio l’importanza di un guardia tecnica all’inizio e di una guardia mentale (poi).
“nel karate non c’è kamae; il kamae è nella mente”
Niju Kun #18: I kata vanno eseguiti perfettamente, la loro applicazione nel combattimento è altra cosa.
形は正しく実戦は別物
Kata wa tadashiku, jissen wa betsumono
Il Maestro Funakoshi sottolinea l’importanza di praticare i Kata così come sono stati tramandati, senza nessuna variazione o personalizzazione.
Nel combattimento reale per contro, non dobbiamo essere inibiti dall’abitudine alla pratica stereotipata dei kata, il kumite è altra cosa: devo muovermi in funzione dell’avversario e quindi posso variare il modo in cui lo faccio adeguando il gesto appreso nei kata alle esigenze reali.
Funakoshi scrisse questo kun perché probabilmente molti suoi studenti universitari volevano modificare i kata. Lui contrario alla modifica è comunque stato paradossalmente il fautore di grandi cambiamenti rispetto al Karate di Okinawa.
Niju Kun #19: Non dimenticare dove occorre usare o non usare la forza, rilassare o contrarre, applicare la lentezza o la velocità, in ogni tecnica.
力の強弱, 体の伸縮, 技の緩急を忘るな
Chikara no kyojaku, tai no shinshuku, waza no kankyu o wasuruna
In questo precetto il Maestro sottolinea l’importanza di usare la forza mantenendo però la morbidezza, essere veloci ma eseguire i movimenti anche lentamente.
Questo concetto è presente nella filosofia Go Ju Ittai che sottolinea come sia fondamentale mantenere uno stato fisico e mentale morbido che diventa duro all’occorrenza.
Il primo principio contenuto è relativo alla forza, la quale deve essere gestita nelle sue varianti. Nel combattimento (ma anche nel Kata) non possiamo mantenere lo stato di tensione a lungo e quindi importante sapere gestire la decontrazione e la contrazione nelle giuste proporzioni.
La secondo parte si riferisce alla espansione e contrazione delle tecniche. Ampiezze diverse per tecniche diverse e ampiezze diverse per le stesse tecniche. Posso eseguire un calcio frontale con la massima ampiezza oppure un calcio a breve distanza con ridotta ampiezza.
Ultimo aspetto il veloce ed il lento: spesso si intende questo punto solo con la variazione della velocità di esecuzione, tralasciando la velocità del tempismo. Ovvero l’uso delle pause nel Kata e nel combattimento.

Niju Kun #20: Sii sempre creativo.
常に思念工夫せよ
Tsune ni shinen kufu seyo
La traduzione letteraria di questo kun è ” Sempre pensa profondamente” 思念 ed “essere creativo” 工夫
Questo ultimo precetto non è casualmente ultimo. Funakoshi ha probabilmente lasciato per ultimo questo principio per giustificare un (corretto) atteggiamento di evoluzione, di pensiero creativo applicato al karate (e non solo).
Funakoshi è il fautore di molti cambiamenti del karate, introduzione del karategi, cinture, modifica dei Kata, della nomenclatura, etc..
Per questi cambiamenti Funakoshi è stato (ed è) tacciato da molti Maestri di Okinawa; Probabilmente il concetto di distacco dalle origini apportato dal Maestro affonda proprio nel principio di elaborazione e creatività.
Conclusione
L’importanza dei venti precetti si applica non solo al Karate ma a tutta la vita. Apprendere un comportamento retto, il rispetto, l’autocontrollo, il pensiero creativo, l’attenzione, il combattere la pigrizia, etc.. non sono principi validi solo sul tatami.
Lasciaci nei commenti quale è il tuo Kun preferito.
Molte persone che conosco come parenti, familiari, alcuni colleghi, alcuni amici sostengono che i principi del karete valgano sono nel karate e nel dojo e non al di fuori di essi oppure che valgono anche fuori dal karate fuori dal dojo ma non in altri settori e ambiti familiari, sociali o lavorativi…