Quando parlo di Karate con gli amici spesso mi chiedono “dove preferisco colpire”. Come se praticare un’arte marziale fosse il prologo del gusto di colpire.
Questo innesca sempre una bella discussione sulla pratica e le sue applicazioni, in particolar modo su quelli che sono i bersagli del Karate.
C’è spesso molta confusione su come e cosa vadano a colpire le varie mosse di Karate, e più in generale le discipline di difesa.
Per questo oggi voglio fare un po’ di chiarezza su quelli che sono i bersagli di Karate, come distinguerli nelle varie applicazioni e le principali caratteristiche.
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I bersagli del Karate nella difesa personale
Concedimi una piccola digressione: si vocifera che il Karate sia un’arma bianca. Ma non è assolutamente così!
Quando si parla di karate come autodifesa, più che la definizione del mezzo con cui ci difendiamo è importante determinare la situazione e la reazione al comportamento altrui.
Premetto, non prendere le mie parole come un dogma (non sono un avvocato!) ma quello che posso affermare in merito come buona pratica è questo: la legittima difesa è tale quando agiamo in risposta a un’aggressione altrui o a una seria e grave minaccia di aggressione, verso di noi o verso terzi, senza che ci siano altre alternative come la fuga.
Se ti interessa un ulteriore approfondimento su cosa sia la legittima difesa, ne ha parlato il nostro Niccolò nel suo articolo sulla Difesa Personale.
Fatta questa premessa importante, possiamo adesso parlare di quelli che sono i bersagli del Karate nell’autodifesa.
Rispetto ad altre discipline come il Judo, il Karate ha il vantaggio di poter colpire e difendersi da tutte e tre le distanze: corpo a corpo, media, lunga distanza.
Non a caso il Karate ha preso a piene mani da altre Arti Marziali, fondendo i loro punti di forza e cercando di colmare quelle che sono le possibili mancanze.
Il Karate prevede infatti tecniche di leva, di braccia, gambe, schivate e parate, per coprire al completo lo spettro di situazioni in un combattimento.
Non esistono bersagli unici o predefiniti, ma cambiano in base al momento e la necessità.
Fare di più con meno
Questo non vuol dire che il Karate preveda attacchi su tutto il corpo dell’avversario a mo’ di onda energetica di Goku.
Un carattere distintivo delle tecniche di Karate risiede proprio nella loro precisione. Si cerca infatti di portare il colpo dove questo può riscuotere maggior efficacia, per ridurre al minimo i movimenti e non sprecare energie.
Può sembrare un concetto banale, ma non lo diventa se pensato sul riflesso che questo ha nella meccanica dei colpi: il poter contare su di un largo numero di schemi di attacco e difesa, permette di ottimizzare i movimenti del corpo in base alla situazione, senza dover andare a portare l’avversario nella nostra condizione ideale per poterlo fronteggiare.
Essere abili di giocare su qualsiasi terreno offre una maggior dinamicità e possibilità di reazione, però ricorda:
Quando un uomo con il Karate incontra un uomo con la Pistola, l’uomo con il Karate è un uomo morto.
semicit. Per un Pugno di Dollari (1964)
Questo per dire che, anche senza scomodare Sergio Leone, il miglior modo per non farsi male in un’aggressione è quella di cercare di evitarla con tutte le proprie forze, anche perché come abbiamo visto nei Niju Kun:
Karate ni sente nashi.
Nel karate non esiste primo attacco.
Giachin Funakoshi
I bersagli del Karate sportivo
Come abbiamo visto negli articoli dedicati al Kata e al Kumite, oggi queste pratiche hanno sviluppato una loro forma sportiva, tanto da arrivare ad essere uno sport Olimpico nelle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020.
Sebbene alle Olimpiadi saranno ammesse solo categorie individuali, vediamo insieme quelli che sono tutti i bersagli del Karate sportivo.
I bersagli nel Kumite
Il Kumite è la pratica dello spirito combattivo. L’incontro tra due Karateka che provano reciprocamente la propria abilità, potendo sfruttare una serie di attacchi e difese codificate.
Non ti aspettare quindi di vedere incontri in stile MMA: la base tecnica di ogni attacco è fondamentale e sempre presente.
Una particolarità dei combattimenti nel Karate sportivo, è il controllo. Non si gioca per sfondare l’avversario o metterlo KO, quanto per migliorare la propria tecnica ed abilità. Per questo gli incontri vanno a punteggio, con tanto di ammonizioni che possono costare anche l’incontro per chi eccede le regole.
La particolarità del Kumite sportivo sta infatti nel Controllo: non ti nascondo che per questo siamo spesso presi in giro… ma forse perché non viene capito lo scopo!
Che sia un calcio alla testa o un pugno all’addome, nei bersagli del Karate sportivo ci deve essere sempre il controllo per lo Skin-Touch. La tecnica deve andare a bersaglio, certo, ma non con l’impeto di uno Tsunami, piuttosto con l’elasticità di una frustata.
E se ti fa ridere prova a fare questo: prendi un saccone da allenamento e colpiscilo con tutta la forza che hai. Adesso ripeti l’esercizio, ma ferma il pugno a un millimetro dal saccone: Quale dei due pugni è stato più complesso? Quando hai dovuto controllare tutte le fibre del tuo corpo?
Al di là dello sbilanciamento e tutto quello che comporta una tecnica senza controllo, questo aspetto permette di usare e allenare tutto il corpo per portare un attacco o applicare una difesa, nel pieno spirito del Karate.
In definitiva, I bersagli nel Kumite sportivo sono principalmente la testa e il tronco, con alcune tecniche di proiezione che puntano le gambe per lo sbilanciamento. In altri termini:
- Jodan – sopra la linea del gomito.
- Chudan – la parte inferiore del busto.
- Gedan – i genitali e le parti inferiori.
Per essere più precisi, vengono ritenute tecniche valide quelle di calcio (circolare, frontale o laterale); pugno; proiezione, mentre i bersagli validi sono testa, viso, collo, nuca, petto, addome, fianchi, e schiena. Al variare del bersaglio colpito e della tecnica utilizzata sono assegnati 1 (yuko), 2 (wazari) o 3 punti (ippon).
Se vuoi farti un’idea di un bell’incontro di Kumite, questo del nostro Luigi Busà fa certamente al caso tuo:
I bersagli nel Kata
Nella competizione che mette a confronto l’esecuzione di questi componimenti di tecniche codificati, il vigore di applicazione è fondamentale. Uno dei metodi per dare una dimensione di realtà al Kata è proprio quello di immaginare ogni scambio come un reale combattimento.
Un Esempio è questa esecuzione di Mattia Busato :
Si possono quindi definire i bersagli Jodan, Chudan; Gedan proprio come nel Kumite, aggiungendo alcuni punti focali: rispetto al Kumite sono rappresentate anche tecniche verso punti vitali come i genitali, leve per gomiti e spalle.
Inoltre, nella sua formula a squadre, il Kata viene seguito dal Bunkai, rappresentazione pratica del componimento che si è appena eseguito.
Per darti un’idea, questa è la prova della squadra giapponese nel 2016: